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Settimo senza posta: il caos dopo la chiusura dello smistamento. E la Piastra? Un fantasma

Bollette scadute, pacchi dispersi, raccomandate introvabili e persino La Voce bloccata. I cittadini esasperati, i postini allo stremo. La sindaca si limita a “segnalare”, ma la città resta senza un servizio pubblico essenziale

Settimo senza posta: il caos dopo la chiusura dello smistamento. E la Piastra? Un fantasma

Settimo senza posta: il caos dopo la chiusura dello smistamento. E la Piastra? Un fantasma

A Settimo Torinese la posta non arriva. Non è più un disguido, non è più un episodio saltuario: è una vergogna quotidiana. Tutto questo da quando il centro di smistamento cittadino è stato chiuso e l’intero servizio è stato accentrato a Leini. Una “razionalizzazione”, dissero. Nella realtà: bollette recapitate dopo la scadenza, pacchi dispersi, raccomandate introvabili e perfino il nostro settimanale che resta intrappolato chissà dove invece di arrivare puntuale ai lettori.

Le lamentele arrivano da ogni quartiere. C’è chi aspetta giorni interi senza vedere il postino, chi scopre le multe già maggiorate per colpa di notifiche recapitate con settimane di ritardo. Un sistema che non funziona e che mette in ginocchio cittadini, commercianti e famiglie.

Elena Piastra

E in tutto questo la sindaca Elena Piastra cosa ha fatto? La domanda è proprio questa. Avrà preso in mano il telefono per chiamare chi di dovere? Avrà inviato almeno una pec per chiedere conto a Poste Italiane di un disastro che va avanti da anni? Oppure si è limitata, come troppo spesso accade, a scaricare la colpa sugli altri, a dire che “non è competenza del Comune” e a guardare da lontano il malcontento che cresce?

Perché il punto è semplice: si tratta di un servizio pubblico. E di fronte a un servizio pubblico che non funziona, un sindaco non può lavarsene le mani. Non bastano le giustificazioni, non bastano i soliti comunicati di circostanza. Servirebbe battere i pugni sui tavoli, pretendere soluzioni immediate, costringere chi di dovere a fare ciò che deve. 

La verità è che la chiusura dello smistamento ha tagliato le gambe al servizio, lasciando i postini in numero ridotto e con carichi di lavoro insostenibili. Quartieri interi rimangono scoperti per giorni, e i cittadini sono ormai esasperati.

Qualcuno ironizza: “La posta arriva solo quando c’è il cambio stagione, come le rondini”.

Ma a ridere c’è poco. Un Comune che non riceve la posta è un Comune che non funziona,

Insomma, Settimo ha bisogno di un servizio postale degno di questo nome. E ha bisogno di una sindaca che non si limiti a dire “ho segnalato”, ma che ottenga soluzioni concrete. Perché i cittadini non meritano di fare da cavie in un esperimento fallito di efficienza. La posta deve arrivare. Punto.

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