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Elezioni a Venaria, crepe in maggioranza: i Moderati non danno il simbolo a Giulivi & co.

La consigliera Barbara Virga: “Promesse disattese e simboli riesumati”

Elezioni a Venaria, crepe in maggioranza: i Moderati non danno il simbolo a Giulivi & co.

Elezioni a Venaria, crepe in maggioranza: i Moderati non danno il simbolo a Giulivi & co.

Alla presentazione della ricandidatura del sindaco uscente di Venaria Reale Fabio Giulivi, in corso proprio ora, nella cornice della biblioteca civica Tancredi Milone alla presenza del gotha del centrodestra regionale (da Alberto Cirio a Roberto Rosso, per dirne un paio) mancavano il simbolo e la presenza di Noi Moderati, partito guidato da Maurizio Lupi, la cosiddetta “quarta gamba” del centrodestra nazionale.

Eppure a giugno, in occasione del Congresso Provinciale del partito tenutosi proprio nella Reale, il sostegno a Giulivi sembrava scontato, soprattutto a seguito della nomina a Coordinatore del partito per tutta la zona Ovest di Barbara Virga, consigliere capogruppo del gruppo misto della maggioranza che sostiene Giulivi. La consigliera peraltro, aveva rivestito un ruolo determinante già a dicembre, in occasione dell’approvazione del bilancio, quando Giulivi era praticamente fuori da Palazzo Civico a causa della defezione di due consiglieri su cinque della sua lista civica, Venaria Riparte, Accorsi e Dei, passati all’opposizione. In quella occasione la Virga pare fosse addirittura rientrata in corsa da un impegno all’estero per tenere a galla il primo cittadino, dopo essere rientrata in maggioranza, dalla quale era uscita nel 2021 per protesta contro un insulto sessista pronunciato in Consiglio dall’allora capogruppo leghista Marco Palmieri, dimissionario solo molto tempo dopo, insulto a dire della Virga “non stigmatizzato a dovere dal sindaco e dalla maggioranza”. 

Dopo l’ingresso della Virga in Noi Moderati, qualcosa però è nuovamente cambiato. Già a fine agosto, la consigliera si era smarcata dichiarando pubblicamente di declinare l’offerta del primo cittadino di seguirgli la campagna elettorale nella veste professionale di comunicatore, come avvenuto nella precedente tornata, “per non creare confusione tra professione e ruolo politico rispetto a quello che allora era un semplice candidato ed oggi invece un sindaco uscente”.

Ora la defezione del suo partito alla presentazione della ricandidatura di Giulivi.

Abbiamo deciso –afferma il segretario provinciale di Noi Moderati Antonio Punzurudu- di congelare l’adesione alla campagna di Fabio Giulivi in quanto non abbiamo ancora ottenuto risposte politiche su temi importanti riguardanti il presente ma soprattutto il futuro della città, che avevamo sottoposto al primo cittadino già a fine agosto. Noi Moderati – continua Punzurudu -  si pone come forza di territorio, molto vicina al civismo. Ragion per cui in una fase in cui tutti i partiti sembrano attenti solo alla futura competizione elettorale e alle caselle da occupare, il nostro progetto politico prevede invece l’ascolto delle istanze dei cittadini. La nostra consigliera Barbara Virga –conclude- a dicembre e poi a giugno, in occasione dei bilanci, ha responsabilmente tenuto i numeri in consiglio per evitare alla città un Commissariamento che avrebbe bloccato di fatto le opere finanziate dal PNRR. Ma a bocce ferme abbiamo messo sul tavolo del sindaco una serie di temi rispetto ai quali serve un cambio di rotta a beneficio presente e futuro dei cittadini. Tuttavia, ad oggi, non abbiamo ricevuto riscontro. Trovo un espediente abbastanza ridicolo – sottolinea Punzurudu- che il sindaco, invece che dialogare con noi su temi importanti per la città, mischi le carte suggerendo ai cittadini un sostegno che ancora non c’è, riesumando per la presentazione della sua ricandidatura il simbolo dell’UDC, che è peraltro forza che si è spesso confederata a Noi Moderati, con il quale la nostra Virga ha corso alle scorse elezioni da indipendente, non essendo riuscita a registrare per tempo un proprio simbolo, ma risultando determinante per portare Giulivi alla vittoria. In Venaria –conclude - quello dell’UDC al momento ci risulta un simbolo che non ha corrispondenza sul territorio”.

