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23 Settembre 2025 - 15:21
Le miniere di rame di Ceresa rivivono: inaugurata la stele ai minatori
Le miniere di rame di Ceresa, la frazione di Ribordone situata al confine con il territorio di Sparone, stanno tornando ad assumere una certa notorietà dopo decenni di sostanziale oblio. Escursioni guidate in loco nonché incontri di approfondimento organizzati in collaborazione con il Comune di Sparone fanno sì che anche chi di queste miniere non sapeva nulla cominci a conoscerle e ad incuriosirsi. Più in alto rispetto alla frazione, parecchio più in alto e raggiungibili con difficoltà attraverso sentieri ripidi e stretti, si aprivano a diversi livelli una serie di gallerie a sviluppo orizzontale nelle quali si registrò per lungo tempo un’intensa attività estrattiva.
Oggi è difficile immaginare una cosa del genere ma era così: il materiale estratto veniva portato in basso prima a spalle poi grazie a rudimentali teleferiche; lavato e ripulito nel torrente di Ceresetta, a 900 metri di altezza, e quindi trasferito a Sparone, dove prosperavano le fucine e le botteghe artigiane che lo avrebbero trasformato in oggetti di uso comune. Dopo l’avvento della Rivoluzione industriale ed il progredire delle tecniche di estrazione e di lavorazione, la redditività economica delle miniere continuò a diminuire finché l’attività si spense, circa un secolo fa. A parte qualche eccezione, col tempo si era quasi spento anche il loro ricordo, che oggi invece torna a vivere. Anche quest’anno, domenica 14 settembre, il Circolo Ricreativo “Gran Baita Marco Ceresa” guidato dal presidente Walter Sandretto (altresì sindaco di Valperga) ha organizzato un’escursione guidata alle miniere, che ha visto la partecipazione di oltre sessanta persone. Nel pomeriggio è invece stata inaugurata una stele in ricordo di quei minatori all’imbocco della frazione mentre una serie di mattonelle in terra rossa di Castellamonte con testi elaborati dai poeti dell’Associazione Amilcare Solferini verranno presto collocate lungo punti cruciali del percorso. A realizzare le mattonelle è stato l’artista Alessandro Actis Grosso.
L'inaugurazione
“Avevamo tante idee e ci siano confrontati – ha esordito Sandretto – poi abbiamo contattato l’artista, che aveva già realizzato un percorso analogo a Valperga, dedicato alla figura della mamma. Ho copiato l’idea dalla maestra Carmela, mia concittadina e presidente dell’associazione Roberto D’Alessandro, che è qui e che ringrazio. È stato un lavoro lungo ed impegnativo ma siamo riusciti a raggiungere l’obiettivo”.
All’inaugurazione, oltre al sindaco di Ribordone Guido Bellardo Gioli, sono intervenuti il presidente del Parco Nazionale Gran Paradiso Mauro Durbano, i consiglieri regionali Fava e Ravello, la senatrice Paola Antonello ed alcuni sindaci del territorio mentre la Filarmonica di Sparone rallegrava il pomeriggio con le sue musiche. Durbano ha ricordato come Ribordone sia un comune del Parco e, approfittando della richiesta di entrare a farne parte, avanzata da ben quattro comuni, abbia a sua volta richiesto un ampliamento consistente dell’area protetta. “È un’occasione – ha detto – per tutelare meglio la biodiversità ma anche per valorizzare una serie di manufatti importanti che sorgono su questo Comune, tra cui le miniere e le caseforti”.
L’iniziativa della stele e delle formelle ha ottenuto il patrocinio della Regione: “Cosa non scontata – ha sostenuto Ravello – ed è segno che è stato riconosciuto lo spirito di quest’iniziativa. Vogliamo aver chiaro dove andare e per saper andare occorre ricordarsi da dove si arriva”.
Ponzetti con un giovanissimo poeta
Il parroco di Sparone don Sergio Noascone ha benedetto la stele, quindi hanno parlato l’artista Actis Grosso ed il presidente dell’associazione Amilcare Solferini Giovanni Ponzetti. “Fino a tre anni fa – ha confessato quest’ultimo – non conoscevo Ceresa e me ne vergogno. È stata Anna Maria Tibaldi, pittrice e poetessa originaria di qui, a portarmici”.
L’associazione Amilcare Solferini ha pubblicato per questa circostanza un libro contenente poesie e racconti tutti dedicati ai minatori ed alle loro povere vite. Alcuni degli autori erano presenti ed hanno letto i propri testi nel suggestivo spazio verde sul retro della chiesa di Sant’Anna, che un tempo, prima che venisse costruito il circolo, rappresentava il luogo di ritrovo per giovani ed anziani del paese. Lì ci si radunava per fare festa o semplicemente per chiacchierare la sera dopo il lavoro nei campi.
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