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Dallo spazio arrivano le prime immagini di Sentinel-4: smog sulla Pianura Padana

La nuova missione dell’Agenzia Spaziale Europea offre per la prima volta immagini orarie sulla qualità dell’aria: un salto di precisione per capire come cambia l’atmosfera minuto per minuto

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Dallo spazio arrivano le prime immagini di Sentinel-4: smog sulla Pianura Padana

Un velo grigio sulla Pianura Padana e una scia di gas che si innalza dall’Etna fino a dissolversi sopra il mare: è l’istantanea, potente e inquietante, scattata dal satellite Sentinel-4, il nuovo strumento europeo per il monitoraggio dell’atmosfera. Le prime immagini, diffuse dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), segnano un punto di svolta nella sorveglianza ambientale del continente: per la prima volta sarà possibile osservare la qualità dell’aria in tempo quasi reale, ogni ora, grazie a una piattaforma progettata per scrutare costantemente la stessa porzione di cielo.

Le riprese di prova, realizzate lo scorso 8 ottobre, raccontano molto di più di un semplice esperimento tecnico. Nella prima immagine il satellite mostra la distribuzione del biossido di azoto nella troposfera: evidenti “hotspot” di inquinamento spiccano lungo le coste del Mediterraneo e soprattutto sulla Pianura Padana, da anni considerata una delle aree più critiche d’Europa per la concentrazione di polveri sottili e gas nocivi.

Nella seconda immagine, il protagonista è l’Etna: il vulcano siciliano appare come un pennacchio di anidride solforosa che si alza e si disperde verso sud-est sopra il mare, tracciando in modo visibile i flussi atmosferici che trasportano gli inquinanti. La terza immagine mette invece in risalto l’ozono troposferico, con valori più alti sopra i Balcani e la Grecia. L’ultima, elaborata in falsi colori, mostra l’intero continente e parte del Nord Africa, restituendo la composizione di terra, mare e nuvole in base alla luce riflessa dalla superficie terrestre.

Sentinel-4 è la prima missione europea a fornire osservazioni orarie sulla qualità dell’aria: rilevando rapidi cambiamenti nell’inquinamento atmosferico, rappresenta una svolta per il monitoraggio e la previsione della qualità dell’aria in Europa”, spiega Ben Veihelmann, responsabile scientifico del progetto per l’ESA.

Lo spettrometro Sentinel-4, che si trova a bordo del primo satellite Meteosat Sounder di terza generazione, misura la luce solare riflessa dalla Terra e dall’atmosfera. Analizzando questa luce, è in grado di individuare le “impronte digitali” dei gas presenti: biossido di azoto, biossido di zolfo, ozono, formaldeide, gliossale e aerosol, sostanze chiave per comprendere il livello e la distribuzione dell’inquinamento.

A differenza dei tradizionali satelliti a orbita polare, che ruotano attorno al pianeta seguendo traiettorie verticali da un polo all’altro e offrono immagini di zone diverse a ogni passaggio, Sentinel-4 opera in orbita geostazionaria, ossia a circa 36.000 chilometri di quota sopra l’equatore. Da questa posizione osserva continuamente la stessa regione — Europa e Nord Africa — garantendo una copertura temporale inedita: una mappa aggiornata ogni sessanta minuti.

La quantità di dati raccolti sarà enorme e verrà elaborata all’interno del Copernicus Atmosphere Monitoring Service, il sistema europeo che integra tutte le osservazioni satellitari, aeree e di superficie per produrre previsioni e analisi sull’inquinamento e sul clima. Le informazioni di Sentinel-4, una volta pienamente operative, permetteranno di tracciare in tempo reale la diffusione di smog, gas industriali e particolato, fornendo supporto sia agli scienziati sia ai decisori politici.

Ma non si tratta solo di un esercizio scientifico. Il valore del progetto è anche sociale e ambientale: conoscere con precisione l’andamento degli inquinanti può aiutare a prevenire crisi sanitarie legate all’aria cattiva, ottimizzare le strategie urbane e industriali, e migliorare la comprensione degli effetti del cambiamento climatico sulle dinamiche atmosferiche.

L’immagine della Pianura Padana avvolta dallo smog non sorprende, ma conferma la gravità strutturale di un problema che la meteorologia da sola non può risolvere. Ora, però, l’Europa dispone di un occhio in più: uno sguardo costante dallo spazio, capace di trasformare l’aria invisibile in dati concreti. E forse, un giorno, in azioni più efficaci per respirare davvero meglio.

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