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23 Ottobre 2025 - 21:48
Ivrea di notte
La movida eporediese torna al centro del dibattito politico. Dopo gli episodi di degrado e disordini verificatisi tra corso Massimo d’Azeglio e corso Botta, i consiglieri comunali Andrea Cantoni e Marzia Alessandra Vinciguerra del gruppo “Giorgia Meloni per Cantoni Sindaco – Fratelli d’Italia” e Antonio Cuomo della Lista civica Sertoli Sindaco, hanno presentato una mozione che sarà discussa nel prossimo Consiglio comunale. Il titolo non lascia spazio a dubbi: “Movida selvaggia. Non ci sono alternative?”
Un interrogativo che diventa provocazione, ma anche proposta: da un lato il riconoscimento di una situazione “sregolata” e sempre più difficile da gestire, dall’altro la volontà di cercare una via diversa rispetto alla sola repressione.
“La movida selvaggia che sta caratterizzando la zona del centro cittadino – scrivono i firmatari – è la manifestazione dello stato critico dell’intrattenimento serale e notturno eporediese e deve essere affrontata con un piano serio e condiviso”.
Secondo i proponenti, il fenomeno può essere arginato agendo su due fronti: promuovendo una “movida sana” che offra alternative di svago, cultura e socialità, e contrastando con decisione i comportamenti vandalici e i danneggiamenti all’arredo urbano, spesso configurabili come veri e propri reati.
“Questi interventi – si legge nel testo – andrebbero a beneficio non solo della cittadinanza, che vivrebbe in un clima di maggiore sicurezza e decoro, ma anche dei commercianti ed esercenti, oggi in grande difficoltà”.
La mozione impegna quindi il sindaco Matteo Chiantore e la Giunta comunale a valutare, insieme ai soggetti interessati e agli operatori economici, un piano per aiutare i gestori dei locali e al tempo stesso disincentivare gli atti vandalici. Non solo divieti ma un approccio che coinvolga il tessuto urbano, economico e sociale della città.
Nelle intenzioni dei consiglieri, l’obiettivo è duplice: restituire a Ivrea un’idea di divertimento che non si trasformi in degrado e sostenere chi lavora in un settore che – tra crisi economica, norme restrittive e problemi di ordine pubblico – fatica a reggere.
Sullo sfondo resta una domanda che serpeggia da mesi tra residenti e amministratori: come conciliare il diritto al divertimento con quello al riposo e alla sicurezza? La mozione Cantoni-Vinciguerra-Cuomo rilancia il tema, chiedendo un’azione concreta della maggioranza.
Il documento sarà inserito all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio comunale. E promette di accendere un confronto acceso, tra chi chiede più regole e chi invoca più libertà, in una città che – almeno la notte – sembra non riuscire più a trovare il suo equilibrio.

C’è chi la chiama movida selvaggia, chi “degrado notturno”, chi semplicemente "sabato sera". E poi ci siamo noi, che la osserviamo da dietro le tapparelle abbassate, chiedendoci quando sia diventato reato ridere forte dopo le dieci e mezzo.
Perché a Ivrea, come altrove, il problema non è tanto la movida, quanto il suo contrario: la noia. Quella che fa più danni di cento bottiglie rotte, che svuota i bar prima ancora dei controlli della Polizia municipale. E così, mentre qualcuno scrive mozioni per una movida sana, altri provano a ricordare che il divertimento non è una malattia da curare con l’ordinanza.
Dicono: “Serve una movida sana.” E uno immagina la movida con il certificato medico, la dieta mediterranea, il passo lento e la borraccia d’acqua frizzante. Magari in compagnia del vigile urbano che controlla i decibel e ricorda gentilmente di non poggiare il bicchiere sulla panchina comunale.
Invece il divertimento – quello vero – è anarchico per natura. Non si fa incasellare nei regolamenti, non chiede permesso ai piani del traffico. A volte stona, a volte urla, a volte combina guai. È l’altra faccia della vita: quella che non ha paura di sporcarsi, di sbagliare, di farsi sentire.
Certo, nessuno difende i vandali. Ma se ci riduciamo a pensare che ogni risata sia un preludio a un reato, allora sì che abbiamo perso. Non il sonno: proprio il senso del vivere insieme.
Perché una città senza divertimento non è più sicura, è solo "spenta". Le strade diventano corridoi vuoti, i portici dormitori per i fantasmi, i locali insegne sbiadite. E noi, cittadini modello, finiamo a lamentarci del silenzio, dei bar vuoti o chiusi, dopo aver vinto la battaglia contro il rumore.
In fondo, la movida è solo lo specchio di quello che siamo: se è selvaggia, è perché abbiamo dimenticato come divertirci da persone civili. E allora forse la domanda giusta non è “non ci sono alternative?”, ma: “abbiamo ancora voglia di vivere insieme?”
Perché la notte, con tutti i suoi difetti, almeno ha una virtù: ci ricorda che una città viva fa rumore. Anche se a qualcuno dà fastidio.
LA VOCE DEL CANAVESE
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