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05 Ottobre 2025 - 21:37
Influenza 2025: che cos’è la “australiana”, quanto dura e come proteggersi
Con l’arrivo dell’autunno torna a farsi sentire l’influenza 2025, ribattezzata anche “influenza australiana”. Un virus che quest’anno, secondo gli esperti, potrebbe circolare con maggiore intensità e durata rispetto alle stagioni passate. La definizione non indica un nuovo ceppo, ma si riferisce ai virus osservati e studiati in Australia durante l’inverno dell’emisfero sud, tra maggio e settembre, che anticipano solitamente ciò che accade poi in Europa.
La variante di quest’anno è già sotto osservazione per la sua diffusione rapida e per un impatto più severo sui soggetti fragili, in particolare anziani, bambini e persone con patologie croniche. Gli specialisti raccomandano attenzione ai sintomi precoci e, soprattutto, una vaccinazione tempestiva per limitare il rischio di complicazioni.
L’influenza australiana 2025 si manifesta con febbre alta, spesso sopra i 39 gradi, brividi persistenti, dolori muscolari e articolari diffusi, tosse secca che può protrarsi anche per settimane, mal di gola intenso e affaticamento estremo. A questi si aggiungono frequentemente mal di testa pulsante, perdita di appetito, nausea e, nei casi più acuti, disturbi gastrointestinali o problemi di concentrazione.
Il contagio è massimo nelle prime 48 ore dall’insorgenza dei sintomi: per questo è importante isolarsi fin da subito per evitare di diffondere il virus.
La durata della malattia tende a essere più lunga rispetto alle influenze stagionali tradizionali. La fase acuta dura in media 5-7 giorni, ma la convalescenza può protrarsi fino a due o quattro settimane. Tosse e stanchezza, in particolare, sono tra i sintomi più persistenti. Gli esperti invitano a non sottovalutare i tempi di recupero e a evitare di tornare troppo presto alle normali attività.
Non esiste un vaccino separato per l’influenza australiana: il vaccino antinfluenzale 2025 è stato formulato proprio per proteggere dai ceppi circolati in Australia nei mesi scorsi. Il periodo ideale per vaccinarsi è ottobre, così da permettere al sistema immunitario di sviluppare difese prima del picco influenzale previsto tra dicembre e gennaio.
Il vaccino riduce la possibilità di ammalarsi e, nei casi di infezione, attenua i sintomi e abbrevia la durata della malattia. Gli effetti collaterali sono generalmente lievi e temporanei: un po’ di dolore nel punto dell’iniezione, una lieve febbre o dolori muscolari.
Per affrontare in sicurezza la nuova stagione influenzale, i medici ricordano alcune regole di prevenzione fondamentali: lavarsi spesso le mani, usare gel disinfettanti quando si è fuori casa, evitare luoghi affollati nei periodi di picco, mantenere una dieta equilibrata e bere molta acqua. In caso di febbre persistente oltre cinque giorni o sintomi respiratori importanti, è necessario consultare il medico.
Dopo due stagioni in cui la convivenza con virus respiratori come l’influenza e il Covid ha cambiato le abitudini degli italiani, la raccomandazione resta chiara: vaccinarsi e agire con prudenza. Solo così sarà possibile contenere la diffusione del virus e proteggere sé stessi e gli altri durante l’inverno.
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