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Ponte di Villanova Canavese o Beautiful? Da agosto a settembre, ora ottobre.

Dopo i danni dell’alluvione e mesi di promesse mancate, il ponte resta chiuso: tra milioni stanziati, monitoraggi infiniti e scuse per i ritardi estivi, ai cittadini non resta che contare le transenne

Ponte di Villanova: da agosto a settembre, ora ottobre. La saga dei rinvii infinita

Ponte di Villanova: da agosto a settembre, ora ottobre. La saga dei rinvii infinita

C’era una volta il ponte di Villanova Canavese, quello che dopo l’alluvione di aprile avrebbe dovuto riaprire “ai primi di agosto”. Poi è diventato “fine settembre”. Oggi la nuova puntata della soap amministrativa annuncia “i primi di ottobre”. Domani chissà. Un ponte trasformato in calendario dell’Avvento al contrario: ogni casella che si apre regala non cioccolatini ma un rinvio.

Durante il Consiglio metropolitano, il consigliere Davide D’Agostino ha avuto l’ardire di chiedere aggiornamenti sull’opera. E il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo, con la solennità di chi ammette l’ovvio, ha riconosciuto i “disagi” per i cittadini e soprattutto i danni d’immagine provocati da promesse non mantenute. Colpa, a suo dire, delle ditte che in agosto non lavorano. Come se fosse una sorpresa: agosto cade sempre ad agosto, mica a gennaio.

Così ora la nuova promessa è che entro i primi giorni di ottobre il ponte sarà riaperto, almeno al traffico leggero, “salvo dati confliggenti dai monitoraggi”. Che detto così suona come: “se non succede niente di strano, magari ce la facciamo”. Insomma, non proprio una certezza granitica.

E i monitoraggi, in effetti, non mancano. La Città Metropolitana di Torino ha affidato alla società Sacertis un incarico da 100 mila euro per il controllo strumentale continuo della struttura. Alla Citemme il compito di indagare cosa succede sotto, con carotaggi e verifiche geognostiche. Alla Sintecna, invece, la progettazione del consolidamento, per una parcella da 1 milione e 250 mila euro. Nel frattempo, sul campo, si è parlato di scarifica delle pile, di scavi di sicurezza e persino di rilievi con droni: ma anche qui la burocrazia si è messa di traverso, perché l’autorizzazione dell’ENAC tarda ad arrivare.

Intanto, la Regione Piemonte ha staccato un assegno straordinario da 2 milioni di euro per il ripristino, che già non bastano. Perché, come hanno ammesso gli uffici, solo per rifare la soglia in massi che protegge le pile del ponte serviranno almeno altri 2 milioni e mezzo. E mentre il conto sale, i cittadini restano a guardare le transenne.

I danni, d’altronde, non erano quelli di un graffio superficiale. L’alluvione di aprile ha asportato la soglia di protezione delle fondazioni, scalzato le pile e compromesso la parte centrale del ponte. Una struttura fragile, che richiede interventi profondi e non solo promesse ai microfoni.

D’Agostino, fiutando l’aria pesante, ha commentato con ironia amara.

“Ci auguriamo che sia la volta buona. La SP1 già vive il disagio della chiusura della galleria Montebasso e la mancata riapertura del ponte di Villanova è sembrata per molti una beffa. Conosciamo il lavoro dei tecnici, ma la comunicazione deve essere chiara, perché altrimenti i cittadini restano spaesati e gli amministratori locali soli a gestire le critiche”.

Tradotto: non basta dire “stiamo lavorando per voi”. Perché quando gli automobilisti restano imbottigliati nel traffico o devono fare giri infiniti, non si accontentano di un “abbiate fede”. Vogliono sapere quando potranno passare e non sentirsi presi in giro da annunci puntualmente smentiti.

Sulla carta, il ponte di Villanova sembra il cantiere del secolo: milioni che girano, società incaricate, droni pronti a sorvolare la Stura. Nella realtà, l’unica cosa che resta immobile sono le transenne. E così, mentre il ponte resta chiuso e i cittadini contano i giorni come se aspettassero il Natale, l’impressione è che questa storia rischi di finire come le stagioni infinite di Beautiful: quando credi che arrivi la puntata decisiva, scopri che tutto ricomincia da capo...

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