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24 Settembre 2025 - 23:33
L'assessore Marrone e il presidente Cirio a Bruxelles
Più di una “missione istituzionale”. Il Piemonte oggi ha spedito a Bruxelles Alberto “Grattaevinci” Cirio e Maurizio “Roulette sociale” Marrone per presentare al mondo il loro capolavoro: il buono Vesta, cioè il welfare a estrazione istantanea.
Non bastava la figuraccia regionale, con le famiglie costrette a contendersi a mezzanotte i voucher a colpi di mouse. No, serviva la passerella europea. Così eccoli davanti ad Adelina Moreira Dos Reis, capo unità della Commissione Affari sociali e inclusione, a illustrare con petto gonfio il miracolo piemontese del “click day”. Come se dire: “i fondi sono finiti in mezz’ora” fosse un vanto, invece che la prova provata che il sistema è una "cagata pazzesca".
Adelina Moreira Dos Reis
Morale? Bruxelles, la città dei grandi accordi comunitari e delle politiche sociali condivise, si è trasformata per un giorno nel palcoscenico di una barzelletta: due emissari regionali che presentano come modello una misura che funziona esattamente come TicketOne quando esce la prevendita dei Coldplay.
E guai a dirgli che c’è qualcosa di stonato: Cirio-Grattaevinci e Marrone-Roulette si atteggiano a Garibaldi del welfare digitale. “In mezz’ora è finito tutto, quindi c’è grande bisogno”, hanno spiegato. Certo: lo stesso “grande bisogno” che spinge i panettoni a 2 euro a sparire dagli scaffali il 27 dicembre.
Il colpo di teatro lo hanno riservato proprio lì, nella capitale europea: promessa solenne di raddoppiare i fondi, da 10 a 20 milioni nel 2026. Annuncio impacchettato come un regalo natalizio, pronto per i titoloni di domani: “L’Europa applaude”. In realtà a Bruxelles, più che applausi, saranno scattati sorrisi di circostanza: quelli che si fanno a un parente invadente che ti mostra la foto del cane travestito da Babbo Natale.
Intanto la sostanza non cambia: il click day resta, la roulette sociale non si tocca. Bruxelles serve solo da scenografia, da cornice patinata per spacciare un flop come un successo planetario, con tanto di bollino europeo. Anche se nessuno, lì dentro, si sognerebbe mai di importarlo davvero.
Altro che “Protezione sociale”. È la solita commedia all’italiana, recitata stavolta non a Palazzo Lascaris ma sul palcoscenico di Bruxelles. Con due attori convinti di aver portato in Europa un modello e non, invece, un numero da cabaret.
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