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«Vai via, ti spacco tutta la macchina» – la coordinatrice Giulia Zaccaro fronteggia minacce e degrado in piazzale Amedeo VIII (VIDEO)

A Torino insediamenti in camper e roulotte lasciano piazzale Amedeo VIII invaso dai rifiuti.

Giulia Zaccaro

Giulia Zaccaro

Il sopralluogo compiuto in piazzale Amedeo VIII da Giulia Zaccaro, coordinatrice all’Ambiente della Circoscrizione 6, si è trasformato in un caso di tensione che ora approda anche alla cronaca. La zona, nei pressi del ponte di Regio Parco, è da tempo occupata da camper e roulotte e — secondo la denuncia della coordinatrice — il piazzale «è diventato una specie di discarica, pieno zeppo di rifiuti». Sul posto, mentre stava documentando la situazione e verificando perché la raccolta non fosse più regolare, Zaccaro è stata prima apostrofata e poi minacciata da una donna presente nell’insediamento.

La cronaca dell’episodio è contenuta nelle parole della stessa coordinatrice: «Stavo solo facendo il mio lavoro, sono andata a fare un sopralluogo nel piazzale perché da due settimane i rifiuti non vengono raccolti — racconta Giulia Zaccaro, dopo l'accaduto — in quanto anche gli operatori di Amiat hanno paura a lavorare in quella zona». Secondo quanto riferito, la donna rom che l’ha affrontata avrebbe inizialmente spiegato: «Perché non mi date una casa? I miei bambini vanno a scuola», ma il confronto verbale è presto degenerato e sono partite minacce dirette contro la coordinatrice e contro la sua auto: «Vai via, ti spacco tutta la macchina».

Le parole riportate da Zaccaro non lasciano dubbi sulla gravità del clima che si è instaurato nel piazzale. «Ho cercato di parlarle, credo sempre che il dialogo sia la cosa migliore — dice Giulia Zaccaro — ma con quelle persone non è così. Quel piazzale è pieno di rifiuti e vengono anche bruciati. Non possiamo più permetterlo. Questa gente deve adeguarsi, smettere di rubare, occupare, devastare, pretendere e rendere discarica ogni luogo in cui stanzia, oppure va punita. Severamente. Come per tutte le altre persone normali che, facessero ciò che fanno loro, verrebbero punite», ha dichiarato la coordinatrice, riassumendo rabbia e frustrazione di chi si trova a gestire una situazione che definisce emergenziale.

La denuncia solleva più punti critici: il problema della raccolta rifiuti non effettuata da giorni, la difficoltà operativa degli addetti di Amiat chiamati a intervenire in un’area percepita come pericolosa, e la convivenza forzata fra residenti informali e spazio pubblico ormai degradato. Resta inoltre aperta la questione delle responsabilità istituzionali e delle possibili misure di intervento per ripristinare decoro e sicurezza senza violare diritti fondamentali, ma garantendo il rispetto delle norme civiche.

Al momento non risultano accuse formali né comunicazioni ufficiali da parte delle forze dell’ordine nel merito della minaccia segnalata; la vicenda è però destinata a sollevare dibattito politico e amministrativo, perché intreccia temi sensibili come accoglienza, gestione dei rifiuti, sicurezza urbana e strumenti di intervento per insediamenti informali. La testimonianza della coordinatrice fotografa una tensione reale tra chi amministra il territorio e chi lo abita in condizioni spesso precarie, ma che, secondo la denunciante, porta a comportamenti che trasformano gli spazi pubblici in luoghi degradati e pericolosi.

In assenza di interventi tempestivi e coordinati, il rischio è che la situazione si inasprisca ulteriormente, alimentando conflitti, denuncia mediatica e reazioni repressive che potrebbero complicare il quadro sociale e amministrativo della zona. Sulle prossime mosse della Circoscrizione 6, sulle verifiche da parte di Amiat e sull’eventuale intervento della Polizia municipale o delle forze dell’ordine, rimaniamo in attesa di riscontri ufficiali.

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