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Cronaca

Due assessori indagati. Povero sindaco Lo Russo

Chiuse a Milano le indagini su Paolo Mazzoleni per lottizzazione abusiva. A Torino, gli assessori Carretta e Grippo restano impantanati nel caso Rear, mentre la delegata Greco compare nelle intercettazioni di Echidna. Il sindaco continua a dirsi “tranquillo”, ma la città comincia a chiedersi se il vero piano regolatore non sia quello delle indagini.

Due assessori indagati. Povero sindaco Lo Russo

Paolo Mazzoleni

Povero Stefano Lo Russo. Non fa in tempo ad annunciare un convegno sulla “Torino che riparte”, sulla città dei 15 minuti e sull’ennesimo piano regolatore visionario, che da Milano arriva puntuale come una rata del mutuo un avviso di chiusura indagini per il suo assessore all’Urbanistica, Paolo Mazzoleni.

La Procura milanese, con precisione da geometra e pazienza da muratore, gli contesta lottizzazione abusiva, abuso edilizio e falso ideologico nel progetto delle Residenze Lac, il cantiere delle tre torri affacciate sul Parco delle Cave. Secondo i pm, il progetto sarebbe stato spacciato per una semplice “ristrutturazione” quando, in realtà, era un quartiere nuovo di zecca. Tre palazzi da 43 metri chiamati “interventi di recupero”. Forse in senso spirituale, più che urbanistico.

Ma non è l’unico capitolo del rosario giudiziario della giunta. A Torino ci sono anche Mimmo Carretta, assessore ai Grandi Eventi, e la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, entrambi indagati nell’inchiesta Rear. E come se non bastasse, ecco la ciliegina sulla torta: la delegata in Città Metropolitana Caterina Greco, non indagata ma citata nelle intercettazioni dell’inchiesta Echidna, quella che racconta un presunto sistema di “compravendita di voti” legato all’ex corrente di Salvatore Gallo.

Steafano

Stefano Lo Russo

Non male per una giunta che si era presentata come il ritorno della “Torino seria, sobria e competente”. Sobria sì, ma di certo non immune da emicranie giudiziarie.

Eppure Lo Russo continua a ostentare la calma zen del sindaco “sereno”. Forse crede davvero che tutto si risolverà da solo, o che i torinesi — tra un buco di bilancio, un tram in ritardo e un assessore in tribunale — non si accorgeranno che la sua giunta sta implodendo. Ma la realtà, a volte, è più severa dell’opposizione: la credibilità, una volta persa, non si recupera con una conferenza stampa o un hashtag sulla Torino che rinasce.

A pochi mesi dalle elezioni, l’immagine del centrosinistra torinese è quella di un’amministrazione che predica onestà e raccoglie avvisi di garanzia. E se un tempo Torino si vantava della sua sobrietà sabauda, oggi sembra governata da un gruppo di studenti in gita al corso di procedura penale applicata alla politica locale.

Forse è il caso che Lo Russo, tra un piano regolatore e una “città dei 15 minuti”, si prenda un attimo per chiedersi dove stia davvero andando la sua Torino.
Perché, a giudicare dalle ultime notizie, più che ripartire, questa città sembra proprio destinata ad andare a sbattere.

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