AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
06 Ottobre 2025 - 21:24
Paura e tensione nel ricordo del 7 ottobre: Roma blindata, divieti a Bologna e Torino
Due anni dopo il terribile attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, l’Italia torna a fare i conti con la paura e con la memoria. Quel giorno di sangue, in cui centinaia di civili israeliani furono uccisi e decine di persone prese in ostaggio, segna ancora profondamente le comunità ebraiche italiane. Ma il ricordo, quest’anno, si intreccia con nuove tensioni e con un’allerta sicurezza senza precedenti.
A Roma, la città è blindata: controlli serrati nelle stazioni, pattugliamenti intensificati nei pressi del Ghetto, delle sinagoghe, delle scuole ebraiche e dei centri culturali. La commemorazione ufficiale delle vittime, inizialmente prevista per il 7 ottobre, è stata rinviata a domenica 12 ottobre, nel rispetto della festività ebraica di Sukkot. Si terrà nella capitale alla presenza di autorità politiche e religiose, in un clima di raccoglimento ma anche di riflessione sulla convivenza e sulla tutela dei diritti.
Il Ministro Piantedosi
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi conferma che «l’attenzione è molto alta», pur precisando che non ci sono al momento segnali specifici di minaccia. Sulle manifestazioni non autorizzate previste per domani, a Bologna e Torino, Piantedosi ha chiarito la linea del Viminale: «Siamo sempre cauti nel vietare manifestazioni per motivi ideologici, ma inneggiare al 7 ottobre significa fare apologia di un atto terroristico. E quel tema richiama i violenti, quelli che poi scendono in piazza per devastare».
A Bologna, il prefetto Enrico Ricci ha vietato la manifestazione indetta dai Giovani Palestinesi, che sui social avevano rilanciato lo slogan “Viva il sette di ottobre, viva la resistenza palestinese”, celebrando quella che definiscono “la più grande azione di resistenza degli ultimi decenni contro l’occupazione sionista”. Nonostante il divieto, gli organizzatori hanno annunciato di voler comunque scendere in piazza Nettuno. Un’iniziativa analoga è prevista a Torino, in piazza Castello, alle 19.30 di domani.
E mentre cresce la tensione, monta anche la polemica sulla partita Italia-Israele, in programma il 14 ottobre a Udine. Alcuni esponenti di Avs, Andrea Di Lenardo e Serena Pellegrino, hanno accusato il governo di aver “autorizzato il Mossad ad agire a Udine”, chiedendo chiarimenti sui poteri concessi ai servizi segreti israeliani. «Sono autorizzati ad aprire il fuoco contro cittadini italiani? In quali casi?», hanno domandato in una nota. Ma in serata è arrivata la smentita ufficiale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che ha negato qualsiasi coinvolgimento di agenzie di intelligence straniere in occasione del match.
Il clima di tensione si avverte ovunque. La presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, parla di “un dolore profondo trasformato in paura di vivere anche nelle nostre città”. Aggiunge parole durissime contro quella che definisce “un’Italia disposta a cedere coerenza e rigore senza comprendere la gravità di quanto sta accadendo”. E conclude con un appello: «L’ora è grave e la speranza di recuperare serenità e convivenza resta il nucleo delle nostre preghiere».
Dalla Comunità ebraica di Roma, il presidente Victor Fadlun non nasconde l’amarezza: «Il 7 ottobre avremmo voluto unirci in raccoglimento per ricordare le vittime e pregare per il ritorno degli ostaggi. Invece abbiamo visto striscioni e slogan che celebrano gli assassini. È aberrante». A Milano, il presidente Walker Meghnagi parla di “preoccupazione quotidiana”, segno di un disagio che non si dissolve.
L’Ucei ha organizzato, per accompagnare la commemorazione, un convegno dal titolo “La storia stravolta e il futuro da costruire”, a cui parteciperanno, oltre alla stessa Di Segni, il ministro dell’Interno Piantedosi, il presidente del CnelRenato Brunetta e l’ambasciatore israeliano Jonathan Peled. Un momento di confronto che vuole trasformare il ricordo in riflessione, e la memoria in consapevolezza.
La paura, però, resta. E mentre Roma si prepara alla cerimonia ufficiale, il Paese intero si misura con un equilibrio sempre più fragile, tra libertà di espressione, sicurezza e memoria.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.