AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
20 Ottobre 2025 - 21:53
Edoardo Croci
Italia Nostra compie settant’anni. Settanta candeline che non illuminano solo un traguardo, ma raccontano una storia di battaglie, di impegno civile e di passione per un Paese che – nonostante tutto – continua a essere amato, difeso e sognato. Un compleanno che non celebra solo un’associazione, ma un’idea: quella che cultura, ambiente e paesaggio siano un tutt’uno, un patrimonio collettivo da proteggere con la stessa tenacia con cui si difende una casa, un ricordo o un’eredità morale.
Dal 21 al 29 ottobre, all’ex Cartiera Latina, nel cuore del Parco dell’Appia Antica, prenderà vita la grande mostra fotografica e documentale “70 anni con Italia Nostra. Città, cultura, natura e paesaggio”. Un luogo simbolico, non scelto a caso: la stessa Cartiera Latina deve infatti la propria rinascita proprio a Italia Nostra. Negli anni Ottanta, grazie alla determinazione di Annalisa Cipriani e al sostegno di Antonio Cederna, fu evitata la privatizzazione dell’area da parte di una multinazionale. Un episodio emblematico di come, in questi settant’anni, l’associazione abbia saputo coniugare la forza della denuncia con la concretezza dell’azione.
Foto archivio: un convegno di Italia Nostra di qualche tempo fa con Gerardo Colombo
“Italia Nostra – spiega il presidente Edoardo Croci, economista ambientale e docente alla Bocconi – è la più antica istituzione italiana nata per la tutela non solo dell’ambiente, ma anche del patrimonio culturale e paesaggistico. E con una visione integrata, perché in Italia questi tre elementi sono inseparabili. Settant’anni sono un momento importante non solo per l’associazione, ma per la storia stessa della tutela nel nostro Paese.”
Fondata il 29 ottobre 1955, Italia Nostra nacque da un gruppo di intellettuali illuminati – Umberto Zanotti Bianco, Giorgio Bassani, Elena Croce e molti altri – che scelsero di reagire al rischio di un’Italia in ricostruzione che, nel nome del progresso, stava demolendo pezzi di sé. Nacque così una nuova coscienza civile, quella delle “sentinelle del territorio”, sempre pronte a denunciare abusi, speculazioni e incuria.
Negli anni, l’associazione ha ampliato il proprio raggio d’azione, intrecciando cultura e ambiente, paesaggio e identità, e affrontando sfide che si sono moltiplicate e trasformate: “abusivismo edilizio, inquinamento, abbandono dei centri storici, fragilità del territorio di fronte ai cambiamenti climatici”. Temi che oggi, più che mai, risuonano come un appello all’urgenza.
La mostra all’ex Cartiera Latina racconterà questa lunga avventura attraverso oltre cinquanta pannelli, documenti d’archivio, fotografie storiche e testimonianze. “È un percorso che non solo ripercorre la storia della tutela in Italia – spiega Croci – ma mostra anche il ruolo fondamentale di Italia Nostra nell’evitare veri e propri scempi al nostro paesaggio. È anche la storia della nascita di una coscienza collettiva: l’idea che la nostra identità storica, culturale e naturale sia un valore da preservare. Il merito più grande dell’associazione è forse proprio questo: aver creato consapevolezza nei cittadini, aver fatto capire che il patrimonio non è un lusso, ma una responsabilità comune.”
Accanto alla mostra, dal 28 al 30 ottobre si terrà il congresso nazionale dal titolo evocativo “L’Italia è ancora da salvare”. Un richiamo diretto alla leggendaria esposizione “Italia da salvare”, che nel 1967 – promossa sempre da Italia Nostra insieme al Touring Club Italiano e inaugurata a Milano con il patrocinio del Presidente della Repubblica – raccolse oltre 50 mila visitatori in un solo mese, prima di viaggiare in tutta Italia e persino all’estero, da New York a Parigi.
Per celebrare il settantesimo, verrà pubblicato anche un volume commemorativo che racconterà cento casi di successo: storie di recupero, tutela e valorizzazione nate grazie al lavoro delle 200 sezioni locali. Dalle coste alle montagne, dalle città d’arte ai piccoli borghi, Italia Nostra ha agito come una rete capillare di presìdi civili, trasformando la difesa del territorio in una vera e propria forma di partecipazione democratica.
“Come economista – aggiunge Croci – mi fa piacere che oggi si parli non solo di tutela, ma anche di valorizzazione. Riconoscere un valore sociale ai nostri beni culturali e naturali è la chiave per conservarli davvero. E questo valore è ormai ben compreso dalle nuove generazioni: i giovani sanno che il patrimonio naturale e culturale è una ricchezza, ma sono anche sommersi da stimoli e abituati alla velocità. La sfida per noi è coinvolgerli, renderli protagonisti, offrire loro strumenti nuovi per un impegno che deve continuare.”
Nel suo lungo cammino, Italia Nostra ha costruito una memoria fatta di campagne, battaglie e risultati concreti. La Lista Rossa dei siti in pericolo, con centinaia di segnalazioni e numerosi interventi risolutivi; la gestione diretta di aree naturali e archeologiche; i progetti di riqualificazione urbana come il Bosco in città di Milano, oggi moltiplicatosi in tre aree gestite dall’associazione: luoghi un tempo abbandonati, degradati, oggi restituiti alla vita.
Perché, in fondo, come ricorda Croci, “il Dna di Italia Nostra è la bellezza: creare e mantenere luoghi belli, vivi, aperti, capaci di restituire alle persone il piacere di appartenere a un Paese che, nonostante tutto, merita ancora di essere salvato.”
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.