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28 Settembre 2025 - 22:02
Front Canavese – Un debutto che ha già il sapore della tradizione. Sabato 27 settembre il piccolo centro del Canavese si è trasformato in un salotto a cielo aperto per accogliere la prima edizione del Mercà dì Ricòrd. Un mercatino che, nonostante le bizze del meteo, ha saputo conquistare espositori e visitatori, portando tra le vie del paese il fascino degli oggetti d’altri tempi.
La giornata non è stata delle più facili: la mattina fredda e le piogge intermittenti del pomeriggio hanno messo alla prova i circa cinquanta espositori che hanno riempito la piazza principale, fino alla rotonda che conduce al campo sportivo e in direzione Barbania. Eppure, anche sotto gli ombrelli, la curiosità non è mancata. Decine di visitatori hanno affollato i banchi, cercando un affare, un pezzo raro o semplicemente un ricordo che potesse riportarli indietro nel tempo.
Dietro l’iniziativa c’è la passione del Bar da Mino e Nady, che ha creduto in questo progetto e lo ha realizzato con determinazione. Un entusiasmo contagioso, quello di Nadia, che con il marito e il figlio ha dato vita a un evento che è già stato salutato da molti come un appuntamento da ripetere. “Per noi è stata una grande soddisfazione – racconta – nonostante il tempo non favorevole siamo riusciti a portare in paese tanta gente, e già pensiamo alle prossime edizioni”.
Il Mercà dì Ricòrd non si è limitato a essere una vetrina commerciale. Tra un libro consumato, una vecchia sedia, una radio che ha fatto compagnia a generazioni intere, si respirava aria di memoria condivisa. Ogni oggetto raccontava una storia, custodiva un frammento di vita, evocava emozioni. Non è un caso se molti operatori, colpiti dall’accoglienza, hanno già confermato la loro disponibilità a tornare.
Passeggiare tra le bancarelle è stato come intraprendere un viaggio nel tempo. Quattro i tratti distintivi che hanno reso speciale l’esperienza: la forza evocativa del passato, la bellezza del collezionismo, la scelta sostenibile del riuso e l’emozione della ricerca. Ogni acquisto, ogni contrattazione, diventava un piccolo traguardo personale, una conquista che andava oltre il semplice valore economico.
Un mercatino come questo ci ricorda che, nell’epoca della fretta e degli oggetti usa e getta, esiste ancora uno spazio per il recupero, per la durata, per la bellezza delle cose che portano i segni del tempo. Proprio come accadeva a Proust con la madeleine, anche qui una cartolina ingiallita, una fotografia dimenticata o un orologio fermo da decenni hanno avuto la forza di risvegliare ricordi sopiti.
Il successo del Mercà dì Ricòrd dimostra che non serve una grande città per creare eventi dal significato profondo. A volte basta la passione di chi organizza, la disponibilità degli espositori e la curiosità di chi si lascia incantare. Forse il vero tesoro non è l’oggetto trovato, ma la memoria che riporta con sé, quella che ci ricorda chi siamo e da dove veniamo.
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