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Il Canavesano imbruttito
28 Ottobre 2025 - 23:49
Calenda
Sullo sfondo del surreale panorama politico che offre il nostro Paese si stagliano personaggi a dir poco inquietanti. Ci sono leghisti, forzisti, fratellastri e sorellastre d’Italia che, senza darsi tregua, non passano giorno senza accusare di comunismo i piddini, i pentastellati ed i loro complici e allo stesso modo, quasi ci fosse un rigido copione da rispettare, questi, rappresentanti di un’inesistente opposizione di sinistra, sprecano il loro tempo ad accusare di fascismo tutti coloro che, senza pudore, si proclamano di destra.
Ad essere disattenti fra destra e sinistra si potrebbero anche cogliere differenze, peccato che i più accesi sostenitori della tanto vituperata “politica di destra”, dalle grandi privatizzazioni, che hanno avuto fra registi e attori protagonisti gente come Giuliano Amato, Mario Draghi, Romano Prodi, Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani, sino ad arrivare alla follia della vaccinazione anti-covid obbligatoria, siano stati uomini e donne sedicenti di sinistra, fra questi ricordiamo Roberto Speranza, Maurizio Landini, Sergio Cofferati, Matteo Renzi, Elly Schlein, Enrico Letta, Maria Elena Boschi, Carlo Calenda, Nicola Fratoianni, Nicola Zingaretti, Michele Emiliano, Stefano Bonaccini, Eugenio Giani e chi più ne ha, più ne metta.
Mai come nell’ultimo ventennio lo scontro tra la destra e la sinistra italiana è sembrato artificioso, ereditato da una politica che non c’è più, unicamente tenuto vivo in rappresentanza di un anacronistico scontro ideologico, necessario, però, a distogliere l'attenzione dei cittadini dalla mancata soluzione dei problemi concreti.
La cosa ha funzionato da sempre, è dal dopoguerra che ce la smenano con comunismo e fascismo, che tengono gli italiani lontani, in trincee opposte, divisi da ideologie che negli anni si sono rivelate unicamente buone per essere vendute agli elettori un tanto al voto. Oggi, è sin troppo palese, il gioco funziona sempre meno, la magica roulette dove tutti vincevano, Governo e opposizioni, a spese del banco, ha reso sempre indistinguibili i partiti e nella gran parte degli italiani il sospetto ha lasciato spazio alla certezza: “destra” e “sinistra” sono le due facce della stessa medaglia, la partitocrazia romanocentrica". Anche la semplificazione mediatica, ovvero la mistificazione del quadro politico attraverso lo scontro dogmatico tra destra e sinistra, lascia ormai ormai il tempo che trova, i seggi elettorali sono sempre più vuoti, la gente non ci crede più e la cosa, credo sia pericolosamente sottovalutata tanto dai politici quanto da chi, rinunciando a fare giornalismo, si è ormai specializzato nella disinformazione.
I fatti parlano chiaro, molto più delle dichiarazioni enfatiche dei politici o dell’informazione “ufficiale”, quella ormai ridotta al ruolo di cane da guardia del regime partitocratico. Da noi chi fa domande scomode è additato dai “grandi giornalisti” e “opinionisti”, che sfilano nel talk show televisivi, come un pericoloso nemico della democrazia e della società; da noi il pensiero critico è stato trasformato in patologia sociale e il dubbio in eresia, infatti, i pochi che ancora cercano la verità tra le pieghe della “narrativa ufficiale” vengono spesso attaccati ferocemente, rei di averla messa in discussione, anche da quelli, fra il popolo, che ancora si nutrono solo di ciò che pubblicano la quasi totalità delle grandi testate giornalistiche nazionali e di ciò che viene spacciata per verità dai telegiornali e dai programmi di approfondimento politico e sociale, condotti da “giornalisti”, ormai, assunti al ruolo di vere e proprie star televisive e come tali, arroganti, vanitose ed alcune, palesemente sopraffatte dal disturbo borderline della personalità.
