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Dalla scuola agli abissi: gli studenti del Galilei di Ciriè si tuffano nella riserva marina dell’isola Gallinara

Con il progetto “A message in a bottle”, sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, il liceo sportivo porta la didattica sott’acqua tra sport, sostenibilità e scoperta del mare

Dalla scuola agli abissi

Dalla scuola agli abissi: gli studenti del Galilei di Ciriè si tuffano nella riserva marina dell’isola Gallinara

Dalla piscina di Ciriè alle acque trasparenti della Riserva Naturale Regionale dell’isola Gallinara, passando per un percorso di crescita personale e ambientale che ha unito sport, educazione e conoscenza del mare. È questo il cuore del progetto “A message in a bottle”, che ha coinvolto gli studenti del Liceo Sportivo “Fermi-Galilei” di Ciriè in un’iniziativa unica nel suo genere: un’esperienza di apnea e formazione ambientale sostenuta dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e promossa dall’associazione Lapnea ASD, con il coordinamento di Mattia Malara e la collaborazione del Comune di Albenga.

Dopo l’esperienza in piscina dello scorso anno, che aveva permesso ai ragazzi di avvicinarsi in sicurezza alle tecniche di apnea, il progetto è approdato in mare aperto. Le immersioni si sono svolte tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre nelle acque che circondano la Gallinara, un piccolo gioiello marino ligure considerato tra i più importanti ecosistemi del Mediterraneo. Qui, tra fondali ricchi di vita, posidonie, pesci colorati e pareti rocciose, gli studenti hanno potuto sperimentare direttamente ciò che avevano appreso in aula, coniugando teoria, allenamento e sensibilizzazione ambientale.

Il progetto si inserisce nel percorso di educazione sportiva e scientifica del Liceo Sportivo Galilei, che ha da poco salutato la sua prima classe diplomata, e rappresenta un modello di didattica innovativa capace di unire benessere psicofisico, sostenibilità e spirito di gruppo. Le giornate di immersione hanno coinvolto le classi seconde, terze, quarte e quinte, accompagnate dai docenti Elena Taramino, Rosa Doti, Francesco Monaco e Luca Morandi, protagonisti attivi dell’esperienza insieme agli studenti.

A fare la differenza, come hanno sottolineato i docenti di Scienze Motorie, è stato l’approccio interdisciplinare: accanto all’attività sportiva, infatti, si sono svolti laboratori in spiaggia, momenti di educazione alla sostenibilità, esercizi di respirazione e di concentrazione, in un contesto che ha permesso a ciascun partecipante di confrontarsi con i propri limiti e di scoprire il valore del mare come ambiente di apprendimento.

Il progetto è stato presentato ufficialmente il 19 settembre a San Francesco al Campo, aprendo un percorso che continuerà nei prossimi mesi con nuovi moduli formativi e attività di approfondimento. L’obiettivo è duplice: insegnare l’apnea come disciplina sportiva e promuovere la conoscenza dell’ambiente marino, sensibilizzando le nuove generazioni sull’importanza della tutela degli ecosistemi e della biodiversità.

La scelta dell’isola Gallinara non è casuale: l’area marina protetta rappresenta un laboratorio naturale straordinario, un luogo dove la didattica incontra la scienza e dove i ragazzi possono comprendere da vicino l’equilibrio fragile che regola la vita sottomarina. Le acque di Albenga, infatti, custodiscono una biodiversità unica che negli ultimi anni ha attirato l’attenzione di biologi, sub e fotografi naturalisti.

Anche le istituzioni locali hanno accolto con entusiasmo l’iniziativa, riconoscendone il valore educativo e turistico. Per Albenga, l’arrivo degli studenti piemontesi è stato non solo un segno di collaborazione tra territori, ma anche un modo per valorizzare le proprie eccellenze naturalistiche e promuovere un turismo scolastico e sostenibile.

“A message in a bottle” ha così trasformato l’apnea in un mezzo di conoscenza e di crescita personale, dimostrando come la scuola possa superare i confini dell’aula e diventare un’esperienza immersiva, nel senso più letterale del termine. Gli studenti hanno imparato a respirare lentamente, ad ascoltare il proprio corpo e a rispettare l’ambiente che li circonda, portando con sé una lezione che non si trova nei libri ma nelle profondità del mare.

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