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Settimo, la città dei cani (e dei topi): acqua in bottiglia e buon senso a comando

Da ottobre controlli, acqua sull’urina, informativa ai cittadini e 30mila euro per sterilizzazioni

Settimo, la città dei cani (e dei topi): acqua in bottiglia e buon senso a comando

Il vicesindaco Giancarlo Brino

A Settimo Torinese la convivenza tra uomini, cani e… topi si prepara a una nuova stagione. Da ottobre, parola del vicesindaco Giancarlo Brino, arriveranno le guardie ecologiche. Non per affrontare l’invasione di roditori che scorrazzano indisturbati nelle isole ecologiche puzzolenti, nauseabondi e sudicie, ma per controllare che i cittadini diluiscano con l’acqua la pipì del loro cane. Una rivoluzione che profuma più di pedagogia che di ammoniaca, perché – assicura Brino – l’obiettivo non è multare, ma educare.

Ecco allora la grande trovata: la bottiglietta d’acqua sempre in tasca, come fosse la nuova carta d’identità del buon padrone. Non basta più chinarsi a raccogliere le deiezioni solide, adesso bisogna pure improvvisarsi idraulici da marciapiede. L’idea è nobile: tutelare gli arredi urbani, ridurre il tanfo e far contento il naso dei passanti.

Peccato che, a due passi da fontanelle e cestini (dove ci sono), le isole ecologiche continuino a pullulare di ratti che non conoscono certo la differenza tra solido e liquido. Ma su questo fronte, silenzio.

topi

“Si sta attrezzando anche la Polizia Municipale per essere incisiva non attraverso le sanzioni ma con una forma educativa”, ha spiegato Brino. Tradotto: i vigili dovranno convincere i più restii con la parola buona. Una missione che ha quasi il sapore del catechismo laico: spiegare a un adulto che, se il cane fa pipì contro un palo, basta un po' d’acqua per non rovinare la città. Chissà se l'Amministrazione comunale proverà la stessa dolcezza con i topi che banchettano nei rifiuti. Forse lì servirebbe meno dialogo e più disinfestazione.

Intanto il Comune promette di fare la sua parte: mappa delle fontanelle (una sorta di “Settimopoli delle acque”), nuovi distributori di sacchetti e volantini per spiegare ai padroni come diluire al meglio la pipì canina. Una campagna che suona come una grande lezione di buon senso. Eppure, in città, il problema della pulizia resta ben più ampio: dai marciapiedi alle aree verdi, dai cestini stracolmi alle isole ecologiche trasformate in fast food per roditori. Non proprio la cornice ideale per chi parla di educazione civica a colpi di bottiglietta.

La contraddizione è evidente: si chiede ai cittadini di diventare paladini del decoro urbano mentre le discariche a cielo aperto restano lì, ad alimentare topi e insetti. Nei quartieri di periferia non mancano poi i soliti problemi: cestini insufficienti, sacchi dell’immondizia lasciati per strada e buche che diventano piscine improvvisate quando piove. Ma per l’amministrazione il nemico numero uno resta la pipì del cane, come se fosse quella a decretare il destino della città.

A questo punto viene da chiedersi se le guardie ecologiche non finiranno col diventare i nuovi “professori del marciapiede”, costretti a spiegare a ogni angolo la differenza tra il buon padrone e quello “incivile”. Una pedagogia urbana che, nelle intenzioni, dovrebbe elevare la città al rango di esempio nazionale.

Nella pratica, rischia invece di diventare l’ennesimo spot: tanti volantini, tante promesse e una certezza granitica – i topi continueranno a girare indisturbati, perché nessuno li costringerà a diluire nulla.

Insomma, a Settimo l’autunno si annuncia così: i cittadini con bottiglietta d’acqua in mano, i cani finalmente più “profumati” e i topi che, nel frattempo, continuano indisturbati a fare la loro parte. Con buona pace di chi, più che educazione, avrebbe bisogno di un po’ di sanificazione.

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