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28 Ottobre 2025 - 22:53
Giuli nella Villa medicea La Petraia
Venticinque anni dopo la firma della Convenzione europea del Paesaggio, sottoscritta il 20 ottobre 2000 a Palazzo Vecchio, l’Europa torna nel capoluogo toscano per rinnovare il suo impegno. Nella Villa medicea La Petraia, alla presenza di oltre 30 delegazioni degli Stati membri del Consiglio d’Europa, è stata siglata oggi una nuova dichiarazione di intenti: un aggiornamento simbolico e sostanziale di quel trattato che per la prima volta riconobbe il paesaggio come componente essenziale del patrimonio comune europeo.
Tra i Paesi partecipanti figurano Belgio, Francia, Grecia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Serbia, Spagna, Svezia, Ucraina e Ungheria, mentre i sottoscrittori della Convenzione sono oggi 41 su 46.
Nel corso della conferenza celebrativa, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha ricordato il ruolo guida dell’Italia: «L’Italia si dimostra la nazione capofila nella sensibilità per il paesaggio, come luogo del nostro abitare», ha dichiarato, definendo il paesaggio «la nostra fiamma culturale». Giuli ha ribadito l’impegno del governo «a costruire un paesaggio dinamico, in grado di evolversi raccogliendo le urgenze della modernità, dalla transizione energetica all’adattamento ai cambiamenti climatici, senza però perdere le nostre identità. Un paesaggio che sappia coniugare radici e innovazione, memoria e futuro».
Il ministro ha poi aggiunto: «Dove c’è spopolamento c’è desertificazione, c’è abbandono. Abbiamo il dovere di perseguire, attraverso il piano Olivetti in tutta Italia, un modello di sviluppo in cui decisore pubblico, istituzioni, corpi intermedi e privati riprendono a interagire virtuosamente per occuparsi del territorio, della società e quindi anche dell’ambiente circostante».
La nuova dichiarazione di intenti impegna i Paesi firmatari a potenziare la partecipazione pubblica, promuovere soluzioni innovative e interdisciplinari e integrare la dimensione paesaggistica nelle politiche sociali, culturali ed economiche. L’obiettivo è rafforzare la coesione territoriale e promuovere uno sviluppo sostenibile, riconoscendo il paesaggio come patrimonio identitario europeo.
Nel suo intervento, Giuli ha ammonito: «Abbiamo realizzato un paesaggio terrestre apocalittico. Il nostro titanismo e la nostra indifferenza hanno resuscitato forze smisurate su scala cosmica destinate a travolgerci», ma ha invitato a respingere «ogni fatalismo, ogni forma di rassegnazione disperata e millenaristica di fronte ai problemi che abbiamo di fronte».
Tra i relatori anche Bjorn Berge, vicesegretario generale del Consiglio d’Europa, che ha sottolineato l’urgenza del tema: «Il futuro dei paesaggi è essenziale per la nostra vivibilità, non solo dal punto di vista ambientale ma anche culturale. Le crisi ambientali e gli effetti del cambiamento climatico sono minacce per il futuro: ecco perché la pianificazione sostenibile del paesaggio è oggi un’urgenza».
Sull’importanza della tutela territoriale sono intervenuti, con un messaggio, anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. «Proteggere i nostri territori vuol dire assicurare loro una prospettiva di crescita» ha dichiarato Tajani, mentre Pichetto Fratin ha ricordato che «siamo chiamati a trovare soluzioni che coniughino innovazione, sostenibilità e sviluppo, affrontando i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, l’abbandono delle aree rurali e l’impatto economico».
Da Firenze a Firenze, venticinque anni dopo, l’Europa ribadisce la sua volontà di fare del paesaggio un motore di coesione, cultura e sostenibilità, in un dialogo che intreccia passato e futuro.
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