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11 Ottobre 2025 - 18:23
Bollette alle stelle: in dieci anni aumenti record per luce, acqua e gas.
Con l’arrivo dell’autunno e il graduale abbassamento delle temperature, scatta come ogni anno il calendario per l’accensione dei riscaldamenti. A partire da mercoledì 15 ottobre, la gran parte delle province del Nord Italia e quelle montane del Centro e del Sud – tra cui L’Aquila, Perugia, Potenza ed Enna – potranno finalmente riaccendere i termosifoni. Le altre regioni seguiranno a scaglioni, secondo le fasce climatiche stabilite per legge, fino ad arrivare al 1° dicembre, data in cui anche i residenti delle province più miti, come Reggio Calabria e Crotone, potranno accendere gli impianti.
Ma la prospettiva del tepore domestico porta con sé anche un’altra certezza: l’ennesima stangata sulle bollette energetiche. Secondo un’analisi di Confedilizia, negli ultimi dieci anni i costi di gestione della casa sono aumentati ben oltre il ritmo dell’inflazione. A fronte di un incremento medio dei prezzi del 23% tra il 2015 e oggi, il prezzo dell’elettricità è salito del 74%, quello dell’acqua del 47,6%, e il gas di oltre il 39%.
Un divario che pesa in modo crescente sui bilanci familiari, soprattutto per chi vive in aree più fredde del Paese. E nonostante negli ultimi mesi i mercati dell’energia abbiano mostrato qualche segnale di rallentamento, la spesa resta ben lontana dai livelli pre-crisi.
Guardando ai dati più recenti, la voce più pesante è proprio quella dell’acqua. Tra giugno e settembre 2025, le tariffe idriche hanno registrato un aumento complessivo di quasi il 10%, con punte del 6% nei primi mesi dell’anno. Un andamento che, secondo gli esperti, riflette gli investimenti in infrastrutture idriche ma anche i costi energetici legati al trattamento e alla distribuzione.
Più contenuto, ma comunque preoccupante, l’aumento del servizio di raccolta dei rifiuti, che nel mese di settembre è cresciuto dell’1,8% dopo un lungo periodo di rincari costanti. In controtendenza, invece, i prezzi di gas e luce, che a settembre hanno registrato una flessione rispettivamente del 5,6% e del 5,8%, grazie al calo dei costi all’ingrosso e a un’estate particolarmente mite.
L’Assium, l’associazione degli utility manager, conferma questa tendenza: sui mercati di riferimento il prezzo del gas è in sensibile riduzione rispetto al 2024. Il PSV, parametro di riferimento italiano, si è attestato a 0,328 euro al metro cubo standard, con un calo del 24% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Anche l’indice del GME (Gestore dei Mercati Energetici) ha segnato un ribasso medio del 23%.
Il consiglio degli esperti è chiaro: verificare con attenzione il proprio contratto di fornitura e confrontare le offerte presenti sul mercato libero, dove spesso è possibile ottenere tariffe più convenienti o formule a prezzo bloccato.
Tuttavia, risparmiare non basta: bisogna anche rispettare le regole. Le date di accensione e i limiti di utilizzo dei riscaldamenti sono fissati per legge e il mancato rispetto può costare caro: multe fino a 3.000 euro. La normativa impone inoltre una temperatura massima di 20 gradi, con una tolleranza di due gradi in più, e stabilisce il numero di ore giornaliere in cui i termosifoni possono restare accesi.
Le differenze sono notevoli lungo la Penisola. Nelle aree più fredde – come Milano, Bologna, Enna, Sondrio e L’Aquila – i riscaldamenti potranno rimanere accesi 14 ore al giorno dal 15 ottobre al 15 aprile. Le città in zona D, tra cui Genova, Roma, Siena, Firenze e Caltanissetta, avranno diritto a 12 ore al giorno dal 1° novembre al 31 marzo.
In zona C – dove rientrano Napoli, Cosenza, Imperia e Sassari – le ore scendono a 10 e il periodo va dal 15 novembre al 31 marzo. Le città in zona B potranno scaldarsi solo per 8 ore al giorno, mentre nella zona A, che comprende località come Lampedusa e Porto Empedocle, i termosifoni potranno funzionare per appena 6 ore al giorno, con spegnimento obbligatorio entro il 15 marzo.
Solo alcune province, come Belluno, Cuneo e Trento, non hanno limiti di accensione, data la particolare rigidità del clima.
Con l’inverno ormai alle porte, per milioni di famiglie italiane la sfida sarà trovare un equilibrio tra comfort domestico e sostenibilità economica. Spegnere il riscaldamento non si può, ma usarlo con criterio sì – ricordano gli esperti – suggerendo di abbassare leggermente la temperatura, effettuare controlli periodici sulla caldaia e non ostruire i radiatori con tende o mobili.
Un decalogo di buon senso che, unito a un’attenta gestione dei consumi e a una scelta oculata del fornitore, può fare la differenza. Anche perché, a giudicare dai dati, la stagione del caro bollette sembra tutt’altro che conclusa.
LA VOCE DEL CANAVESE
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