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28 Ottobre 2025 - 21:45
Ivrea affonda ancora: in via Torino scoppia l'acquedotto per la seconda volta in tre giorni
A Ivrea la storia si ripete. Sembra di raccontare una barzelletta. Solo che qui non ride più nessuno. Sono le 18 di martedì 28 ottobre e boom: la tubatura “riparata” sabato mattina è scoppiata di nuovo. L’acqua è tornata a zampillare come se nulla fosse stato fatto, la strada ha ceduto e il traffico è andato in tilt. Di nuovo.
Stessa scena, stesso film. Forze dell’ordine, vigili urbani e una città che affonda, letteralmente, nelle sue crepe. Auto deviate su viale della Liberazione, commercianti costretti a chiudere prima, clienti spariti e una rabbia che ormai si tocca con mano. Stavolta nessuno ha voglia di sentire scuse. “Serve un cambio di passo. Via Torino merita attenzione, sicurezza e rispetto — per chi ci vive, per chi ci lavora e per chi ogni giorno la attraversa…” tuona Andrea Breccolotti dei Fratelli d’Italia, che abita proprio in zona.
E come dargli torto? Mentre in via Piave continua a sgorgare acqua da giorni e a San Grato la “voragine” riparata sabato è già tornata a inghiottire l’asfalto, Ivrea scopre — non certo per la prima volta — che il problema non è la pioggia, ma una rete idrica vecchia e sgangherata, che ormai sembra tenuta insieme solo dalla buona volontà dei tecnici.



“È inammissibile che nel 2025 Ivrea si trovi in queste condizioni”, rincara Fabrizio Lotito, segretario cittadino di Fratelli d’Italia, chiamato da Breccolotti a constatare di persona l’ennesimo disastro. “Chiediamo interventi urgenti e strutturali per garantire sicurezza, decoro e vivibilità. Non si può continuare a mettere toppe su toppe e far finta che vada tutto bene.”
Sabato scorso, davanti all’ennesima voragine, il sindaco Matteo Chiantore aveva commentato con un disarmante “siamo senza parole”. E in effetti, le parole servono a poco quando l’acqua parla da sé. “Le tubature sono vecchie, Smat rifarà l’acquedotto in via Miniere e stiamo insistendo per via Jervis…” ci aveva detto, quasi rassegnato.
La verità, però, è un’altra: Ivrea poggia su un impianto idrico che cade a pezzi, un sistema che non regge più, figlio di decenni di manutenzione a spizzichi e bocconi. E i cittadini, intanto, pagano: in disagi, in traffico, in cantieri che nascono e muoiono come funghi dopo la pioggia.
Ogni pioggia è una minaccia, ogni perdita un presagio, ogni toppa una scommessa persa. Ivrea, un tempo città dell’innovazione, oggi sembra incapace perfino di contenere un tubo d’acqua. E mentre le buche diventano crateri e le strade si riempiono di transenne, qualcuno ancora prova a dire che “siamo al lavoro”.
I commercianti non ci credono più. E neppure i cittadini. Perché a forza di toppe, Ivrea rischia di diventare l’unica città dove le strade non si percorrono: si navigano. Insomma non siamo a Venezia ma poco ci manca...
A Ivrea ormai non è più una notizia: è una certezza. Si rompe, si ripara, e si rompe di nuovo. Da un anno la città convive con una rete di tubature vecchie e stanche che cedono una dopo l’altra, lasciando dietro di sé asfalto sbriciolato, traffico bloccato e cittadini infuriati.
L’ultimo episodio è di oggi, in via Torino, dove la tubatura “riparata” sabato 25 ottobre è esplosa nuovamente martedì 28, allagando la carreggiata e costringendo il Comune a chiudere il traffico e deviare le auto su viale della Liberazione. È la replica perfetta di un film già visto: acqua che sgorga, voragini che si aprono, vigili e tecnici Smat impegnati a tappare falle che sembrano infinite.
Ma la sequenza è lunga. Il 7 novembre 2024 una perdita gravissima, sempre in via Torino all’altezza del civico 237, ha imposto la chiusura della strada per ore. Appena un giorno dopo, l’8 novembre, altre due tubature si sono rotte quasi contemporaneamente costringendo il sindaco Matteo Chiantore ad ammettere che “non può essere un caso che tubi della stessa epoca si rompano insieme”.
Poche settimane prima, il 21 ottobre 2024, è stato il Lungodora a cedere: una perdita sotto la sede stradale ha creato un cedimento dell’asfalto e il traffico è andato in tilt. I residenti sono rimasti senza acqua per ore, mentre Smat correva ai ripari con un altro intervento d’urgenza.
All’inizio dell’anno, il 10 gennaio 2024, un tubo “esploso” in via Torino, all’incrocio con via Bellini, ha sollevato il manto stradale come una bolla d’aria e lasciato mezzo quartiere a secco. Poi, a fine gennaio, un’altra perdita in via delle Miniere e l'area è stata transennata per precauzione e per parecchi giorni
E non è finita. Il 20 gennaio 2025 l’acqua ha ripreso a scorrere sotto l’asfalto, sempre in via delle Miniere, mentre l’8 maggio 2025, una rottura di grossa portata in via Lago San Michele, nei pressi della Polveriera, ha trasformato la strada in un torrente: chiusa per ore, con Smat e tecnici comunali al lavoro fino a sera per riportare la situazione alla normalità.
Le tubature, alcune in cemento-amianto, risalgono a decenni fa. Smat promette interventi “strutturali”, ma i cittadini vedono solo cantieri che si aprono e si richiudono, senza che nulla cambi davvero.
Il risultato è una città dove l’acqua scorre nei punti sbagliati: non nei rubinetti, ma sotto l’asfalto. Ogni rottura diventa un presagio della prossima, ogni toppa un’illusione temporanea.
La sensazione è una sola: Ivrea non ha più bisogno di nuovi slogan, ma di nuove tubature.
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