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Al Ferrante Aporti il comandante si fa direttore: carcere minorile senza guida legittima

Denuncia Osapp: atti firmati senza nomina, incarichi incompatibili, ferie anomale e persino un sovrintendente con limitazioni sanitarie piazzato tra i detenuti

Al Ferrante Aporti il comandante si fa direttore: carcere minorile senza guida legittima

Al Ferrante Aporti il comandante si fa direttore: carcere minorile senza guida legittima

Il carcere minorile Ferrante Aporti di Torino torna al centro delle polemiche e questa volta la denuncia arriva con un esposto urgente firmato dall’Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria (Osapp), che parla senza mezzi termini di “situazione illegittima, ruoli incompatibili e assenza di copertura normativa”.

Dopo il trasferimento del direttore titolare, le funzioni di vertice sarebbero state assunte di fatto dal comandante del reparto di polizia penitenziaria, il quale, senza alcun atto formale di designazione, sottoscriverebbe documenti con la qualifica di “dirigente delegato”.

Per l’Osapp si tratta di un “potenziale vulnus giuridico” perché, come spiegano i sindacalisti, non esiste alcuna norma che consenta a un appartenente al corpo di polizia penitenziaria di svolgere funzioni di direttore di un istituto penitenziario, neppure in via provvisoria, e l’attribuzione di simili compiti non può derivare da prassi interne o da autotutele ma deve avvenire con atti ufficiali e trasparenti.

A rendere ancora più pesante la vicenda ci sono gli atti già firmati dal comandante, che hanno destato forti perplessità tra gli operatori. Il primo riguarda la pubblicazione del piano ferie per le festività natalizie, che introduce un terzo turno del tutto anomalo fissato dal 6 al 16 gennaio 2026, ben oltre i cicli canonici previsti in quell’arco dell’anno.

Un altro episodio è datato 24 settembre 2025 e riguarda l’assegnazione di un sovrintendente capo all’Ufficio Matricola senza alcuna procedura regolare e trasparente. Una scelta controversa anche sotto il profilo sanitario, dal momento che il dipendente risulta destinatario di limitazioni imposte dalla Commissione Medica Ospedaliera di Milano, che lo autorizzano soltanto a servizi sedentari, mentre l’Ufficio Matricola si trova all’interno dell’istituto e comporta inevitabili contatti con i detenuti.

Il sindacato chiede quindi di accertare la legittimità delle funzioni di direzione, la validità degli atti già adottati e la compatibilità sanitaria delle assegnazioni, sottolineando come il quadro stia precipitando ulteriormente dopo mesi di promesse rimaste senza risposta.

Ferrante apporti

A preoccupare ancora di più è il nodo delle incompatibilità: lo stesso comandante, oltre a dirigere il reparto di polizia penitenziaria e a esercitare informalmente le funzioni di direttore dell’istituto, risulterebbe anche direttore dell’Area sicurezza del Centro giustizia minorile.

Un triplice incarico che, secondo l’Osapp, configura un evidente conflitto di interessi e una macroscopica contraddizione amministrativa, con il paradosso che “il controllato risulta essere anche colui che controlla se stesso”.

Un intreccio di ruoli che, sempre secondo l’organizzazione sindacale, non solo genera malumori e disagio tra il personale, ma mina la trasparenza e l’equilibrio che dovrebbero regolare i servizi istituzionali.

Tutto questo in un contesto già scosso nei mesi scorsi dalle accuse sulla gestione del personale femminile in stato di gravidanza, con lavoratrici impiegate comunque nei servizi operativi nonostante le tutele di legge. Nulla è cambiato dopo gli incontri a Roma con i vertici del Dipartimento e oggi la situazione sembra anzi aggravarsi.

L’esposto è stato inviato al Capo del Dipartimento per la giustizia minorile Antonio Sangermano, al sottosegretario di Stato alla Giustizia Andrea Ostellari, al vicedirettore generale Cristiana Rotundo, alla direttrice generale del personale Silvia Mei e allo studio legale che collabora con il sindacato, con la richiesta di un intervento immediato per ristabilire legalità e trasparenza nella gestione dell’istituto.

Al momento non sono arrivate risposte ufficiali, ma la vicenda è destinata a far discutere perché in gioco non ci sono solo procedure interne: c’è la legittimità stessa della direzione di un carcere minorile e, con essa, la credibilità delle istituzioni che ne hanno la responsabilità

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