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27 Settembre 2025 - 15:04
Il codice postale conta più del DNA: lo studio del Regina Margherita riscrive la crescita dei neonati pretermine
Il codice postale conta più del codice genetico. È questo, in estrema sintesi, il risultato di uno studio internazionale coordinato dall’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, che ha messo in luce come la crescita di un neonato pretermine dipenda molto più dall’ambiente in cui nasce che dal patrimonio genetico.
Per un genitore, la crescita del figlio è un segnale di salute e una fonte di rassicurazione. Ma per i nati prematuri la questione è molto più complessa: imitare i ritmi di sviluppo di un neonato a termine non è la strada migliore. Al contrario, forzare la crescita espone i bambini fragili al rischio, in età adulta, di obesità, ipertensione e malattie cardiovascolari.
Proprio per offrire un riferimento scientifico affidabile, sono state messe a punto le nuove carte di crescita INTERGROWTH-21st, specifiche per i pretermine. Questi standard, riconosciuti a livello internazionale, derivano da un vasto studio che ha coinvolto 4.607 donne in gravidanza in otto Paesi – dall’Italia al Regno Unito, dagli Stati Uniti al Brasile, fino a Kenya, India, Oman e Cina. Delle gravidanze monitorate, 224 sono sfociate in parti prematuri: i neonati sono stati seguiti per due anni con controlli serrati su crescita, salute e neurosviluppo.
Uno degli aspetti più rilevanti dello studio è l’attenzione all’allattamento materno, promosso con successo: a otto mesi, il 70% dei piccoli assumeva ancora latte materno, a conferma del ruolo decisivo della nutrizione naturale nella protezione della salute.
Le nuove curve, a differenza di quelle tradizionali basate su dati locali e spesso eterogenei, offrono una base universale costruita su neonati prematuri nati da madri sane e ben nutrite, assistiti con cure adeguate. E i risultati parlano chiaro: meno del 10% delle differenze di crescita osservate nei diversi Paesi è attribuibile alla genetica. Il resto è ambiente: risorse, condizioni sociali, possibilità di accesso alle cure.
A sottolinearlo è la neonatologa Francesca Giuliani, che ha coordinato il progetto: «Solo lo 0,2-4% della variabilità nella crescita scheletrica dipendeva da differenze genetiche tra popolazioni. Questo significa che, se adeguatamente nutriti e curati, i neonati prematuri hanno lo stesso potenziale di sviluppo in ogni parte del mondo. Quando ciò non accade, è per mancanza di risorse, non per destino biologico».
Lo stesso vale per lo sviluppo motorio e cognitivo: le differenze tra Paesi erano minime (1,3% nei punteggi cognitivi e 9,2% in quelli comportamentali). Un dato che ribadisce come, con cure adeguate, un bambino nato in India o in Cina possa crescere e svilupparsi come uno nato in Italia.
Per i pediatri e gli operatori sanitari, queste carte di crescita rappresentano uno strumento prezioso: consentono di individuare precocemente anomalie, adottare strategie nutrizionali mirate e, al tempo stesso, valutare a livello di salute pubblica l’impatto di politiche e interventi.
Il tema sarà al centro del congresso “Il monitoraggio della crescita del neonato pretermine dopo la dimissione”, in programma sabato 27 settembre 2025 presso l’Aula Magna del Regina Margherita, con la partecipazione di tutte le neonatologie piemontesi.
La dottoressa Alessandra Conio, responsabile di Patologia Neonatale, sottolinea: «Questo convegno conferma l’attenzione del nostro ospedale per la ricerca neonatologica e la volontà di creare una continuità di cura tra ospedale e territorio». A ribadirlo anche la professoressa Franca Fagioli, direttrice del Dipartimento di Patologia e Cura del Bambino: «Grazie a queste carte, abbiamo finalmente parametri oggettivi e validati a livello internazionale per monitorare la crescita dei pretermine anche dopo la dimissione, offrendo ai piccoli pazienti un percorso di cura armonico e condiviso».
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