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22 Settembre 2025 - 21:20
Scontri nello sciopero pro Gaza: piazze in rivolta, politica nel caos
Il giorno dello sciopero pro Gaza, con cortei e mobilitazioni diffuse in tutta Italia, è stato segnato soprattutto dagli scontri avvenuti a Milano tra manifestanti e forze dell’ordine. Una giornata che non solo ha infiammato le piazze, ma ha anche acceso un durissimo confronto politico, con botta e risposta serrati tra centrodestra e centrosinistra.
La premier Giorgia Meloni ha scelto i social per affidare il suo messaggio, parlando di “violenze e distruzioni che nulla hanno a che vedere con la solidarietà e che non cambieranno di una virgola la vita delle persone a Gaza, ma avranno conseguenze concrete per i cittadini italiani”. Conseguenze, ha aggiunto, che ricadranno su chi finirà per pagare i danni provocati da quelli che ha definito “teppisti”. Meloni ha espresso la propria solidarietà alle forze dell’ordine e ha chiesto che anche le opposizioni prendano posizione e condannino senza ambiguità quanto accaduto.
Al suo fianco si sono schierati diversi esponenti del governo e delle più alte cariche istituzionali. Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani ha ribadito che “non è con la violenza, aggredendo le forze dell’ordine, bloccando autostrade, stazioni e porti che si aiuta la popolazione civile palestinese”. Ancora più duro il presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha parlato di “delinquenti che si professano pacifisti ma che in realtà stanno dando vita a vergognose guerriglie urbane”. Sulla stessa linea il presidente della Camera Lorenzo Fontana, che ha condannato senza mezzi termini “vandalismo, gesti violenti e linguaggio d’odio, capaci di offuscare le motivazioni e la legittimità di qualsiasi manifestazione”. Infine il leader della Lega Matteo Salvini ha rilanciato proponendo nuove regole: “impediremo che si ripeta e chiederemo una cauzione a chi organizza cortei e manifestazioni: in caso di danni pagheranno di tasca loro”.
Le opposizioni, invece, hanno provato a tenere una linea diversa. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e il presidente del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte hanno invitato a distinguere tra gli episodi di violenza verificatisi a Milano e le tante manifestazioni pacifiche che si sono svolte altrove. Al tempo stesso, Pd, Avs e M5s hanno accusato Meloni di continuare a sottrarsi al confronto in Parlamento sulla crisi a Gaza.
Giovedì 2 ottobre è atteso in Aula Antonio Tajani per le comunicazioni del Governo, ma non la premier. Un’assenza che le opposizioni bollano come “un’anomalia italiana”, sottolineando che la presenza del ministro degli Esteri non rappresenta “una concessione, ma il fondamento della democrazia”. I partiti di minoranza denunciano come “molto grave” che l’Esecutivo partecipi a un vertice internazionale a New York senza avere prima illustrato la propria linea al Parlamento. E, avvertono, se ancora una volta il governo si allineerà alle posizioni di Trump senza un piano per fermare il massacro a Gaza, si consumerà l’ennesimo strappo istituzionale.
Il clima di tensione potrebbe acuirsi nelle prossime ore, anche per il previsto ricordo in Aula alla Camera dell’attivista statunitense ucciso Charlie Kirk, un passaggio che rischia di alimentare ulteriori polemiche.
Intanto Elly Schlein ha voluto chiarire la posizione del Pd: “Non abbiamo difficoltà a condannare la devastazione della stazione di Milano e il ferimento di 60 agenti. Abbiamo sempre condannato ogni forma di violenza politica”. Ma la segretaria dem ha rilanciato contro Meloni, accusandola di incoerenza: “Stiamo ancora aspettando che lei condanni i crimini di Netanyahu”.
In prima linea a difendere le ragioni di chi protesta c’è anche il M5s. “Condanniamo la violenza con fermezza – ha detto Giuseppe Conte – ma il governo si concentri sul grido diffuso di stop al genocidio. L’esecutivo deve agire con misure concrete e con il riconoscimento della Palestina”. Al fianco dei manifestanti anche i leader di Avs, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli: “Continueremo in Parlamento e nel Paese a batterci insieme alla maggioranza delle cittadine e dei cittadini italiani. Dalla parte giusta della storia”.
Qualche distinguo arriva invece da Italia Viva, che prova a separare nettamente le responsabilità: “Chi ha assaltato la stazione di Milano e chi ha seminato paura e distruzione in Italia non è un manifestante, è un teppista. Così distrugge i buoni propositi di tanti scesi in piazza pacificamente per passione civile”.
Insomma, lo sciopero pro Gaza si è trasformato in un terreno di scontro politico aspro e senza esclusione di colpi. Le piazze continuano a gridare lo stop al conflitto, mentre a Roma la contrapposizione tra governo e opposizioni promette di infiammare ancora di più il dibattito parlamentare.
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