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Ivrea resta “rossa”: prorogata fino a gennaio la stretta sulla stazione

Il prefetto di Torino Donato Cafagna conferma per altri tre mesi il divieto d’accesso attorno al Movicentro. Quasi 10 mila controlli in sei mesi e centinaia di allontanamenti: la misura straordinaria del Dacur continua a presidiare l’area più problematica della città. Ma i commercianti aspettano ancora le promesse del sindaco Chiantore: più videosorveglianza e vigili presenti tutto il giorno

Ivrea resta “rossa”: prorogata fino a gennaio la stretta sulla stazione

Il sindaco Matteo Chiantore e il prefetto Donato Cafagna

La zona rossa di Ivrea non si ferma. Il prefetto di Torino, Donato Cafagna, ha deciso di prolungare fino al 31 gennaio 2026 il provvedimento che limita l’accesso all’area della stazione ferroviaria e del Movicentro, confermando così la linea del pugno duro adottata già a maggio. Un segnale chiaro: il problema della sicurezza in città è tutt’altro che risolto.

La proroga è arrivata al termine di una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, svoltasi in Prefettura alla presenza dei vertici di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza e dei rappresentanti del Comune. L’analisi della situazione ha evidenziato, sì, un miglioramento rispetto ai mesi più difficili del 2024, ma anche la necessità di mantenere alta l’attenzione in una zona che continua a essere considerata “sensibile”.

Nei primi sei mesi di applicazione del Dacur – Divieto di accesso urbano, le forze dell’ordine hanno controllato 3.583 persone, con 57 ordini di allontanamento: 21 a persone con precedenti per droga, 10 per reati contro la persona e 19 per reati contro il patrimonio

Una presenza costante che, almeno in parte, ha restituito un po’ di tranquillità ai cittadini e ai commercianti. Tuttavia, proprio questi ultimi lamentano che, al di là dei controlli straordinari, poco o nulla è cambiato nella quotidianità.

Massimiliano De Stefano

Massimiliano De Stefano

L’area del Movicentro, di corso Nigra e dell’argine destro della Dora Baltea fino alla passerella Capellaro, resta una delle più delicate della città. È qui che si concentrano pendolari, studenti e anche i problemi: spaccio, bivacchi, vandalismi. La sospensione della linea ferroviaria Ivrea–Aosta, con i bus sostitutivi che fanno capolinea davanti alla vecchia stazione, non aiuta. Ogni giorno centinaia di persone transitano nella zona, rendendo difficile distinguere chi lavora o studia da chi invece ne approfitta per delinquere.

Il Dacur, introdotto il 1° maggio 2025, consente di allontanare chi crea disturbo o è già noto alle forze dell’ordine. È uno strumento che ha mostrato risultati concreti, ma che da solo non può bastare. Perché se la stazione continua a essere un luogo mal frequentato e mal sorvegliato, le ordinanze del Prefetto diventano un cerotto su una ferita che avrebbe bisogno di molti punti di sutura....

E' vero che da Torino a Chivasso, i provvedimenti di “vigilanza rafforzata” voluti dalla Prefettura hanno ridotto lo spaccio in alcune aree sensibili, ma a Ivrea il problema ha radici più profonde. La città paga la mancanza di un progetto di rilancio urbano vero, e il rischio è che, finita la zona rossa, tutto torni come prima.

"I commercianti - sottolinea il consigliere comunale Massimiliano De Stefano - che peraltro hanno consegnato in Municipio una petizione con più di due mila firme si chiedono quando arriveranno davvero le telecamere promesse e se i vigili urbani potranno mai garantire un controllo continuativo, e non solo a orari d’ufficio... Si chiedono quando la città avrà un impianto di illuminazione efficiente. Di notte in quasi tutta la città è buio pesto...".

Ed è di queste ore l'annuncio di un primo investimento proprio in questa direzione.

"Un primo investimento proprio sulle telecamere di videosorveglianza per circa 50 mila euro - ci dice Chiantore - Ne arriveranno altre...".

Insomma i cittadini vedono ancora troppo degrado: lampioni spenti, panchine rotte, locali abbandonati. 

La sensazione diffusa è che senza un presidio stabile, senza più vigili in strada a tutte le ore del giorno, l’effetto deterrente non basterà.

Morale? La proroga fino a gennaio è una toppa necessaria, ma non una soluzione. Serve una politica cittadina che accompagni il controllo con la prevenzione, che affianchi alle divise una vera presenza amministrativa. Ivrea non può restare “rossa” per sempre: deve tornare a essere una città vivibile, sicura e finalmente mantenuta.

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