AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
28 Settembre 2025 - 18:20
Zona rossa, ma pochi controlli in stazione a Chivasso: "Serve la Polizia Municipale fino a mezzanotte". Siete d'accordo?
Martedì 30 settembre il Consiglio comunale di Chivasso sarà chiamato a discutere un tema che da mesi attraversa il dibattito cittadino come una ferita aperta: la sicurezza nell’area della stazione e del Movicentro.
Dopo l’ordinanza del prefetto Cafagna che ha istituito la “zona rossa”, il caso approda nuovamente in aula con la mozione presentata dal consigliere Bruno Prestìa, capogruppo di Per Chivasso. Al centro del documento non ci sono proclami né simboli da appendere alla bacheca delle ordinanze, ma una richiesta semplice e concreta: più pattuglie della Polizia Municipale nelle ore serali, fino alla chiusura della stazione.
La cronaca recente parla da sola. Un ragazzo sfregiato con un taglierino mentre cercavano di rapinarlo. Molestie agli operatori della biblioteca comunale. Furti ripetuti, risse, bivacchi. Ogni giorno un episodio, ogni sera un allarme. La “zona rossa” voluta dalla Prefettura è stata presentata come svolta, ma già dalla prima notte gli effetti sono apparsi inconsistenti: grande spiegamento di forze all’esordio, poi il vuoto, nessun presidio costante. Risultato: la percezione di insicurezza dei cittadini non solo non è migliorata, ma ha toccato il minimo storico. Prestìa, raccogliendo il malessere di residenti e pendolari, rilancia: “Non possiamo limitarci alle ordinanze o alle prove muscolari di una sera. Serve continuità, serve presenza quotidiana”.
La mozione è chiara. Dal mese di ottobre e fino a marzo, periodo più critico per buio e abitudini, la Polizia Municipale dovrebbe garantire un turno serale dalle 19 alle 24, con almeno due agenti fissi a pattugliare stazione e Movicentro.
Bruno Prestìa consigliere comunale a Chivasso
Non un blitz sporadico, non un controllo a campione: un presidio costante, visibile, rassicurante. Accanto a questa richiesta centrale, il documento propone di potenziare l’illuminazione pubblica nelle aree più buie, incrementare la videosorveglianza nelle zone ancora scoperte, creare una Commissione consiliare dedicata esclusivamente alla questione sicurezza stazione/Movicentro, migliorare il coordinamento tra forze di polizia locale. È l’ennesimo segnale che la città non si accontenta più di ordinanze punitive come il divieto di alcol o di soluzioni simboliche come le panchine rimosse. Vuole fatti, vuole vigilanza.
La mozione Prestìa non nasce nel vuoto. Ad aprile lo stesso gruppo consiliare aveva raccolto 2000 firme per chiedere un presidio fisso in stazione, consegnate al Prefetto con una relazione dettagliata. È stata quella pressione a contribuire all’arrivo dell’ordinanza sulla zona rossa. Ma, osserva Prestìa, senza un’attuazione concreta, quell’atto resta un guscio vuoto. La politica ora è divisa. Il sindaco Claudio Castello aveva già chiesto interventi al Prefetto, sbandierando le firme come segnale di consenso. Ma le opposizioni denunciano che tutto si sia ridotto a una “parvenza di sicurezza” durata poche ore. Il rischio, per la maggioranza, è di trovarsi schiacciata tra la promessa di cambiamento e la realtà di un quartiere che resta uguale a se stesso.
L’ordinanza prefettizia in vigore fino al 20 dicembre vieta la permanenza di soggetti già denunciati per reati gravi in un perimetro che comprende piazza Garibaldi, via Roma, il Movicentro e strade limitrofe. Prevede multe, ordini di allontanamento, denunce per chi trasgredisce. Ma non prevede arresti immediati né un dispositivo di controllo continuo. Senza uomini in campo, la norma rischia di diventare carta morta. Prestìa lo scrive nero su bianco: “Già dalla sera stessa della dimostrazione di forza, non si sono più visti operatori. Comprendendo la carenza di organici statali, è doveroso che il Comune faccia la sua parte, integrando con la Polizia Municipale”.
La mozione mette il Consiglio davanti a un bivio. Non votarla significherebbe assumersi la responsabilità di lasciare la città con gli stessi problemi e senza un’azione immediata. Votarla, invece, equivarrebbe ad ammettere che l’attuale modello non basta e che occorre un cambio di passo. In gioco non c’è solo la sicurezza di un’area urbana, ma la credibilità delle istituzioni. Perché i cittadini hanno già dimostrato di non fidarsi più delle promesse: raccolgono firme, scendono in piazza, denunciano sui social. Ogni giorno che passa senza una presenza reale dei vigili diventa un giorno in più di sfiducia.
Nella mozione c’è anche un richiamo più ampio: la sicurezza non è solo questione di ordine pubblico, ma anche di coesione sociale, diritti, accesso ai servizi, vivibilità urbana.
Martedì sera il Consiglio sarà dunque chiamato a decidere se dare ascolto alla città che chiede protezione o continuare a nascondersi dietro ordinanze calate dall’alto. La parola passa all’aula, ma il giudizio finale lo daranno i cittadini: ogni sera, attraversando la stazione di Chivasso.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.