In effetti, subito dopo le elezioni del 2020, e prima di passare in opposizione, la Virga ridenominò il gruppo con la propria dicitura civica “Venaria & Futuro”, registrandone nel frattempo il marchio.

Anche Il presentatore della lista UDC Antonio Nocerino si dissociò immediatamente insieme ad una decina di fedelissimi della consigliera, in dissenso con il referente provinciale dell’UDC, Paolo Greco Lucchina, che indicò al posto della Virga alla carica di assessore il non eletto Luigi Tinozzi, rimasto poi in carica pur senza copertura politica in consiglio di fatto in quota al Sindaco. Il terzo eletto, Giovanni Giarrizzo, diversamente abile, finì addirittura per essere estromesso dalla consulta disabili della città di cui faceva parte già in precedenza. La quarta classificata, Antonella Ipsa, vicina a Tinozzi che ha anche le deleghe agli anziani, è attualmente nella bufera dopo essere stata sfiduciata dalla presidenza del Centro per Anziani “P.Bonino” dal direttivo, a seguito del defenestramento del tesoriere del centro Pietro Lavanga, che ha denunciato gravi irregolarità nella gestione alla Commissione di Garanzia Comunale composta dal Dirigente, dal Segretario Comunale e dal Comandante dei Vigili, i quali dovranno pronunciarsi a breve. 

Lo stesso Tinozzi da tempo sembra ormai rientrato nei ranghi di Forza Italia da cui proveniva. Presente all’ultimo congresso regionale e cittadino, pare abbia contribuito non poco all’operazione congressuale che ha dato il benservito a Rosario Galifi, attuale capogruppo in Consiglio, sostituendolo alla segreteria con Monica Federico, anche lei assessore della Giunta Giulivi, e stia facendo già da tempo campagna acquisti per la lista forzista. 

Non entro nel merito personale –commenta Virga-. Del resto è un dato che la gratitudine spesso non appartiene a questo mondo e neppure alla politica. Mi viene da supporre che la riesumazione del simbolo UDC in vista delle elezioni potrebbe essere orientata a replicare, a scapito di qualche malcapitato, quanto accaduto nella scorsa tornata ai danni della sottoscritta, che ingenuamente credeva di correre ad armi pari e che le scelte assessorili sarebbero state fatte per competenza e per risultato politico raggiunto, in un’ottica di vero rinnovamento, rispetto a colleghi che, con tutto il rispetto, hanno fatto bello e cattivo tempo nella politica venariese negli ultimi 40 anni con qualunque colore abbia assunto la giunta. Invece, dal momento che i numeri di partiti centristi non sono stati e forse non saranno tali da garantire più di un assessore, è lecito supporre che utilizzando simboli in disuso sul territorio si vogliano garantire nuovamente più posti al sole ai soliti noti che evidentemente sono nelle corde del sindaco, in quanto di sicuro meno critici della sottoscritta, che non è mai stata disposta a dire che l’asino vola quando non vola. Per il bene di Venaria spero comunque di essere smentita dai fatti. Ad ogni modo i venariesi non sono fessi, quindi –conclude- preferisco concentrarmi, in questo ultimo scorcio di mandato, sulle tante cose concrete da correggere”. 

A preoccupare Noi Moderati è soprattutto lo stato delle manutenzioni, la gestione delle politiche turistiche e della casa e la situazione delle società partecipate, le cui deleghe sono direttamente in capo al primo cittadino. 

E’ un dato che i tagli di nastro della Giunta per manifestazioni che non portano reali ricadute per lo sviluppo della città hanno ormai superato di gran lunga i tagli dell’erba, per cui Venaria questa estate è stata preda di una jungla fatta di erbacce, zanzare, blatte e perfino qualche serpente ai giardini pubblici. Abbiamo case popolari vuote e gente che non sa dove trovare un tetto. Spacciamo eventi male organizzati, seppure a caro prezzo, dal passaggio della Vuelta alla sagra del cinghiale, per le grandi occasioni turistiche che non sono. Sembra di essere tornati al “panem et circenses” dei tempi di Nerone per ingraziarsi il popolo, mentre i cittadini si lamentano con i consiglieri e in molti casi soffrono la congiuntura e il sistema delle partecipate rischia di non reggere”. 

