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Cronaca

Mandria, un pugno in faccia alla memoria: distrutti i totem della storia

Danneggiati i totem illustrativi: sostituzione a carico dell’associazione, appello a testimonianze e collaborazione

Mandria, un pugno in faccia alla memoria: distrutti i totem della storia

Mandria, un pugno in faccia alla memoria: distrutti i totem della storia

Che cosa resta di un luogo, quando si colpiscono i segni della sua memoria? A Mandria, frazione di Chivasso, la risposta arriva dai pannelli infranti, dalle schegge di forex e dalla rabbia di chi si sente tradito da un gesto vile. Nei giorni scorsi, ignoti hanno vandalizzato i totem informativi che raccontavano la storia e l’identità del territorio, un progetto realizzato lo scorso anno dall’Associazione Pro Mandria APS con cura, passione e una visione di lungo respiro.

I pannelli erano più che semplici supporti grafici: erano un ponte tra passato e presente, un modo per tramandare le radici di un luogo, spiegare ai visitatori cosa significano quei sentieri, quelle cascine, quei campi che conservano tracce di generazioni. E invece, qualcuno ha deciso di colpire, di rompere, di cancellare. Di ridurre in brandelli il lavoro di mesi, nato dal volontariato e dall’amore per il territorio.

Non si tratta solo di un atto vandalico, ma di un insulto alla comunità. I pannelli, colpiti con violenza, sono stati resi irrecuperabili, e la loro sostituzione – inevitabile – ricadrà interamente sulle casse dell’associazione. Un costo imprevisto, certo, ma soprattutto un segno di disprezzo verso il bene comune.

Dalla Pro Mandria APS trapela amarezza, ma anche determinazione: «Questo gesto – spiegano – non è solo un danno materiale, ma un oltraggio al patrimonio storico e naturalistico che ci impegniamo a proteggere e valorizzare. È un affronto al lavoro volontario di chi ogni giorno sceglie di preservare la memoria collettiva». Parole pesanti, che fotografano con precisione il senso di impotenza di chi da anni lotta contro l’indifferenza e la superficialità.

L’associazione non si arrende. Ha annunciato che raccoglierà testimonianze e visionerà i filmati delle telecamere di sorveglianza per individuare i responsabili. Un appello alla comunità locale è già partito: serve la collaborazione di tutti per fermare questa spirale di degrado, per proteggere un patrimonio che appartiene a ogni cittadino. «La collaborazione della comunità è fondamentale per isolare e scoraggiare questi atti. Grazie a chi, ogni giorno, sceglie di stare dalla parte della cura e del rispetto», ribadiscono i volontari.

L’episodio di Mandria racconta molto più di un atto di vandalismo. Parla di una cultura civica in declino, di un territorio che fatica a difendere se stesso. Colpire un totem storico significa colpire l’idea stessa di appartenenza, negare il valore della memoria, cancellare la possibilità di educare attraverso la conoscenza. È l’ennesimo sintomo di una disattenzione collettiva che trasforma i luoghi in spazi anonimi, privi di identità.

La sostituzione dei pannelli sarà fatta, come sempre, con fondi limitati e con il lavoro gratuito dei volontari. Ma il punto non è solo rifare ciò che è stato distrutto: il punto è ricostruire il rispetto, rimettere al centro la consapevolezza che i luoghi parlano di noi, e che distruggerli equivale a distruggere la nostra stessa storia.

Il gesto dei vandali, anonimo e vigliacco, ha ferito un bene comune che nessun finanziamento potrà ripagare. Eppure, come spesso accade, da un atto di distruzione può nascere una reazione di orgoglio. Forse Mandria saprà farne una lezione: che la memoria non si difende con la retorica, ma con la cura quotidiana.

Perché ogni volta che un pannello viene abbattuto, ogni volta che un simbolo della storia locale viene imbrattato o ignorato, non perde solo un paese, ma un’intera idea di comunità.

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