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Verbania, scoppia la bufera: il sindaco ringrazia chi non sciopera

Le parole di Albertella dividono la città: il Pd attacca, “si colpisce un diritto costituzionale”, mentre il sindaco rivendica la scelta come gesto di riconoscenza verso i lavoratori in servizio

Verbania, il sindaco ringrazia

Verbania, il sindaco ringrazia chi non sciopera e scoppia la bufera

Bastano poche righe su Facebook per scatenare una tempesta politica. Il sindaco Giandomenico Albertella ha ringraziato pubblicamente, sul suo profilo, gli operatori ecologici che non hanno aderito allo sciopero nazionale dell’igiene ambientale, indetto per venerdì 17 ottobre. Un post che, nel giro di poche ore, ha acceso il dibattito cittadino e innescato una polemica dai toni duri, con accuse di strumentalizzazione e di disprezzo verso chi esercita un diritto costituzionale.

Nel messaggio incriminato, il primo cittadino ha lodato “chi garantisce il servizio di pulizia a Verbania, nonostante lo sciopero”, elogiando il senso del dovere e l’impegno di chi ha scelto di lavorare. Una frase che, se nelle intenzioni voleva essere un ringraziamento, è stata percepita come una presa di posizione politica, tesa a stigmatizzare i lavoratori in sciopero.

Albertella ha parlato di “professionalità e dedizione”, sottolineando come Verbania sia “una città fortunata” per poter contare su operatori che hanno deciso di coprire il servizio, pur “rispettando il diritto allo sciopero”. Ma il tono del messaggio, condito da un riferimento polemico a chi “vorrebbe fare gli addetti stampa di Landini”, ha fatto sobbalzare opposizioni e sindacati.

Per Riccardo Brezza, segretario provinciale del Partito Democratico del VCO, e per Giacomo Molinari, segretario del circolo Pd di Verbania, si tratta di un atto divisivo: “un messaggio che contrappone i lavoratori tra buoni e cattivi, riducendo lo sciopero — uno strumento di democrazia e tutela dei diritti — a un fastidio da aggirare”.

La polemica si è rapidamente allargata oltre i confini del Comune, trasformandosi in un caso politico regionale. Il Pd accusa il sindaco di “strumentalizzare il ruolo istituzionale per lanciare messaggi ideologici”, mentre dai sindacati arrivano segnali di irritazione per quello che viene letto come “un tentativo di delegittimare l’azione collettiva”.

Sul fronte opposto, i sostenitori di Albertella parlano di “polemica sterile”, difendendo la libertà del primo cittadino di esprimere riconoscenza verso chi ha garantito i servizi essenziali. Ma il nodo resta: può un sindaco, nel giorno di uno sciopero nazionale, elogiare pubblicamente chi non vi partecipa senza apparire schierato?

Il tema tocca una questione più ampia, quella dei rapporti tra politica e lavoro pubblico. Il confine tra il ringraziamento istituzionale e la presa di posizione politica è sottile, e nel caso di Verbania sembra essere stato superato. La comunicazione pubblica si è trasformata in un terreno di scontro, in cui il rispetto delle diverse scelte dei lavoratori è passato in secondo piano rispetto alla battaglia di principio.

Al netto delle reazioni, la vicenda riflette il clima teso che attraversa oggi il Paese: sindaci e amministratori sempre più tentati di usare i social come megafoni personali, mentre la distanza tra le istituzioni e i lavoratori cresce. A Verbania, un semplice post su Facebook è bastato per ricordare che, dietro ogni parola pubblica, si muovono equilibri delicati — e che il diritto di sciopero resta uno dei pilastri più fragili e più discussi della nostra democrazia.

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