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16 Ottobre 2025 - 10:33
Elezioni 2026 a Venaria: presentata la Coalizione Civica Venariese. Un cartello di liste contro Giulivi & co.
Aria di elezioni a Venaria Reale. E stavolta, a muoversi per primi non sono i partiti, ma le liste civiche. La Coalizione Civica Venariese 2026, guidata da Venaria al Centro di Andrea Accorsi e Andrea Dei, insieme a La Tua Lista Civica di Mimmo Dellisanti e Valter D’Apice, cresce ancora. Ieri sera, nella caffetteria Samy di via Aldo Canale, sono state presentate due nuove realtà che entrano ufficialmente nella coalizione: Noi Pensionati per Venaria e Venaria Futura. Due sigle che promettono di cambiare il tono del dibattito politico cittadino, spostando il baricentro dal simbolo di partito al volto dei cittadini.
A presentarle, davanti a una sala gremita di curiosi, militanti e giornalisti locali, è stato lo stesso coordinamento della coalizione. Un incontro che ha avuto l’aria di un debutto, ma anche di una dichiarazione d’intenti. “Nasce qualcosa di diverso: un progetto che mette le persone prima dei partiti”, si leggeva già nella locandina d’invito. E, ascoltando i protagonisti, la differenza la si è percepita.
A prendere la parola è stato Giovanni Dellaquila, medico in pensione e referente della lista Noi Pensionati per Venaria. Voce calma ma ferma, ha aperto con una fotografia precisa della città: “Oggi nasce ufficialmente una lista nata dall’ascolto reale di una comunità importante: 9.400 cittadini della nostra città con più di 64 anni. Non un numero, ma una forza viva che ha contribuito alla costruzione di questa città e che chiede oggi attenzione e voce”.
Poi l’affondo, quello che racconta più di mille programmi: “Siamo una parte fondamentale della comunità, con bisogni concreti e diritti spesso inascoltati. Vogliamo un’assistenza più vicina alle famiglie, un vero potenziamento dell’assistenza domiciliare sanitaria, perché chi è fragile non può essere costretto a lunghe attese o spostamenti impossibili”.
Dellaquila insiste sul concetto di cura, parola quasi dimenticata nel linguaggio politico: “Crediamo nei circoli, nei centri d’incontro, nei luoghi dove nascono relazioni e si combatte la solitudine. Non possiamo accettare che la storica bocciofila venga lasciata a morire nell’abbandono. Noi Pensionati per Venaria non è soltanto una lista, è la voce che mancava. Portiamo esperienza, buon senso e la volontà di dare dignità a chi ha costruito questa comunità”.
L’intervento di Dellaquila non è un discorso politico nel senso classico: è un appello civico. Non parla di poltrone, ma di marciapiedi rotti, di bocciofile chiuse, di servizi che non arrivano. È il linguaggio concreto di chi non vuole sentirsi tagliato fuori.
A parlare poi Michele Pistillo, referente della neonata Venaria Futura. Giovane, ma con un tono deciso, porta un’energia diversa: quella di chi guarda avanti senza cancellare ciò che è stato. “La nostra città merita di più”, dice. “Venaria non è solo la Reggia, è una comunità fatta di quartieri, di famiglie, di giovani e anziani che chiedono ascolto e risposte concrete”.
Il tema della sicurezza ritorna, ma con un taglio inedito: “Non la intendiamo come slogan, ma come responsabilità quotidiana. Sicurezza significa maggiore presenza sul territorio, strade curate, luoghi pubblici vivi. Non una città sporca o abbandonata che genera preoccupazione, ma una città vissuta e controllata. La sicurezza è prevenzione, è prendersi cura del territorio e delle persone”.
Pistillo spinge anche sull’ambiente urbano, tema che spesso resta ai margini delle campagne locali: “Vogliamo una Venaria a misura d’uomo, dove i giovani abbiano luoghi per incontrarsi e crescere. Dove ogni quartiere riceva la stessa attenzione. Un marciapiede rotto non deve essere un ostacolo per un disabile o un anziano. La cura dello spazio pubblico è rispetto per la persona”.
E poi chiude con un invito che sa di manifesto: “Venaria Futura è questo: non promesse, ma impegno. Partecipate, portate idee, siate protagonisti. Il futuro non si subisce, si decide!”.
Nel suo intervento finale, il coordinamento della Coalizione Civica ribadisce l’obiettivo comune: “Offrire alla città un’alternativa reale ai partiti politici tradizionali, che non deve rendere conto a nessuna segreteria, ma ai bisogni concreti dei cittadini. Siamo donne e uomini liberi, che rispondono solo alla comunità”.
