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Gedi, l’addio degli Agnelli: La Stampa e Repubblica verso nuovi padroni?

Dopo la cessione dei giornali locali, il gruppo Exor di John Elkann valuta un disimpegno dal mondo dell’informazione. Sul tavolo le ipotesi di vendita de La Stampa, Repubblica e delle radio a NEM e alla famiglia greca Kyriakou, ma da Torino nessuna conferma ufficiale. Cresce la preoccupazione tra i giornalisti del gruppo

Gedi, l’addio degli Agnelli: La Stampa e Repubblica verso nuovi padroni?

Elkann

C’è aria di rivoluzione nel mondo dell’editoria italiana. E il terremoto, stavolta, parte da Torino. Secondo indiscrezioni rilanciate da ItaliaOggi e confermate da altri organi di stampa come Engage e Dagospia, il gruppo Gedi, controllato da Exor – la holding della famiglia Agnelli-Elkann – starebbe valutando un importante disimpegno dal settore dei media. In parole povere: un addio graduale al mondo dell’informazione.

Le voci si rincorrono da settimane. Dopo la cessione di diverse testate locali, il dossier più pesante riguarderebbe il futuro de La Stampa, storico quotidiano torinese fondato nel 1867. Sarebbe proprio lei, la “Signora del giornalismo sabaudo”, al centro di un potenziale passaggio di proprietà.

Tra i nomi circolati come possibili acquirenti spicca quello del gruppo Nem (NordEst Multimedia), editore del Messaggero Veneto, che in passato ha già rilevato alcune testate locali da Gedi. Ma non è tutto: a quanto pare, il disimpegno di Exor potrebbe riguardare anche l’altro grande pilastro del gruppo, la Repubblica, insieme all’intero pacchetto radiofonico composto da Radio Deejay, m2o e Radio Capital.

Le frequenze, secondo i bene informati, interesserebbero alla famiglia greca Kyriakou, armatori ed editori del potente gruppo televisivo Antenna. Una dinastia che negli ultimi anni ha ampliato i propri investimenti in Europa e che oggi potrebbe mettere piede anche nell’editoria italiana. Sarebbe una mossa capace di ridisegnare il panorama mediatico nazionale, portando un nuovo soggetto straniero al controllo di due tra le principali testate italiane.

Da parte sua, Exor mantiene una prudente ambiguità. Ufficialmente, la holding della famiglia Agnelli-Elkann parla soltanto di “numerose manifestazioni di interesse ricevute nel tempo”, ma precisa che “nessuna di esse ha avuto seguito concreto”. Una formula che, come spesso accade, dice tutto e il contrario di tutto.

Dietro le quinte, intanto, si parla di un possibile “spezzatino”: non la vendita dell’intero gruppo Gedi in blocco, ma una cessione a tappe, asset per asset. Secondo alcune ricostruzioni, La Stampa potrebbe addirittura restare sotto il controllo diretto di Exor, mentre il pacchetto Repubblica-radio andrebbe ai nuovi investitori. Un’ipotesi che avrebbe il vantaggio di alleggerire i costi, senza rinunciare del tutto al controllo di un marchio storico e simbolico per Torino.

A rendere la situazione ancora più nebulosa ci sono i numeri del gruppo: il bilancio 2024 si è chiuso con ricavi attorno ai 224 milioni di euro e una perdita netta di circa 15 milioni. Un segnale evidente che il comparto editoriale, per quanto prestigioso, non è più considerato strategico in una galassia finanziaria che spazia da Ferrari a Juventus, fino a Stellantis.

Non a caso, tra i corridoi della redazione di via Lugaro a Torino – sede storica de La Stampa – cresce la preoccupazione. Qualche mese fa il coordinamento dei comitati di redazione del gruppo Gedi aveva diffuso una nota dura, affermando che «le parole di Exor non ci rassicurano, e la proprietà deve chiarire le sue intenzioni». Parole che pesano, perché rivelano il clima di incertezza in cui lavorano centinaia di giornalisti.

La stessa Repubblica, cuore storico del gruppo fondato da Eugenio Scalfari, non è nuova a questi venti di cambiamento. Già nel 2024, l’amministratore delegato Maurizio Scanavino aveva assicurato che “né Repubblica né La Stampa sono in vendita”. Ma oggi quella promessa appare lontana, smentita dai fatti e dalle analisi dei mercati.

Dall’altra parte, gli Agnelli sembrano ormai proiettati verso altri orizzonti. I grandi affari industriali, l’automotive, il lusso, l’alta finanza. L’editoria, con i suoi margini risicati e la necessità di forti investimenti digitali, appare sempre meno compatibile con la strategia di lungo periodo di John Elkann.

Eppure, il segnale politico e culturale sarebbe enorme. Perdere il controllo de La Stampa e di Repubblicasignificherebbe per Torino e per l’Italia intera la fine di un’epoca: quella in cui la storica famiglia Agnelli teneva insieme industria, sport, finanza e informazione. Un intreccio che ha segnato per decenni la storia del Paese, nel bene e nel male.

Oggi resta solo l’attesa. Nessuna conferma, ma troppe coincidenze per credere che sia tutto un semplice “rumor”. Forse, come spesso accade, la verità sta nel mezzo: Exor potrebbe davvero prepararsi a lasciare, ma con la lentezza e la discrezione tipiche di chi sa che certi addii, per contare davvero, vanno consumati senza far rumore.

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