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Cronaca

Panchina divelta in corso Botta: a Ivrea la notte è sempre più una giungla urbana

Dopo i vasi rovesciati in corso Massimo d’Azeglio, i vandali colpiscono ancora. Il consigliere Andrea Cantoni ironizza: «Altro che educativa di strada: serve la scopa!»

Panchina divelta in corso Botta: a Ivrea la notte è sempre più una giungla urbana

Panchina divelta in corso Botta: a Ivrea la notte è sempre più una giungla urbana

Non bastavano i vasi rovesciati, le piante sradicate e la terra sparsa davanti ai negozi di corso Massimo d’Azeglio. Ora c’è pure una panchina di corso Botta. Divelta e scaraventata a terra. Questa la disarmante fotografia di una città diventata il bersaglio preferito di chi, dopo una serata tra locali e alcol, trova divertente sfogare la propria maleducazione sull’arredo urbano.

Una scena che non sorprende più nessuno. Le foto girano sui social, i cittadini commentano, scuotono la testa e poi – come sempre – si rassegnano.

A rompere il silenzio ci pensa il consigliere comunale Andrea Cantoni.

«Ivrea? Una giungla urbana!», dice senza mezzi termini. E aggiunge: «Va bene la movida, ma queste sono esagerazioni inaccettabili. Qui non serve l’educativa di strada, serve individuare i colpevoli e far fare loro un po’ di volontariato. Scopa in mano e passano certe idee…».

Un’affermazione che suona come un pugno sul tavolo, mentre la città continua a collezionare fatti di cronaca uno dietro l'altro. In realtà, questa è la coda del disastro dei vasi: la panchina ci era semplicemente sfuggita. Anche in questo caso, a rimettere un po’ d’ordine, sono stati i cittadini stessi, stanchi di vedere la loro città ridotta a un campo di battaglia ogni fine settimana.

Il consigliere Massimiliano De Stefano aveva ringraziato chi si era preso la briga di sistemare il disastro e ribadito che «servono più telecamere in tutta la città...». La verità, però, è che da mesi i commercianti chiedono più controlli, più illuminazione, più presenza delle forze dell’ordine.

C’è una petizione con oltre duemila firme protocollata in Comune e inviata al Prefetto Donato Cafagna. Forse anche per questo il sindaco Matteo Chiantore aveva ottenuto la proroga della zona rossa attorno alla stazione, al Movicentro e alle vie più problematiche, con il divieto di stazionamento per contrastare spaccio e degrado.

Ma questa misura scadrà il 31 ottobre e, salvo proroghe, tutto tornerà come prima. E il “come prima”, a Ivrea, significa vandalismi, bottiglie rotte, urla nella notte, panchine divelte e vasi rovesciati all’ennesima potenza.
La città è stanca, ma sembra non cambiare mai. Si discute di educativa di strada, di inclusione, di sensibilizzazione, ma la verità è che – come dice Cantoni – «servirebbe qualcuno con la scopa in mano». Un gesto semplice, concreto, quasi simbolico: restituire un po’ di decoro a una città che ogni lunedì conta i danni del fine settimana come se fossero piaghe inevitabili.

Insomma, Ivrea continua a oscillare tra la rassegnazione e la rabbia. E mentre si aspetta la decisione del Prefetto sul rinnovo della zona rossa, la città affonda in un paradosso sempre più evidente: più si parla di sicurezza, meno la si percepisce.

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