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VALPERGA
29 Settembre 2025 - 10:06
Una giornata che intreccia fede, storia e musica. Così si può raccontare la festa di Maria Liberatrice, celebrata domenica 28 settembre 2025 nella suggestiva Chiesa di San Giorgio a Valperga, sotto la guida del dottor Livio Frasca, presidente degli Amici di San Giorgio. Un luogo che ha attraversato i secoli, accogliendo generazioni di fedeli e che ancora oggi sa farsi custode di emozioni e memoria.
La giornata si è aperta con la Santa Messa celebrata da Don Federico, momento di profonda spiritualità scandito da un episodio che ha toccato tutti i presenti: la prima comunione di un bambino peruviano, segno tangibile di una comunità viva, capace di abbracciare le differenze e di accompagnare ogni cammino di fede. L’applauso spontaneo che ha accompagnato quel momento ha testimoniato la gioia condivisa, come se l’intera assemblea avesse adottato quel bambino come simbolo di speranza.
Nel pomeriggio, le navate antiche della chiesa si sono trasformate in un’eco di armonie e preghiere grazie al concerto della Cantoria di Valperga, che ha richiamato circa un centinaio di persone. Non un semplice evento musicale, ma un’esperienza collettiva in cui le voci si sono fatte strumento di meditazione. Attraverso canti e letture, l’assemblea ha ripercorso il cammino dei discepoli di Emmaus, riscoprendo nella musica la forza di un linguaggio universale che sa toccare i cuori e rinnovare la speranza.
Uno dei momenti più intensi è stato l’esecuzione a cappella del brano So che sei qui. La sua interpretazione, vibrante e autentica, ha commosso il pubblico fino a una standing ovation che ha riempito di energia l’antica chiesa. L’apertura dell’evento era stata affidata a Maria Calvi di Coenzo, membro del Direttivo degli Amici di San Giorgio, che ha letto un testo di presentazione scritto da Giorgio Cortese, capace di regalare parole dense di significato e di introduzione alla riflessione.
Ma la musica, a Valperga, non è mai stata semplice ornamento. È tradizione che affonda le radici nei secoli, quando le cantorie animavano le celebrazioni, ben prima della Riforma, dando voce ai laici e alle confraternite. Una tradizione resa ancora più forte dal lungo ministero di Don Vincenzo Rubatto, parroco dal 1953 al 1993, che volle una Cantoria presente a ogni funzione. Non solo: Don Rubatto compose anche l’inno a Maria Liberatrice, che ancora oggi, a distanza di decenni, chiude le celebrazioni patronali come un legame che unisce passato e presente.
Questa eredità continua a vivere grazie alla passione degli Amici di San Giorgio e alla direzione del Maestro Davide Montin, medico e musicista, che ha formato generazioni di cantori trasmettendo molto più che tecnica: la consapevolezza che il canto, quando nasce dal cuore, diventa preghiera. “Chi canta, prega due volte” recita l’antico detto attribuito a Sant’Agostino, e il concerto del 28 settembre lo ha reso realtà tangibile.
La millenaria chiesa di San Giorgio, illuminata da secoli di fede e di memoria, ha accolto voci e cuori in un’unica armonia. Non è stato solo un concerto, ma una testimonianza viva di come una comunità, attraverso l’arte e la spiritualità, possa continuare a camminare insieme, intrecciando passato e futuro, radici e speranze, in un canto che non smette mai di salire verso l’alto.
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