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Cronaca

Torino, serata di tensione al corteo pro Gaza: lacrimogeni a Porta Susa, sedie lanciate in piazza Castello

Dalla stazione Porta Susa a piazza Castello, tra lacrimogeni, idranti e lanci di bottiglie: la protesta pro Gaza a Torino si trasforma in scontri con la polizia e atti di vandalismo in via Po.

Torino, serata di tensione al corteo pro Gaza: lacrimogeni a Porta Susa, sedie lanciate in piazza Castello

Torino, serata di tensione al corteo pro Gaza: lacrimogeni a Porta Susa, sedie lanciate in piazza Castello

Serata ad alta tensione nel centro di Torino, dove il corteo pro Gaza ha tentato ancora una volta di spingersi fino alle stazioni ferroviarie, obiettivi simbolici scelti dai manifestanti per dare visibilità alla protesta. Dopo i tentativi nei giorni scorsi di raggiungere Porta Nuova, questa volta l’attenzione si è concentrata su Porta Susa.

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Quando la marcia è arrivata nei pressi della stazione, la polizia in tenuta antisommossa ha sbarrato ogni accesso. I primi tentativi di avvicinamento, accompagnati anche da lanci di bottiglie, hanno scatenato la reazione immediata delle forze dell’ordine, che hanno respinto i manifestanti con lacrimogeni e idranti. Parte del corteo si è poi fermata in piazza XVIII Dicembre, mantenendo la distanza dagli agenti ma senza interrompere il lancio di oggetti. In un episodio particolarmente pericoloso, un manifestante ha spinto contro le linee di polizia un carrello della spesa in fiamme, carico di carta: l’idratante lo ha spento subito, evitando conseguenze peggiori.

La tensione non si è fermata. Il corteo, che si muoveva tra slogan e bandiere palestinesi, ha raggiunto piazza Castello e la Prefettura. Qui una decina di giovani a volto coperto ha recuperato bottiglie dai cestini e sedie accatastate vicino al Teatro Regio. Dopo averci scherzosamente seduto sopra per pochi istanti, le hanno lanciate contro i carabinieri schierati a difesa del palazzo. Anche in questo caso la risposta è arrivata con i lacrimogeni. In mezzo al caos, due ragazze hanno cercato di opporsi simbolicamente alla violenza: una con una rosa in mano, l’altra con la bandiera palestinese, entrambe ferme a braccia alzate tra i lanci di oggetti e le cariche della polizia.

Intanto piccoli gruppi si sono dispersi sotto i portici di via Po, rovesciando tavoli e sedie dei locali e utilizzando parte del materiale predisposto per la manifestazione culturale “Portici di carta”, in programma nel weekend. Alcuni arredi, divelti e buttati in strada, sono stati poi risistemati da altri manifestanti in un momento di tregua, quasi a voler differenziare l’anima pacifica da quella violenta del corteo.

La serata è proseguita tra avanzate e arretramenti, con alcuni spezzoni che abbandonavano la piazza mentre altri restavano a fronteggiare le forze dell’ordine. Lacrimogeni, idranti e bottiglie si sono alternati a slogan, bandiere e gesti simbolici, in un copione che ormai da giorni segna le piazze torinesi. Alla fine, centinaia di persone sono rimaste mobilitate nel centro città, mentre i rinforzi della polizia continuavano a presidiare i punti più delicati.

La cronaca di questo venerdì sera restituisce così l’immagine di una Torino blindata, con un corteo che oscilla tra rivendicazioni politiche, momenti di protesta pacifica e derive di vandalismo che rischiano di oscurarne il messaggio.

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