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Torino blindata per il 7 ottobre: vietato il corteo pro Palestina ma il movimento sfida il divieto

Il coordinamento “Torino per Gaza” conferma la manifestazione in piazza Castello nonostante le prescrizioni della Questura. Europa Radicale chiede lo stop: “Offesa alla città”. La Digos indaga sui disordini dei giorni scorsi

Torino blindata per il 7 ottobre: vietato il corteo pro Palestina ma il movimento sfida il divieto

Torino blindata per il 7 ottobre: vietato il corteo pro Palestina ma il movimento sfida il divieto

Torna a infiammarsi il centro di Torino. A due anni esatti dall’attacco di Hamas contro Israele, domani — 7 ottobre — il coordinamento “Torino per Gaza” chiama a raccolta centinaia di manifestanti in piazza Castello per un nuovo corteo pro Palestina. Una mobilitazione che arriva a pochi giorni dai disordini davanti a Leonardo e alla Prefettura, e a due giorni dalla grande manifestazione di Roma, che ha visto sfilare migliaia di persone.

Ma la Questura del capoluogo piemontese ha già preso posizione: il questore Paolo Sirna ha prescritto che la manifestazione non si svolga nella data del 7 ottobre, ma in un giorno diverso, e solo in forma statica, vietando di fatto il corteo. Il motivo, spiegano fonti di polizia, è la forte valenza simbolica della data, coincidente con l’anniversario dell’attacco di Hamas allo Stato di Israele. Nonostante ciò, il coordinamento ha ribadito sui social: “Appuntamento domani alle 19.30 in piazza Castello. Bloccare tutto. Il genocidio non è finito. Dalla Flottilla alle piazze siamo resistenza.”

Nelle ore precedenti, Europa Radicale ha lanciato un appello al prefetto, al questore e alla sindaca di Torinochiedendo che intervengano “per vietare quella che sarebbe un’offesa all’intera città”. “Il prefetto di Bologna — ha ricordato Marco Taradash — ha già vietato la manifestazione analoga organizzata dai Giovani Palestinesi. Ci auguriamo che accada lo stesso a Torino, dove la mobilitazione a sostegno del terrorismo e dell’antisemitismo non deve avere spazio.”

Sui canali del movimento “Torino per Gaza”, invece, il linguaggio resta militante e senza mezzi termini: “Scendiamo in piazza per ribadire senza ambiguità il diritto dei popoli oppressi a resistere. Dobbiamo smascherare il nuovo piano di pace dei colonizzatori che legittima genocidio, distruzione e accaparramento delle terre. Non ci sarà tregua fino a che la Palestina non sarà libera, dal fiume fino al mare.”

Nel frattempo, la Digos prosegue le indagini per individuare i responsabili dei disordini delle scorse settimane, durante le precedenti mobilitazioni in città. Il clima resta teso, e la Prefettura ha disposto un rafforzamento dei controlli nell’area del centro.

gaza

Ma la protesta non si ferma. In parallelo, nelle scuole e negli atenei italiani — da Torino a Roma, da Pisa a Napoli — continuano occupazioni e assemblee in solidarietà con la Palestina. “È partito lo tsunami delle occupazioni studentesche. Blocchiamo tutto!” scrivono i ragazzi dei collettivi Osa e Cambiare Rotta, che denunciano il “ministro sceriffo” Valditara e l’atteggiamento del Governo Meloni, ritenuto “complice del genocidio”.

Domani sera, dunque, la città sarà di nuovo sorvegliata speciale. Il corteo pro Palestina, vietato ma annunciato, si preannuncia come l’ennesima prova di tensione tra le ragioni della sicurezza e quelle della piazza.

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