AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
23 Settembre 2025 - 16:51
assessore di cartone
"Ha preso in giro 50mila famiglie piemontesi e poi non si è nemmeno fatto vedere ...." denunciano le Opposizioni regionali. L’assessore Maurizio Marrone, regista del cosiddetto buono Vesta, oggi ha scelto la via più comoda: l’assenza. Proprio nel giorno in cui in Consiglio regionale si discutevano le interrogazioni sul caos del click day, l’uomo che si vanta di aver “inventato” questa misura si è dileguato, lasciando un’aula infuocata e le opposizioni con la sensazione di parlare davanti a un muro di cartone. Non a caso, le capigruppo Gianna Pentenero Pd, Sarah Di Sabato M5S e Alice Ravinale Avs lo hanno definito senza giri di parole “l’assessore di cartone”, accusandolo di sottrarsi a un confronto doveroso.
Visualizza questo post su Instagram
Ma cos’è questo buono Vesta? Un contributo economico pensato per le famiglie con figli tra 0 e 6 anni, utile a coprire spese come rette di nidi e scuole dell’infanzia, baby-sitter, centri estivi, attività sportive e musicali. Un sostegno che, sulla carta, avrebbe dovuto aiutare chi fatica a sostenere i costi della crescita dei figli. Gli importi vanno da 800 a 1.200 euro, a seconda dell’ISEE familiare. Peccato che l’accesso al buono sia stato affidato a una sorta di gara digitale: un click day a mezzanotte, con migliaia di famiglie collegate contemporaneamente sul portale.
Il risultato? Prevedibile: i fondi sono evaporati in meno di mezz’ora. Chi è riuscito a cliccare nei primi istanti ha vinto il voucher, chi è arrivato anche solo qualche minuto dopo si è trovato davanti al messaggio “risorse esaurite”. Una vera e propria lotteria digitale, che ha premiato la velocità di connessione più che il reale bisogno delle famiglie. Non a caso, in aula le opposizioni hanno parlato apertamente di “presa in giro”.
Mentre migliaia di genitori esclusi si chiedono come sia possibile trasformare un aiuto sociale in un concorso a premi, la maggioranza di centrodestra ha inscenato il solito teatrino propagandistico: cartelli tricolori sventolati sotto il naso delle opposizioni, accompagnati dall’orgogliosa rivendicazione che “il 90% degli aiuti è andato a famiglie italiane”. Peccato che quel 90% non rappresenti chi ha ottenuto il buono, ma piuttosto le famiglie escluse. Una matematica surreale, usata per ribaltare i fatti e trasformare il fallimento in successo mediatico.
Il click day, inoltre, ha colpito soprattutto i più fragili: chi non ha una connessione veloce, chi non è pratico di SPID o di procedure digitali, chi non ha la prontezza di un gamer professionista a mezzanotte in punto. Esattamente quelle famiglie che avrebbero avuto più bisogno di un sostegno reale e duraturo. “Alle famiglie non servono mancette e aiuti spot, ma misure strutturali in grado di rispondere ai bisogni del presente e del futuro”, hanno ribadito le opposizioni.
E Marrone? Non pervenuto. L’assessore che ama annunciare misure “storiche” e parlare di sostegno alla natalità non ha trovato il tempo per sedersi in aula e spiegare perché 50mila famiglie siano state umiliate da un sistema così discriminante. Un’assenza che pesa più di qualsiasi risposta.
Il boomerang politico, insomma, è servito: il buono Vesta, nato come misura simbolo della Giunta Cirio, oggi è diventato il simbolo del suo fallimento. Un buono che più che sostenere, divide. E un assessore che più che governare, scappa.
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.