Cerca

Attualità

“Sex and Solitude”: la provocazione di Tracey Emin accende il Natale torinese

L’opera di Tracey Emin divide i torinesi: arte contemporanea o provocazione fuori stagione?

Torino

L'opera di Tracey Emin inserita nel panorama di Luci d'Artista

Natale si avvicina: tempo di luci, calore, famiglia. O almeno, così dovrebbe essere.

Da oltre venticinque anni, Torino si accende d’arte contemporanea. Non nei musei né nelle gallerie, ma nello spazio pubblico, tra piazze, portici e facciate che diventano tela.

“Luci d’Artista” è molto più di una mostra a cielo aperto: è un rito laico, una celebrazione collettiva che trasforma ogni autunno la città in un laboratorio di immaginazione. Un appuntamento che Torino vive come parte del proprio DNA culturale, promosso dalla Città di Torino e curato dalla Fondazione Torino Musei.

L’idea originaria era tanto semplice quanto visionaria: portare le opere d’arte fuori dagli spazi istituzionali e sostituire le luminarie natalizie con installazioni d’autore. Così è nata una tradizione che oggi è diventata linguaggio identitario. A Torino, infatti, non si accendono le luci di Natale: si accendono le Luci d’Artista.

Un’intuizione che, alla fine degli anni Novanta, anticipava i tempi. Quando la prima edizione fece capolino tra le nebbie di novembre, nessuno immaginava che l’arte potesse farsi esperienza quotidiana, vissuta e condivisa. Da allora, ogni anno, la città cambia volto: i cieli si popolano di stelle sospese, versi luminosi, costellazioni di fili e riflessi. Mario Merz, Rebecca Horn, Luigi Mainolfi, Daniel Buren — e molti altri — hanno ridefinito il rapporto tra cittadini e spazio urbano. Non più spettatori, ma abitanti dentro l’opera.

Negli anni Duemila, mentre altrove si rincorrevano le “luci decorative”, Torino consolidava un percorso unico: unire bellezza, rigore artistico e identità civica. Ogni installazione non è un addobbo, ma un frammento poetico. Dalla Luce Fontana Ruota di Gilberto Zorio, che vibra sopra il Po, ai Voli Radenti di Piero Gilardi, che attraversano piazza Carlo Alberto come un respiro di colore: opere che dialogano con l’architettura, con la memoria, con il tempo.

L’edizione 2025/26, la ventottesima, conferma la vitalità del progetto. Trentadue installazioni luminose punteggiano la città, dal centro alle periferie, con quattro nuovi lavori firmati da Tracey Emin, Soundwalk Collective (insieme a Patti Smith e Philip Glass), Riccardo Previdi e Gintaras Didžiapetris.

L’inaugurazione è avvenuta il 24 ottobre e le luci resteranno accese fino all’11 gennaio 2026.

Tra le nuove opere, però, ce n’è una che ha già diviso l’opinione pubblica: “Sex and Solitude.” Un titolo che lascia poco spazio all’immaginazione — e ancor meno allo spirito natalizio.

Tracey Emin CourtesyFACRT (Photo Andrea Guermani)

La sua autrice, Tracey Emin, è una figura di primo piano nell’arte contemporanea britannica. La sua opera, un’insegna al neon di oltre otto metri collocata nei Giardini Reali bassi, mette in dialogo due temi centrali della sua ricerca: sessualità e vulnerabilità. Per Emin il neon è materia di memoria, linguaggio della confessione: attraverso la sua calligrafia irregolare, trasforma emozioni in luce, intimità in gesto pubblico. Un inchino all’artista, certo, ma una scelta che — nel contesto natalizio — suona quanto meno dissonante.

Al di là dei commenti che si sono già scatenati sui social, il progetto Luci d’Artista continua a vincere la sfida del tempo. La sua forza sta nella capacità di unire linguaggi e generazioni, di trasformare la fruizione in partecipazione. C’è chi fotografa, chi passeggia, chi ricorda un’edizione passata.

Perché ogni torinese sa che, quando le luci si accendono, non inizia soltanto la stagione natalizia, ma quella in cui la città si guarda allo specchio e si riconosce nella propria luce: sobria, ironica, resistente.

Proprio come Torino.

Luca Pannoli con "L'amore non fa rumore" (Photo Lina Campanelli_Courtesy FIAF)


Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori