Cerca

Attualità

Tombini intasati e pozzanghere ovunque: a Settimo la nuova polemica scende in strada

Dopo l’erba alta, i marciapiedi scassati e i topi, arriva l’ennesimo caso che fa discutere i cittadini: tombini pieni, strade allagate e nessuna manutenzione. Il consigliere Enzo Maiolino chiede più interventi, ma non crede che accadrà

Tombini intasati e pozzanghere ovunque: a Settimo la nuova polemica scende in strada

Elena Piastra

A Settimo Torinese non ci si annoia mai, altro che città bene amministrata. C’è sempre una nuova polemica pronta a tenere compagnia ai cittadini: un giorno è l’erba alta, il giorno dopo i marciapiedi scassati, poi le strade rotte, l'illuminazione che va e che iene, i topi e adesso, inevitabilmente, i tombini. Già, perché nella città che si vanta di essere “bella da vivere”, si può inciampare ovunque: sulle buche, sui cartelli storti, o sulle pozzanghere formato laghetto che si formano al primo temporale.

Tutto parte da un post sul gruppo social “Sei di Settimo se…”, dove un cittadino, con tono più rassegnato che polemico, scrive: “Chiedo per un amico: la manutenzione dei tombini nelle aree urbane è compito del Comune?”.

Domanda legittima, ma a Settimo le domande legittime diventano automaticamente provocazioni. E infatti, in pochi minuti, si scatena il dibattito: chi cita regolamenti, chi tira in ballo la Smat, chi scarica la colpa sulla pioggia, chi sulle foglie e chi – come sempre – sui cittadini che “non fanno la loro parte”.

Tra i commenti, qualcuno ricorda che a occuparsene dovrebbe essere l’assessore "a cinquestelle" Arnaldo Cirillo, l’uomo delle deleghe infinite: ambiente, energia, mobilità, partecipazione, beni comuni, transizione digitale, e – naturalmente – tombini. Praticamente un supereroe. 

tombino

Ma a riportare la discussione sulla terra ci pensa Enzo Maiolino, consigliere comunale di opposizione dei Fratelli d’Italia.  

“La Smat - scrive - effettua manutenzione su una percentuale di tombini all’anno, il resto su segnalazione. Ho chiesto all’assessore di discutere con Smat un aumento dei passaggi, ma credo non avverrà mai”.

In pratica, la città funziona come una lotteria: se sei fortunato, il tuo tombino finisce tra quelli puliti; se no, spera che non piova troppo.

Il resto dei cittadini, intanto, non sta a guardare.

“A Settimo i tombini in quelle condizioni è pieno, anche peggio. Alcuni completamente otturati da anni, ho fatto foto ovunque e sono ancora così”, scrive un altro utente.

E ancora: “Mi sembra strano che nessuno si accorge: polizia locale, qualcuno del Comune, assessori, chi balla… qualche ispettore, chiunque insomma”. Insomma, i tombini non sono invisibili: semplicemente, nessuno li guarda.

C’è chi prova a spiegare che le ostruzioni derivano da foglie, terra, cicche di sigaretta, cartacce e grassi accumulati. Ma la verità è che a Settimo si è persa l’abitudine alla manutenzione preventiva: si interviene solo quando l’acqua arriva alle ginocchia. E ogni volta, il copione è lo stesso: comunicato stampa, promessa di “monitorare la situazione” e qualche foto di operai al lavoro con in sottofondo la sindaca Elena Piastra in salsa "ingegnere" ed esperta meteorologa. Poi, silenzio. Fino al prossimo nubifragio.

Nel frattempo, i cittadini ironizzano.

“Strano che nessuno abbia ancora detto che mentre ti togli le erbacce davanti al cancello, puoi pulire anche il tombino”, scrive qualcuno. E non è detto che l’idea non piaccia ad un’amministrazione che non si prende una responsabilità che si una... "Problemi alle poste? Chiamare le Poste! Problemi ai pali della luce? Chiamare Enel! Problemi sulla raccolta rifiuti? Chiamare Seta! Problemi ai trasporti? Chimare GTT! E problemi ai tombini chiamare Smat...".

In poche parole: “Cittadini arrangiatevi”. 

Così, mentre i tombini restano otturati, la città si prepara all’ennesimo temporale con la stessa rassegnazione di chi sa già come andrà a finire: acqua che ristagna, strade allagate e commenti indignati. E magari, se va male, anche una nuova polemica.

C’è chi continua a segnalare, a scrivere, a insistere. Magari sperando che un giorno i tombini tornino a fare il loro mestiere. 

In fondo, “Settimo bella da vivere” non è solo uno slogan: è un esercizio di sopravvivenza urbana. Un gioco di equilibrio tra buche, pozzanghere e tombini ribelli. Un luogo dove la manutenzione programmata è un concetto esotico e la normalità è un ricordo lontano.

Eppure, tra una pozzanghera e l’altra, qualcuno ancora crede in Elena Piastra la visionaria e si fa "incantare" da un profilo Facebook pieno zeppo di "promesse incompiute". Basterebbe scorrerlo per capirlo. Sono a decine, per non dire centinaia.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori