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06 Ottobre 2025 - 19:52
Augusta Montaruli è diventata mamma
Una notizia che ha il sapore della vita vera, lontana dai toni istituzionali e dalle solite dichiarazioni politiche. Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia e volto noto della destra torinese, ha annunciato pochi minuti fa su Instagram la nascita del suo primo figlio, Zeno Thiago.
Con un post su Instagram semplice e intenso, la parlamentare ha scelto di condividere la gioia della maternità senza filtri, raccontando questi mesi come un tempo di silenzio e autenticità.
“Non abbiamo foto impostate dei primi 9 mesi insieme. Abbiamo preferito farci vedere per quel che siamo davvero, grazie anche al supporto di molti. Sempre attivi, cercando di non venire mai meno al nostro dovere e presenti qua e là, tra una manifestazione e un momento di relax”, ha scritto.
Parole che suonano come un messaggio non solo personale, ma anche politico: rivendicare la normalità, la fatica e la bellezza della vita lontana dalle luci dei riflettori.
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Poi l’annuncio più atteso: “Continuerà così questa bellissima avventura. Benvenuto al mondo Zeno Thiago, in onore dei santi a cui sono devoti papà e mamma”.
Il post, accompagnato da emoji di un guanto, un limone e un megafono – i simboli che la deputata utilizza spesso per comunicare con i suoi follower – è già stato inondato di commenti e auguri da parte di colleghi di partito, amici e sostenitori.
Montaruli spiega la scelta del nome con un tono quasi poetico: “Zeno come il patrono di Verona, in onore del padre e delle tue sorelle, nonché di tutti coloro che sono pescatori in acque dolci. Thiago come Santiago, come san Giacomo il Maggiore, l’incontro che mi cambiò la vita, tra pescatori di uomini, figlio del tuono”.
Un richiamo religioso, come spesso nelle parole della deputata, che intreccia fede e identità, devozione e appartenenza.
“Che ti proteggano sempre nelle battaglie che dovrai affrontare, che tu possa usare guanti capaci di attutire e parare i peggiori colpi senza mai rinunciare a te stesso”, conclude la neo mamma, in un augurio che sembra già un programma di vita per il piccolo Zeno Thiago.
La nascita arriva a pochi mesi dalle polemiche che avevano coinvolto la parlamentare, costretta alle dimissioni dal ruolo di sottosegretaria all’Università dopo una condanna in appello per rimborsi del periodo regionale. Un periodo difficile che Montaruli aveva affrontato senza mai abbandonare la scena politica, presente ai comizi e ai grandi eventi di partito anche durante la gravidanza.
Oggi però, almeno per qualche ora, la politica si ferma. L’ex sottosegretaria, che ha sempre rivendicato orgogliosamente il suo essere donna e combattiva, scrive la pagina più intima della sua vita.
E lo fa a modo suo: niente servizi fotografici, nessuna foto patinata, solo parole. E tanta emozione.
Dietro quel post, arrivato in punta di piedi tra un comizio e un momento di quiete, c’è una storia lunga quarantuno anni, fatta di radici, battaglie, cadute e risalite. Augusta Montaruli, nata a Torino il 14 settembre 1983, è una delle figure più riconoscibili della nuova destra italiana. Avvocata, cresciuta politicamente tra i banchi del liceo Galileo Ferraris e poi all’Università di Torino, dove si è laureata con lode in Giurisprudenza, ha sempre unito la passione politica all’impegno personale, spesso sfidando la retorica dei “posti riservati agli uomini”.
Le sue origini affondano in una famiglia pugliese: i genitori provengono da Corato, e lei stessa ha raccontato più volte come il senso di riscatto, di lavoro e di sacrificio tipico del Sud abbia plasmato il suo carattere. Un dettaglio che pochi conoscono — e che lei stessa ha ricordato in più occasioni — è che i suoi genitori sono sordi, e che proprio grazie a loro ha imparato, fin da piccola, a comunicare più con i gesti e con gli sguardi che con le parole. Un’esperienza che, come ha detto una volta, “ti insegna l’ascolto prima del parlare”.
La sua prima palestra politica è stata San Mauro Torinese, dove a soli ventiquattro anni entra in Consiglio comunale e diventa assessora alla Cultura. Anni intensi, di piazze, assemblee, volantini e riunioni notturne. “Arrivavo in Comune con una Seicento color salmone e tanta incoscienza”, ha raccontato sorridendo in una vecchia intervista. Di lì a poco, la giovane amministratrice si fa notare per la sua determinazione e il suo stile diretto, che non lasciano indifferenti né gli alleati né gli avversari.
Nel 2010 viene eletta consigliera regionale del Piemonte con il Popolo della Libertà, poi approda a Fratelli d’Italia, dove inizia una scalata costante fino a diventare una delle fedelissime di Giorgia Meloni. Nel 2018 entra in Parlamento, eletta alla Camera dei Deputati nel collegio Torino – San Paolo – Vallette, e nel 2022 viene riconfermata. A novembre dello stesso anno giura come sottosegretaria all’Università e alla Ricerca, ruolo che lascia nel febbraio 2023 dopo la condanna definitiva nell’inchiesta nota come “Rimborsopoli piemontese”.
Un colpo durissimo, che avrebbe abbattuto chiunque. Ma Montaruli — come ama dire lei stessa — “non è tipo da arrendersi”. Nei mesi successivi non si eclissa, non si nasconde, anzi: continua a frequentare comizi, conferenze e iniziative di partito, apparendo sempre sul campo, incinta e con la stessa energia combattiva di sempre. È rimasta così anche durante la gravidanza, visibilmente orgogliosa del pancione e delle sue idee, pronta a dire la sua su ogni tema, anche quando scomodo.
Negli anni è stata spesso al centro di polemiche mediatiche: la condanna per peculato legata alle spese dei gruppi regionali, il celebre “bau bau” rivolto a un deputato del PD in diretta televisiva, la fermezza con cui difende le proprie posizioni sui temi etici e sociali. Ma dietro la corazza della politica da trincea si nasconde, ora lo sappiamo, una donna capace di parlare di sé con semplicità e tenerezza.
Il post per la nascita di Zeno Thiago è diverso da tutto ciò che Montaruli ha pubblicato finora. Non c’è retorica, non c’è rabbia, non c’è la contrapposizione che ha spesso caratterizzato i suoi interventi pubblici. C’è solo una madre, che affida ai santi la protezione del figlio e che sembra voler scrivere, tra le righe, una nuova fase della propria vita. “Che tu possa usare guanti capaci di attutire e parare i peggiori colpi senza mai rinunciare a te stesso” — una frase che, letta in controluce, suona come il lascito di una donna che ha imparato a parare molti colpi, ma non ha mai smesso di lottare.
Oggi, chi l’ha conosciuta nella San Mauro dei primi anni Duemila o nei palazzi romani, la descrive come una donna diretta, inflessibile, ma anche ironica e profondamente legata alla fede. Lo dimostra la scelta del nome del figlio: Zeno, patrono di Verona e protettore dei pescatori in acque dolci; Thiago, ispirato a Santiago, l’apostolo pellegrino che, come lei scrive, “mi cambiò la vita, tra pescatori di uomini, figlio del tuono”. Un intreccio di simboli che racconta molto più di un semplice gusto personale: il legame con le radici, la devozione e la forza dei nomi che diventano destino.
Dopo anni trascorsi a gestire la pressione della politica nazionale, Montaruli apre ora una parentesi di vita privata che difficilmente resterà lontana dai riflettori. Ma per ora, almeno per un istante, sembra voler mettere da parte tutto: i processi, le battaglie parlamentari, le accuse, le difese, le piazze. Resta l’immagine più semplice e potente di tutte: una donna che stringe suo figlio e scrive, senza posa, senza slogan, senza slogan. Solo una frase che racchiude tutto: “Continuerà così questa bellissima avventura.”
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