Virga fa riferimento all’ultimo bilancio consolidato delle società partecipate, le cui deleghe sono in capo direttamente al primo cittadino, ed in particolare alla situazione della Azienda Speciale Multiservizi, per la quale i revisori dei conti hanno raccomandato al Comune di “vigilare attentamente ed impostare politiche di riduzione dei costi e di efficientamento dell’organizzazione e della gestione aziendale”. 

Per ridurre –afferma la consigliera Virga- si fa per dire, la perdita a un milione e trecentomila euro del bilancio consolidato si è dovuto ricorrere ad un artificio contabile, inserendo nel perimetro delle partecipate anche quelle partecipazioni minime di legge, come la quota Smat, per approfittare dei loro mega bilanci positivi per compensare le forti carenze delle partecipate al 100% del Comune. In particolare –aggiunge- dopo tre anni sono stati sottoposti al Consiglio tre bilanci mai visti prima di Asm, la quale ad oggi è in perdita per 400mila euro circa, per cui dovrà sicuramente attingere al fondo di riserva. La carenza rischia di essere strutturale, perché deriva dalla progressiva messa a bando delle farmacie prevista dalle nuove norme, una già persa quest’anno per circa 90mila euro in meno di introiti, che ad una interrogazione di un collega sono stati giustificati invece col fatto che la gente si sarebbe ammalata di meno. Da ridere per non piangere”. 

Il bilancio ASM rappresenta in effetti il secondo pilastro delle casse comunali. E soprattutto consente di mantenere in piedi il welfare, in particolare il sistema di asili e mense scolastiche. Di recente peraltro, il Presidente ASM, l’avvocato Marco Milan, è risultato tra i 38 indagati dell’inchiesta sulla cosiddetta “cricca” della Asl To4 in quanto consulente delle partecipata che gestiva l’ospedale di Settimo e della cooperativa che gestiva i servizi infermieristici.

Di questo passo – afferma Virga che ha lanciato l’allarme sui conti in Commissione Bilancio- si dovrà scegliere se rinunciare ad alcuni dipendenti, oppure aumentare i prezzi dei pasti per i bambini, ovvero dismettere la struttura sportiva in capo all’ASM. E anche le altre partecipate Gesin e Fondazione –continua- non sono messe bene per svariate ragioni. In particolare Gesin viene richiamata dal 2020 per regolare la propria posizione su una serie di crediti e ha di recente ricevuto la lettera di protesta da parte di un sindacato nazionale per aver inibito l’accesso di un proprio sindacalista ai locali, situazione –precisa Virga- per cui ho presentato interrogazione dal momento che si rischia una vertenza per condotta antisindacale”.

Per la Fondazione è invece scaduto il 15 ottobre il bando per il nuovo direttore dopo il pensionamento dell’attuale, Mirco Repetto. 

“Un bando del tutto sui generis nella formulazione– sottolinea Virga- per un direttore cui è richiesto di fare di tutto e di più, compreso avviare il nuovo Hub culturale, ma part time, e con precisazione che può risiedere anche fuori Torino e non essere sempre presente. Il che fa supporre che poi, data la mole di lavoro, sarà necessario ricorrere a consulenze esterne a caro prezzo. Il Teatro oltretutto – prosegue- continua ad essere il tallone di Achille di una Fondazione che non ha mai trovato soci e che quindi è un pozzo senza fondo di spese per la collettività, oltre ad essere ferma su eventi che vanno rinnovati. La scelta di revocare senza ulteriori approfondimenti, ad inizio mandato, la chiusura di Fondazione scelta dalla precedente amministrazione forse non è stata abbastanza ponderata. Tanto che per il teatro si era parlato poi di esternalizzarlo. Ma ora francamente non comprendo quali siano gli orientamenti per il futuro. Tutti pensano solo a costruire squadre elettorali –conclude- e fare presentazioni in pompa magna. E i cittadini? E’ onesto non fare il gioco delle tre carte con le partecipate, essere corretti con i venariesi, stabilire da ora quali strade si intende prendere per le aziende di cui il Comune è proprietario ed inserirle nel programma elettorale, invece che rimandare il problema a dopo le elezioni.”.

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