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25 Settembre 2025 - 11:48
Jannacci e Vassia
A Ivrea, questa mattina, non si discute d’altro. Nei bar, nei corridoi del tribunale, nei gruppi WhatsApp che rimbalzano la notizia di chat in chat. Tema del giorno? Quelle foto pubblicate dall’avvocato Giacomo Vassia su Facebook. Lui, in giacca a quadri, accanto al generale Roberto Vannacci (quel Vannacci), sorridente come se si trattasse della rimpatriata tra vecchi compagni di università. Sullo sfondo, una cena elegante, calici di vino, fiori freschi e, soprattutto, una scritta che più che un titolo sembra una provocazione: “Generazione Decima”.
Già, perché evocare la Decima MAS a Ivrea non è un dettaglio da niente. È una scelta deliberata, un colpo di teatro, un gesto che sa di provocazione più che di nostalgia. In questa città, infatti, la memoria della Resistenza non è un ricordo lontano da libri di scuola, ma un’eredità viva: qui si ricordano gli eccidi, i fatti del ponte, il sangue dei partigiani versato per liberare queste strade. Parlare di Decima MAS a Ivrea è come bestemmiare in Duomo la mattina di Natale. Lo sanno tutti…
Del resto, il generale Vannacci non è nuovo a queste uscite. In campagna elettorale invitava a “fare una decima” sul simbolo della Lega, alludendo a quella “X” della Xª Flottiglia MAS, il corpo d’assalto della Marina che, dopo l’8 settembre, si divise tra chi scelse gli Alleati e chi, sotto il comando di Borghese, si macchiò di azioni di repressione antipartigiana, fianco a fianco con i nazisti. Da lì la polemica, sempre viva, sul tentativo di “sdoganare” quella memoria, romanzandola come eroismo militare.
Ora, con “Generazione Decima”, il passo ulteriore: trasformare quel richiamo in un progetto politico e culturale, in una nuova associazione. Un’etichetta dal sapore volutamente ambiguo, che mischia nostalgia, identità e marketing. E non a caso a Ivrea: città simbolo della Resistenza, città medaglia d’oro al valor militare, città in cui ogni 25 aprile non si festeggia per abitudine, ma per convinzione.
E qui entra in scena Giacomo Vassia. Che il legale eporediese avesse ambizioni politiche non era un segreto: due anni fa il suo nome era circolato tra le file del centrodestra come possibile candidato sindaco. Una candidatura poi sfumata, tra passi indietro e giochi di palazzo. Ma il messaggio era chiaro: Vassia non è un semplice avvocato, è un uomo che ama stare sulla scena. Dopo aver detto no alla corsa per il municipio, oggi sceglie un sì che fa molto più rumore: posare accanto al generale più discusso d’Italia e legare il proprio nome a un progetto che più divisivo non si potrebbe.
Il risultato? Una valanga di reazioni. C’è chi parla di provocazione, chi di nostalgismo mascherato, chi ironizza sul fatto che, a furia di cercare slogan accattivanti, si finisce col maneggiare dinamite. Perché a Ivrea, citare la Decima MAS non è un dettaglio estetico: è un colpo al cuore della memoria collettiva. È mettere sullo stesso piano i partigiani caduti e chi li represse: non è solo una questione di punti di vista.
E allora, visto che la provocazione è servita, resta solo da capire: cosa ne pensa il capogruppo in consiglio comunale Andrea Cantoni dei Fratelli d'Italia? Cosa ne pensa la segretaria cittadina della Lega Giorgia Povolo? Cosa ne pensa il deputato leghista Alessandro Giglio Vigna?
Insomma, tra una cena elegante e un post su Facebook, a Ivrea si consuma l’ennesima pagina di polemica politica. Con buona pace dei caduti partigiani, delle lapidi, dei cortei del 25 aprile. La storia, quella vera, resta scolpita nella pietra. Ma qualcuno, con leggerezza e calcolo insieme, pensa di poterla piegare a slogan di parte. La chiamano “Generazione Decima”. A Ivrea la chiamano con il suo vero nome: sfregio.
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