1977, luglio.
La FIAT mette sul mercato la seconda serie della 127. Nessuno, evidentemente, se lo aspetta, ma è un successo clamoroso. Gli ordini, a decine di migliaia, arrivano di continuo sia dall’Italia che dall’estero.
Le richieste superano di gran lunga la possibilità produttiva degli stabilimenti e i tempi di consegna arrivano fino a tre mesi. Spaventata all’idea di perdere fette di mercato a favore di produttori d’auto stranieri, l’azienda tenta l’unica strada percorribile: la richiesta di straordinario agli operai. 48 ore da spalmare su sei sabati consecutivi coinvolgendo 2900 lavoratori della carrozzeria e 900 dello stampaggio.
Obiettivo produrre 4500 auto in più. Da una parte i sindacati lamentano che sarebbe stato necessario assumere nuovi operai per fare fronte al problema; dall’altra l’azienda che promette assunzioni se gli straordinari verranno accettati.
Nel mezzo si porrà qualcun altro.ù
La mattina dell’11 ottobre 1977, di fronte a via Pio VII, ironia della sorte, è parcheggiata proprio una 127. Al suo interno una donna e un bambino che attendono un uomo, Rinaldo Camaioni. Il suo mestiere è l’addetto ai rapporti sindacali dello stabilimento carrozzeria Mirafiori. È stato scelto lui dall’azienda per mediare con i sindacati.
Mentre sta raggiungendo l’auto per recarsi in ufficio, il funzionario viene raggiunto da tre giovani. <<Camaioni della FIAT?>> gli chiedono quelli. Al “si” di risposta uno dei tre tira fuori una grossa pistola munita di silenziatore.
Camaioni, che è pure un atleta - è stato campione italiano di salto triplo per due volte - non riesce a fare un passo. Viene colpito furiosamente alle gambe, per sei volte. Si ritrova in ospedale col femore fratturato ma, fortunatamente, dopo un intervento di cinque ore, verrà dichiarato fuori pericolo.
Dopo la paura e la commozione dei parenti, le visite delle autorità e la solidarietà di tutti i partiti dell’arco parlamentare, arriva, puntuale, la rivendicazione. Sono state le BR.
Hanno colpito Camaioni in quanto “servo della FIAT e responsabile di azioni sindacali”.
Degno di nota e profetico l’agghiacciante finale del volantino: “si guardino bene questi figuri dal rientrare in fabbrica e dal riprendere il loro ruolo repressivo, perché ad alzare il tiro ci vuole poco. Non basta essere campioni di salto triplo per evitare ciò”.
Camaioni, in effetti, in quel ruolo non rientrerà più.
Verrà sostituito da
Cesare Varetto, il quale, quasi esattamente due anni dopo, farà la sua stessa fine.
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