Un messaggio che ha il sapore di un avviso: la corsa per Palazzo Civico è ufficialmente cominciata.
La coalizione, nata attorno all’asse Accorsi–Dei, punta a consolidarsi come terza forza, capace di attrarre l’elettorato deluso tanto dal centrodestra quanto dal centrosinistra. E il linguaggio scelto — “ascolto”, “dignità”, “partecipazione” — parla a un elettorato che vuole contare, non essere contato.
Dietro le parole, però, c’è una partita politica di peso. Le amministrative del 2026 sono ancora lontane, ma la scacchiera è già quasi completa. Il centrodestra ha scelto la via della continuità con Fabio Giulivi, sindaco uscente e uomo di fiducia della Lega e di Forza Italia. Due endorsement di spessore — il senatore Roberto Rosso e il deputato Alessandro Benvenuto — hanno di fatto blindato la sua candidatura. Rosso ha parlato di “amministratore capace, concreto e vicino alla sua comunità”, mentre Benvenuto ha ribadito che “i cittadini sanno riconoscere chi ha governato con responsabilità”.
Il messaggio è chiaro: Giulivi sarà di nuovo della partita. E lo farà forte di una macchina collaudata, pronta a rivendicare risultati e stabilità.
Sul fronte opposto, il centrosinistra si conta. Tra tavoli, incontri e riunioni a porte chiuse, i nomi circolano, ma la sintesi ancora manca. In corsa ci sono Stefano Mistroni, capogruppo dem e volto noto della politica venariese; Davide De Santis, storico esponente del Movimento 5 Stelle; Maria Chiara Catania, di “Uniti per Cambiare”, stimata per il suo approccio civico e riformista; e Rossana Schillaci, già candidata sindaca nel 2021 e oggi consigliera metropolitana con deleghe importanti.
A questi si aggiungono Alessandro Brescia, figura attivissima nei tavoli di opposizione, e il nome più “trasversale” emerso negli ultimi mesi: Mirco Repetto, direttore della Fondazione Via Maestra, considerato da molti come il profilo ideale per unire le diverse anime progressiste.
Una rosa ampia, forse troppo. Perché in politica, come nella vita, l’abbondanza senza direzione rischia di diventare frammentazione. E senza un candidato forte e condiviso, il centrosinistra rischia di arrivare tardi alla sfida.
È in questo spazio che si muove la Coalizione Civica. Andrea Dei lo sa bene. Uscito dalla maggioranza lo scorso autunno, ha scelto di mettersi in gioco su un terreno diverso: quello dell’indipendenza. Con lui Andrea Accorsi, già volto noto dell’impegno civico, e una rete di associazioni e cittadini che si riconoscono in un progetto senza etichette.
Il loro obiettivo è intercettare il voto libero, quello di chi non vuole più sentirsi ostaggio delle appartenenze. Dei, che da tempo lavora per costruire una proposta “dal basso”, non nasconde l’ambizione: “Non vogliamo essere una lista di protesta, ma di proposta. La città ha bisogno di persone competenti e disinteressate, non di comitati elettorali improvvisati”.
Il linguaggio è prudente, ma la direzione è chiara. Mentre il centrodestra si compatta e il centrosinistra si divide, le liste civiche provano a fare rete, portando nel dibattito pubblico un’idea diversa di partecipazione.
Dove gli altri parlano di alleanze, loro parlano di comunità. Dove gli altri misurano i voti, loro contano le persone. E forse, in una città come Venaria, abituata a ribaltare i pronostici, è proprio lì che si gioca la partita.
Le amministrative del 2026 non saranno un referendum sul passato, ma una sfida tra tre idee di città: la continuità di Giulivi, la ricomposizione faticosa del centrosinistra e la scommessa civica di chi, come Dei, prova a costruire dal basso una casa per chi non ne ha più una politica.
Nel frattempo, la Coalizione Civica Venariese continua a crescere. E lo fa scegliendo temi concreti, lontani dalle liturgie di partito: anziani, giovani, quartieri, servizi, sicurezza, dignità.
Mentre la politica tradizionale discute di coalizioni e incarichi, loro parlano di strade, persone, ascolto.
Forse è questo il vero segnale che qualcosa, a Venaria, sta cambiando.
E che, per una volta, il cambiamento non passa da un simbolo elettorale, ma da un tavolino di caffetteria, dove la gente si guarda negli occhi e decide di riprendersi la città.
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