I fatti ci mettono di fronte agli sproloqui a intermittenza di strani personaggi in odor di mitologia, i “minchiotauri”, magnificamente impersonati da gente come Calenda, che evidentemente dall’alto dei suoi privilegi non si rende conto che l’Italia è a pezzi e per darsi il tono dello statista, seppur fortunatamente mancato, ha più volte incalzato: “L’Europa deve prendere il coraggio di difendersi” e ancora, forse perché l’ha sognato in una notte convulsa nella quale non riusciva a digerire una cena troppo pesante: “Putin ha già detto di volere la guerra, armiamo l’Europa per difenderci”, o come Salvini, recentemente premiato dall’Ambasciata di Tel Aviv come “Miglior amico di Israele” che, cieco e sordo di fronte al genocidio del popolo palestinese consumato dai suoi amiconi israeliani, è finalmente riuscito in ciò che da anni prometteva, cambiare la legge Fornero, però, peggiorandola ulteriormente. Lui, l’uomo del ponte, probabilmente influenzato da una pubblicità della Brooklyn, quella della “gomma del ponte”, che deve averlo accompagnato durante la sua giovane età, fregandosene di quanto dichiarato solo nel 2016, quando si diceva assolutamente contrario al “Ponte sullo Stretto”, oggi definisce l’opera, già costata 1,2 miliardi di euro fra studi e progetti, un passaggio storico, necessaria al Paese, in grado di aumentare il P.I.L., di migliorare la situazione ambientale ed anche di abbattere l’inquinamento da Co2. Non solo, sfidando norme e logica comune, sempre più lanciato verso il grottesco, "il Capitano", così lo chiamano i leghisti, ci ha anche ricordato che nel 1400 c’erano i “no cupola”, quelli contrari alla Cupola del Brunelleschi, sentenziando, probabilmente intravedendo tra le due cose delle analogie: “Il Ponte sullo Stretto di Messina resterà. È il contrario del reddito di cittadinanza.” O come la nostra Premier, la mamma Giorgia, la sedicente donna cristiana che ha brillato sin qui per un comportamento poco cristiano, anche lei tanto distratta da non accorgersi dei bambini palestinesi trucidati dagli assassini israeliani, probabilmente rappresentante rampante di una futura società distopica; anche lei affetta da vuoti di memoria: doveva cancellare le accise sulla benzina, non è avvenuto; doveva contrastare l’immigrazione clandestina, è aumentata; doveva mettere “prima gli italiani”, invece ha tagliato i diritti finanziando le bombe; doveva mettere ordine nei conti pubblici e ha coperto l’Italia di debiti inseguendo il riarmo tanto caro all’Europa e alla N.A.T.O., il tutto mentre sembra completamente smarrito il senso delle priorità e mentre il bilancio della nostra sempre più povera Italia, esattamente come quello dell’Unione Europea, è stato trasformato in un bancomat, necessario a finanziare l’Ucraina e la guerra. Intanto la disoccupazione reale è in costante crescita, gli italiani che vivono in uno stato di povertà assoluta sono ormai sei milioni; le ore di cassa integrazione sono cresciute oltre il 20% e anche la Nutella, quella regalata dalla Meloni a Re Carlo d’Inghilterra in occasione della sua ultima visita in Italia, forse perché ritenuta di sinistra, non è più per tutti.

Mi fermo per pietà dello spazio, ma alla lista si potrebbero aggiungere personaggi come Tajani, un Ministro degli Affari Esteri secondo il quale “Il diritto internazionale conta fino a un certo punto” o la leader del Pd, Elly Schlein, che dopo aver posato per Vogue aveva svelato, forse perché riteneva cosa utile da far sapere agli italiani: “Ho una consulente d'immagine esperta in armocromia, Enrica Chicchio”, che pare costi, come reso noto in data 28 aprile 2023 dal Sindaco di Napoli Vincenzo De Luca, ben 300 euro all’ora, o tanti, tanti altri ancora.
Insomma, andiamo a vedere le grandi differenze fra la “destra” e la “sinistra made in Italy: a “destra” sono tutti atlantisti, a “sinistra” è lo stesso; a “destra” sono tutti europeisti, a “sinistra anche; a “destra” sono tutti con l’Ucraina nazista di Zelensky e lo stesso vale a “sinistra”, anzi, a “sinistra” pare che lo siano ancor di più; a destra sono tutti favorevoli al riarmo e la stessa cosa accade a “sinistra”; a “destra” ci vogliono tutti alla guida di fiammanti auto elettriche con le case intabarrate in cappotti termici e ricoperte di pannelli fotovoltaici all’ombra di “graziose” pale eoliche e se ci si gira a “sinistra” è la stessa cosa; a destra ci massacrano i coglioni con il ritornello “bisogna accelerare la transizione energetica, ormai condivisa da tutti” e le stesse puttanate vengono quotidianamente dette a “sinistra”; a “destra” sono tutti “liberisti” e lo stesso è a “sinistra”; a “destra conta più il “mercato” del lavoratore e palesemente è lo stesso a “sinistra”; a “destra” erano tutti con Mario Draghi quando è stato imposto l’obbligo vaccinale contro il “covid19” e lo stesso era a “sinistra”. Che dire, credo sia il caso di chiudere con le parole di Giorgio Gaber, drammaturgo, cantautore, attore e regista teatrale italiano, parole estrapolate da un suo brano del 1994, “Destra-Sinistra”, contenuto nell’album “E pensare che c’era il pensiero”: “La patata per natura è di sinistra, spappolata nel purè è di destra, la pisciata in compagnia è di sinistra, il cesso è sempre in fondo a destra”.
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