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Rivarolo, rimossi i cartelli “Vietato giocare a pallone”: la rabbia dell’assessora Cuffia, «un gesto incivile contro una regola di sicurezza»

L’amministrazione comunale conferma il divieto e annuncia l’uso delle telecamere per individuare i responsabili. «Le regole servono a proteggere, non a punire»

Rivarolo, rimossi i cartelli

Rivarolo, rimossi i cartelli “Vietato giocare a pallone”: la rabbia dell’assessora Cuffia, «un gesto incivile contro una regola di sicurezza»

Sono stati rimossi da ignoti i cartelli che vietavano di giocare a pallone nell’area dell’agorà dello “Spazio Elementare” di via San Francesco d’Assisi, a Rivarolo Canavese. Un gesto che ha scatenato la ferma reazione dell’amministrazione comunale e, in particolare, dell’assessora Alessia Cuffia, che parla apertamente di un «atto incivile» contro una norma nata per tutelare la sicurezza dei bambini.

«Sono sinceramente stupita, ma allo stesso tempo rincuorata», ha dichiarato Cuffia. «Stupita perché, ancora una volta, qualcuno ha pensato di risolvere le cose da solo, rimuovendo dei cartelli che erano stati messi con buon senso, non certo per togliere spazio al gioco dei ragazzi. Rincuorata, invece, perché quella zona (così come molte altre aree sensibili della città) è videosorvegliata, e confido che le immagini delle telecamere possano aiutare a individuare i responsabili di questo gesto incivile».

L’assessora ha precisato che non è stato il Comune a rimuovere i cartelli, né si tratta di un passo indietro da parte della giunta. «Ci tengo a precisare che non è stata l’Amministrazione comunale a rimuovere i cartelli, né tantomeno a “tornare sui propri passi”. La decisione di vietare il gioco del pallone in quel punto resta valida e pienamente condivisa, perché fondata sul buon senso e sul rispetto della sicurezza dei più piccoli. In quella zona, infatti, in più occasioni il pallone era finito in mezzo alla strada: un rischio che nessun genitore e nessun amministratore può e deve accettare».

La Cuffia ha ricordato anche gli interventi già effettuati per rendere l’area più sicura: «Proprio in quell’area, qualche mese fa, è stata apportata una modifica al progetto iniziale, sostituendo la ghiaia con tappeti antitrauma per prevenire ginocchia sbucciate e piccoli graffietti. Un intervento che testimonia come ogni nostra scelta abbia un’unica finalità: la sicurezza ed il benessere dei più piccoli».

L’assessora non nasconde la delusione per la mancanza di rispetto mostrata da chi ha compiuto il gesto: «Non so se gli artefici di questo fatto siano dei ragazzini annoiati o dei genitori arrabbiati, ma resta il fatto che ritengo inconcepibile questa continua mancanza di rispetto delle norme. Le regole non sono un capriccio: sono ciò che consente a tutti di vivere in modo civile e sicuro. E quando vengono violate, a farne le spese è sempre la collettività».

Infine, un richiamo più ampio, che suona come una riflessione sul presente: «Evidentemente a certe persone non interessa se un bambino, rincorrendo un pallone, possa finire sotto un’auto, o se un motociclista possa rischiare la vita per evitare un pallone piombato improvvisamente in mezzo alla carreggiata. Non pensano alle conseguenze, ma solo alla loro presunta “ribellione” a un divieto. Il problema è che nella società di oggi troppo spesso si è perso il valore del “No”, e si cresce quindi con l’idea che tutto sia permesso. Avere tutto facile, avere tutto pronto, sentirsi dire sempre e solo “Sì”, non aiuta a crescere: anzi, genera ribellioni, frustrazioni e incomprensioni. E il risultato è proprio questo: l’incapacità di rispettare le norme e di capire che dietro certi divieti c’è solo tutela e responsabilità».

«Spiace constatare che, anziché comprendere il senso di una norma pensata per tutelare, qualcuno preferisca infrangerla. Ma resto fiduciosa che la videosorveglianza possa fornire elementi utili a chiarire quanto accaduto, perché la civiltà si costruisce anche dal rispetto delle piccole norme quotidiane», ha concluso Cuffia.

Il punto della situazione

L’agorà, inaugurata come spazio pubblico di incontro e socialità, è diventata negli ultimi anni un punto di ritrovo per famiglie e studenti. Ma la vicinanza alla strada e il passaggio frequente di auto hanno spinto il Comune a intervenire dopo diverse segnalazioni di palloni finiti in carreggiata. A spiegare la posizione dell’amministrazione era stata l’assessora Alessia Cuffia, che ha scelto di chiarire pubblicamente la decisione.

«Quel cartello è stato messo per motivi di sicurezza, non per togliere divertimento ai ragazzi», ha spiegato Cuffia, precisando che il divieto non riguardava l’intero parco, ma solo la zona centrale dell’agorà affacciata direttamente sulla strada. «Non siamo dei gendarmi. Nessuno vuole impedire il gioco – ha aggiunto – ma evitare che qualcuno si faccia male. Ci sono spazi appositi per giocare in serenità».

Un messaggio chiaro, che sposta il focus della discussione dal tema del “divieto” a quello della prevenzione. L’amministrazione rivarolese non parla infatti di repressione, ma di tutela: un modo per ricordare che gli spazi pubblici devono essere vissuti, sì, ma nel rispetto delle regole e della sicurezza di tutti.

Il cartello però non c’è più, forse rimosso da ignoti, ma il suo significato resta. Nessuna crociata contro il gioco, sottolineano dal Comune, ma la volontà di evitare che un momento di svago si trasformi in un pericolo. E, in fondo, dietro quella breve scritta bianco-rossa c’era solo un messaggio di responsabilità: la libertà dei bambini non deve mai mettere a rischio la loro sicurezza.

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