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22 Ottobre 2025 - 14:57
Il bancomat dorme a Leinì da 15 giorni. A Settimo il postino non suona più... E la sindaca
C’è un’Italia che viaggia con la fibra ottica, e poi c’è Settimo Torinese, dove la posta ancora si perde come ai tempi del Pony Express. Non arriva, non parte, si ferma a metà strada.
Lettere, bollette, carte di credito: tutto rallenta, si inceppa, si blocca. Amen.
E in mezzo a questo caos c’è Renzo De Caroli, un cittadino qualunque, che il 2 ottobre chiede in banca un duplicato del suo bancomat. Operazione semplice, routine. Il 3 non arriva, il 4 non arriva, il 5 neanche, il 6 chiede spiegazioni. Gli dicono che la carta è stata stampata e spedita il 3 ottobre. Perfetto, pensa lui: in pochi giorni arriverà.
Sì, come no.
Passano i giorni, il bancomat non si vede. De Caroli va alle poste di via Fantina, dove gli spiegano che “la busta è a Leinì, dal 6 ottobre”. E non è una metafora: è proprio lì, a dormire, dentro una casella.
“È ferma lì da quindici giorni”, commenta l’impiegata, in tutta serenità.
De Caroli, esasperato, si fa dare il numero di tracciamento e parte alla volta di Leinì, come un moderno Indiana Jones in cerca della reliquia smarrita. Arriva alle Poste, lo consegna, e l’impiegata – senza neanche fingere stupore – apre un cassetto e gli porge la busta. “Eccola qua. Quindici giorni che è qui”.
Nessuno chiede scusa. Nessuno si scompone. La direttrice, racconta Renzo, lo guarda addirittura compiaciuta, con quell’aria di chi ti fa intendere “bravo, ce l’hai fatta, hai risolto il mistero”. Come se la consegna di una busta dopo due settimane fosse una conquista civile, un traguardo epico.
De Caroli si sfoga, alza la voce, e se ne va promettendo che presto “avrà loro notizie”.
Purtroppo questa non è solo la storia di un bancomat. È l’emblema di un sistema postale che a Settimo Torinese è ormai andato a "puttane".
Da mesi si moltiplicano le segnalazioni di disservizi: bollette recapitate dopo la scadenza, raccomandate scomparse, pacchi parcheggiati per settimane.
La verità è che dopo la chiusura del centro di smistamento cittadino e il trasferimento a Leinì, la situazione è degenerata. La corrispondenza parte, ma spesso non arriva. E quando arriva, lo fa tardi e male.
E il Comune?
L’Amministrazione guidata dalla sindaca Elena Piastra avrà preso posizione? Avrà protestato? Avrà chiesto conto a Poste Italiane o se ne sarà semplicemente "sbattuta" come fa di solito, con l'acqua, con gli autobus, con i treni, con l'erba, con i topi, con le strade, con il gas, con l'illuminazione pubblica, sostenendo che il problema non è affar suo
Boh! Forse è in attesa di una lettera anche lei. Magari quella con la risposta è rimasta anch’essa bloccata a Leini, in compagnia del bancomat.
Nel frattempo i cittadini si arrangiano, telefonano, girano uffici, implorano informazioni. Le Poste promettono “verifiche” e “ripristini del servizio”, ma la realtà è che a Settimo si è persa la cosa più preziosa: la fiducia.
E la pazienza.
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