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Tuleen, la via della cura: da Gaza a Torino tra speranza e prudenza

Tra lunedì e martedì Tuleen, bimba di Gaza con raro tumore, attesa al Regina Margherita di Torino

Regina Margherita

Regina Margherita, sabato il saluto ai tre bambini arrivati da Gaza (foto di repertorio)

Quanto vale un “sì” quando tutto è in bilico? Nel caso di Tuleen, una bambina di Gaza colpita da una rara forma tumorale, vale la possibilità concreta di iniziare un percorso di cura in Italia. Il suo nome è nella lista, l’ok al trasferimento è arrivato: tra lunedì e martedì è previsto l’arrivo a Torino, dove il Regina Margherita — l’ospedale infantile della città — ha già predisposto il ricovero immediato.

Non ci sono orari ufficiali: la riservatezza è massima, come accade in casi di estrema delicatezza.

Ci si chiede: perché non esistono orari e dettagli precisi? La risposta è nella natura stessa dell’operazione. I trasferimenti medici internazionali da aree di conflitto richiedono sicurezza, coordinamento tra più autorità e margini di flessibilità. La discrezione tutela la paziente, le équipe coinvolte e la riuscita del percorso.

Il Regina Margherita è un punto di riferimento per l’assistenza pediatrica avanzata. Il fatto che qui siano già stati trattati bambini palestinesi e ucraini suggerisce un’esperienza consolidata nell’accoglienza di pazienti fragili e nell’attivazione rapida di protocolli specialistici. È uno dei luoghi in cui la clinica incontra, con concreto pragmatismo, la solidarietà.

Si può davvero separare la medicina dal contesto in cui opera? Nel caso di Tuleen, la risposta è duplice. Da un lato, contano i protocolli, la competenza, l’immediatezza del ricovero. Dall’altro, questo trasferimento è anche un segnale: la sanità, quando funziona, costruisce ponti dove la politica spesso alza muri. Non è retorica, ma la constatazione che la protezione dei più piccoli resta un criterio etico e civile che supera i confini.

Le prossime ore saranno decisive per la logistica e l’avvio delle cure. La tempistica indicata — tra lunedì e martedì — lascia intravedere un’organizzazione già avanzata e un’accoglienza preparata. A fare la differenza, ora, sarà la capacità di mantenere quella stessa combinazione di prudenza e tempestività che ha portato fin qui.

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