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27 Ottobre 2025 - 22:12
Infermieri
Il clima si fa incandescente dentro le corsie degli ospedali dell’Asl To4. A incendiare gli animi è la decisione, definita “scandalosa” dal Nursing Up Piemonte e Valle d’Aosta, di dirottare i fondi destinati al pagamento degli straordinari del 2024 per coprire le spese legali dei contenziosi sulla vestizione e svestizione. Una mossa che, secondo il sindacato, colpisce nel vivo infermieri, Oss e professionisti sanitari che da mesi mandano avanti reparti in sofferenza, spesso senza neppure un’ora di riposo.
«È inaccettabile — tuona Claudio Delli Carri, segretario regionale — pensare di usare i soldi dei lavoratori, guadagnati per garantire la continuità dei servizi, per coprire le spese dei contenziosi dell’Azienda. Gli infermieri e gli operatori hanno già dato tutto, in condizioni difficili e con organici ridotti. Non riconoscere economicamente il loro impegno è un affronto che mina la dignità dei professionisti e mette a rischio le relazioni sindacali».
Il caso, per il Nursing Up, è tanto più grave perché solo poche settimane fa, il 21 ottobre, l’azienda e tutte le sigle sindacali avevano sottoscritto un verbale congiunto: la questione dei pagamenti legati ai contenziosi sulla vestizione e svestizione — ossia il tempo impiegato dagli operatori per indossare e togliere la divisa — sarebbe stata discussa in un tavolo regionale con l’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte. L’accordo, evidentemente, non ha impedito all’Asl di imboccare una strada unilaterale.
«La mancata erogazione degli straordinari — aggiunge il sindacato — non solo colpisce economicamente centinaia di lavoratori, ma mina la fiducia nei confronti dell’amministrazione». Tradotto: si rischia un effetto domino sulla tenuta del sistema. Perché se chi tiene in piedi ospedali e pronto soccorso comincia a sentirsi preso in giro, a pagarne il prezzo saranno i cittadini.
La questione dei tempi di vestizione non è nuova. Da anni si trascina nei tribunali, e la Cassazione, con l’ordinanza n. 12519 del 12 maggio 2025, ha ribadito che quel tempo deve essere considerato a tutti gli effetti “lavoro”. Anche il Tribunale di Ivrea, nei mesi scorsi, aveva condannato l’Asl To4 a riconoscere le differenze retributive dovute ai dipendenti. E ora, paradossalmente, l’azienda sanitaria sembra voler far pagare ai lavoratori i costi delle sue sconfitte legali.
«È una decisione arbitraria e inaccettabile — ribadisce Delli Carri — e se non arriverà un intervento immediato, saranno attivate tutte le azioni sindacali, legali e pubbliche necessarie a tutela dei professionisti sanitari e degli Oss. Il diritto a essere retribuiti per il lavoro già svolto è un principio basilare di giustizia, oltre che di civiltà amministrativa. Non accetteremo che venga calpestato».
Fonti interne raccontano di reparti allo stremo: turni di dodici ore, ferie saltate, e una coperta sempre più corta per garantire i servizi essenziali. In questo scenario, tagliare gli straordinari per ripianare spese legali appare non solo ingiusto, ma anche miope.
Dall’altra parte, l’Asl To4 prova a smorzare i toni: sostiene che la sospensione dei pagamenti non è una negazione del diritto, ma una misura temporanea “cautelativa”, in attesa di chiarimenti legali da parte della Regione. Ma la spiegazione, per il Nursing Up, non regge.

Il direttore dell'Asl To4 Luigi Vercellino
Il sindacato parla di “un precedente pericoloso”, che potrebbe aprire la strada a un utilizzo discrezionale dei fondi contrattuali. In sostanza, i soldi che dovrebbero finire nelle buste paga rischiano di essere dirottati altrove, trasformando un diritto in una concessione.
E mentre si attende una presa di posizione ufficiale dall’assessorato regionale, cresce la rabbia tra i lavoratori. “Siamo noi a garantire la sanità pubblica — commentano alcuni infermieri — e lo facciamo a caro prezzo. Ma se il rispetto per il nostro lavoro scompare, presto scomparirà anche la voglia di restare”.
Insomma, nell'Asl To4 la tensione è altissima. E questa volta non bastano parole o tavoli di confronto: servono risposte, perché il personale sanitario non chiede favori, ma solo di essere pagato per il lavoro che ha già fatto.
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