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30 Settembre 2025 - 11:51
Ponte di Verrua Savoia, lavori lenti e sicurezza a rischio: che sta succedendo?
Il cantiere sul ponte tra Crescentino e Verrua Savoia è partito a inizio giugno. Presentato dalla Città Metropolitana di Torino e dai sindaci del territorio con una conferenza stampa sopra e sotto le storiche arcate.
Oggi, a quasi quattro mesi di distanza, c’è già chi solleva dubbi sulla gestione della viabilità. E anche sul rispetto delle tempistiche dei lavori.
A parlare non è un comitato di cittadini, neppure chi sui social, percorrendo tutti i giorni la SP 107, ha già avuto modo di sottolineare le criticità del cantiere, rischi e pericoli per gli automobilisti.
No, a parlare è lo stesso sindaco di Verrua Savoia Mauro Castelli che lo scorso 9 settembre ha inforcato la tastiera e scritto una lettera ufficiale alla Città Metropolitana di Torino denuncia infrazioni “da parte di cittadini non solo verruesi” e chiedendo nuove misure di sicurezza.
Il punto è chiaro: la segnalazione luminosa che regola il senso unico alternato non basta. Troppi automobilisti la ignorano, creando situazioni di pericolo. Le telecamere ci sono, ma non sanzionano: si limitano a riprendere. Risultato, spiega Castelli: disordine e rischi quotidiani.
Da qui la richiesta di un secondo semaforo, sincronizzato, per risolvere anche il nodo della svolta a sinistra verso Brusasco. E l’invito, neanche troppo velato, ad accelerare i lavori: “Il cantiere procede in maniera lenta”, scrive il sindaco, auspicando turni doppi ora che il clima lo consente. Ma ormai l'autunno è arrivato e pure l'inverno incombe.
Il video della conferenza stampa dei lavori sul ponte tra Verrua Savoia e Crescentino
La cornice è quella di un’opera storica e fragile. Il ponte più vecchio dell’intero asse del Po, costruito tra il 1865 e il 1899 dall’impresa Rosazza, sopravvissuto a guerre, alluvioni e a un crollo che nel 1957 si portò via quattro arcate e sei vite umane. Un colosso di pietra e mattoni che oggi si rifà il look con un intervento da 6 milioni di euro finanziato dalla Città Metropolitana, con il supporto di Regione e Soprintendenza.
I lavori dovrebbero durare 18 mesi: consolidamento delle pile, rinforzo delle spalle, ampliamento della carreggiata. E soprattutto la novità della pista ciclabile, promessa come simbolo di mobilità sostenibile e risarcimento morale per un territorio che ha pagato a caro prezzo la fragilità di questo manufatto.
Ma il prezzo immediato lo pagano automobilisti e camionisti, costretti a convivere con semafori, movieri e limiti a 30 km/h. Con la prospettiva di arrivare, se tutto fila liscio, a un ponte “nuovo” per Natale 2026.
La memoria, però, non consente sconti.
Sessantotto anni fa un crollo dovuto a incurie e attività estrattive portò via vite umane. Oggi le istituzioni giurano che la priorità è la sicurezza. Intanto i cittadini borbottano, sbuffano e il sindaco di Verrua Savoia sollecita.
Domanda inevitabile: si riuscirà, questa volta, a rispettare i tempi e garantire davvero l’incolumità di chi ogni giorno attraversa il Po?
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