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Caluso soffocata dai cattivi odori: «Non possiamo più respirare», la sindaca promette nuovi controlli

I residenti denunciano da mesi l’aria irrespirabile tra via Mazzè e viale Europa. In corso il monitoraggio con Arpa e Regione, ma il Comune ammette: «Serve un’azione più ampia»

Caluso soffocata

Caluso soffocata dai cattivi odori: «Non possiamo più respirare», la sindaca promette nuovi controlli

Da mesi a Caluso l’aria ha un sapore amaro. Quando soffia il vento del nord, dalla località Crava, ai confini tra la frazione Barengo di Mazzè e il centro abitato, un odore nauseabondo invade la zona di viale Europa e via Mazzè, rendendo l’atmosfera pesante, quasi irrespirabile. Il fenomeno, ormai costante, ha spinto un gruppo di residenti a riunirsi in un comitato spontaneo, portando avanti una petizione presentata lo scorso anno alla sindaca Maria Rosa Cena.

Secondo i cittadini, la causa sarebbe riconducibile all’attività dell’azienda Valore Piemonte, che da anni gestisce un impianto per la raccolta e il transito di carcasse animali, oli vegetali e scarti alimentari. Si tratta del secondo deposito per dimensioni tra Piemonte e Valle d’Aosta, un’infrastruttura che per alcuni rappresenta un presidio necessario, per altri una fonte di disagio quotidiano. Tuttavia, le accuse restano ancora da verificare. Da un anno è in corso un iter di analisi e rilevazioni condotto dagli enti competenti, ma finora non sono arrivate conferme ufficiali sull’origine delle emissioni.

Interpellata sul tema, la sindaca Maria Rosa Cena ha descritto un quadro complesso, in cui i tempi della burocrazia si scontrano con l’urgenza delle famiglie che respirano quell’aria ogni giorno. «Siamo consapevoli di questa problematica ormai da un po’ di tempo» spiega. «Abbiamo organizzato diversi tavoli tecnici con Arpa, Asl, Spresal, Città Metropolitana e Regione Piemonte. Nell’ultimo incontro si è deciso di applicare la procedura prevista dalla DGR 13-4554/2017 e dal decreto MASE n. 309/2023, che stabilisce come primo passo l’avvio di un monitoraggio sistemico del disturbo olfattivo. È un punto di partenza importante, ma non sufficiente: è solo l’inizio di un percorso di controllo più ampio».

Il tavolo tecnico del 25 settembre ha segnato una prima svolta operativa. «Abbiamo concordato di effettuare un monitoraggio puntuale nei momenti in cui le emissioni si manifestano, per raccogliere dati concreti» precisa la sindaca. «In parallelo, gli enti coinvolti hanno valutato una serie di interventi e opere che dovranno essere eseguiti dal gestore dell’impianto per migliorare la situazione».

Molti residenti, però, ritengono che le procedure siano troppo lente rispetto alla realtà quotidiana. Le giornate di vento si trasformano in un incubo per chi vive a ridosso del sito. «Il Comune non può agire in modo autonomo» chiarisce Cena. «Siamo obbligati a operare in coordinamento con gli enti competenti, e lo stiamo facendo costantemente. Ogni decisione deve essere condivisa e conforme alla normativa, per evitare errori o interventi inefficaci».

Intanto la tensione cresce anche sul fronte economico. L’azienda Valore Piemonte, chiamata in causa dai cittadini, ha ribadito di possedere tutte le autorizzazioni necessarie e di sentirsi oggetto di un atteggiamento “aggressivo”. Una polemica alla quale la sindaca risponde con equilibrio: «Abbiamo invitato i cittadini a non rivolgersi direttamente al gestore dell’impianto. Il Comune non può sospendere o chiudere un’attività basandosi solo sulla percezione di cattivi odori. Le segnalazioni devono passare dai canali istituzionali, che hanno il compito di trasmetterle agli enti di controllo. L’obiettivo è duplice: tutelare la qualità della vita dei cittadini e garantire, al tempo stesso, il rispetto delle attività economiche regolari del territorio. Serve equilibrio, e serve responsabilità da parte di tutti».

Il caso di Caluso non è isolato. Episodi simili sono stati segnalati anche tra San Giusto e San Giorgio Canavese, dove le esalazioni provenienti da aree industriali hanno suscitato proteste analoghe. «Le molestie olfattive rappresentano un disagio diffuso in tutte le aree dove sono presenti impianti produttivi che generano odori» osserva la sindaca. «Ogni Comune deve affrontare il problema in base alle proprie specificità, ma il rispetto delle regole e la collaborazione tra enti restano fondamentali».

Per ora, dunque, la vicenda resta aperta. Mentre l’autunno avanza e i venti del nord tornano a soffiare, Caluso continua a respirare a metà, sospesa tra l’attesa dei dati ufficiali e la speranza che il monitoraggio faccia chiarezza. Per i cittadini, la priorità è semplice: riavere un’aria pulita. Per il Comune, l’obiettivo è più complesso: trovare un equilibrio tra diritto alla salute e tutela del lavoro.

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