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La rinascita di Sandro: dall’ictus alla speranza grazie al Day Service di Castellamonte

Un giovane uomo colpito da un infarto cerebrale nel 2024 ritrova passi e autonomia grazie al lavoro di un’équipe multiprofessionale. Un servizio innovativo dell’Asl TO4 che ogni anno segue decine di pazienti con disabilità complesse, restituendo dignità e futuro

La rinascita di Sandro: dall’ictus alla speranza grazie al Day Service di Castellamonte

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Era la primavera del 2024 quando la vita di Sandro si è fermata di colpo. Un ictus ischemico, arrivato all’improvviso, ha cancellato in un istante anni di normalità, di quotidianità fatta di piccoli gesti e di certezze. È stato soccorso subito, portato in ospedale, sottoposto a trombectomia, ma l’infarto cerebrale aveva già lasciato un segno profondo. Non solo nel suo corpo, ma anche nella sua anima e in quella della sua famiglia. Perché quando accade un evento simile, non è solo un individuo a crollare: tutto intorno a lui cambia, tutto viene riscritto.

Fino ad allora Sandro era un giovane uomo con una vita piena, con un presente da vivere e un futuro da immaginare. Dopo quel giorno, però, è stato costretto a guardare il mondo con occhi diversi. L’estate del 2024 ha segnato l’inizio di un nuovo percorso: l’ingresso al Day Service Riabilitativo di Castellamonte. Non si trattava soltanto di cure, ma di una vera e propria sfida di rinascita. Qui, un’equipe multiprofessionale si è messa in moto per affrontare le sue difficoltà: plegia all’arto superiore destro, paresi all’arto inferiore, afasia grave che lo ha privato delle parole, disturbi cognitivi che rendevano complicato anche orientarsi nella vita di tutti i giorni. Attorno a lui si è formato un mosaico di competenze: fisiatri, logopedisti, fisioterapisti, neuropsicologi, terapisti occupazionali, infermieri. Ognuno con un ruolo, ognuno con la convinzione che la riabilitazione non è solo tecnica ma anche umanità.

Passo dopo passo, con una tenacia che solo chi lotta contro il proprio corpo conosce, Sandro ha iniziato a cambiare. Prima i piccoli movimenti, poi l’equilibrio, infine i passi. Oggi riesce a camminare da solo, con l’aiuto di un tripode. Una conquista enorme per chi, fino a pochi mesi fa, non poteva immaginare nemmeno di alzarsi in piedi. L’arto superiore destro non risponde più, è vero, resta immobile, ma ciò che sembrava impossibile è diventato possibile: muoversi, spostarsi, vivere. La comunicazione resta una montagna da scalare: le parole sono spezzate, ridotte a suoni, sillabe, tentativi che non bastano a farsi capire. Per questo il team ha introdotto il comunicatore dinamico, uno strumento che gli permette di tornare a parlare con gli altri, di non sentirsi prigioniero del silenzio. E nonostante tutto, Sandro continua a usare il computer: con supervisione, con adattamenti, ma è ancora uno strumento che lo lega al mondo, che gli restituisce un po’ della sua indipendenza.

Il futuro di Sandro non è più quello che aveva immaginato, ma non per questo è meno degno. Si sta preparando a trasferirsi in un alloggio adattato, con il sostegno costante della sua famiglia. Un luogo pensato per permettergli di vivere il più possibile in autonomia, per dimostrare che la disabilità non è la fine, ma un nuovo inizio.

Castellamonte

Questa storia personale si intreccia con quella del Day Service Riabilitativo di Castellamonte, nato nel 2013 dopo la riconversione dell’ospedale. In quel momento, la chiusura dei posti letto poteva sembrare un impoverimento per il territorio, e invece è diventata l’occasione per innovare. Un servizio tra i primi in Piemonte, pensato per offrire cure intensive senza costringere le persone a lunghe degenze, ma mantenendole nel loro ambiente familiare e sociale. Una medicina diversa, che non guarda soltanto al corpo ma anche al contesto. Oggi, sotto la direzione del dottor Leonardo Bacchio e della coordinatrice Manuela Pastore, inserito nella struttura complessa guidata dal dottor Mario Zerbini, questo servizio continua a crescere e a dare risposte concrete.

Zerbini lo spiega con chiarezza: il cuore del Day Service è il lavoro integrato di un team multiprofessionale che elabora per ogni persona un Progetto Riabilitativo Individuale. Non una terapia generica, ma un percorso su misura, fatto di programmi diversi che si intrecciano. In questo quadro si inserisce il Centro Ausili, con due fisioterapiste dedicate, che mette a disposizione strumenti essenziali come carrozzine, deambulatori, auto adattate, protesi, sistemi di comunicazione. Non si tratta di dettagli: sono gli strumenti che permettono a chi ha perso tanto di riconquistare una parte di libertà.

I dati del 2024 raccontano quanto questo servizio sia diventato un punto di riferimento. Ci sono stati 2.101 accessi, 99 utenti seguiti, provenienti da 37 Comuni dell’Asl TO4. Donne e uomini, giovani e anziani: dai 15 agli 83 anni. Più di 5.000 prestazioni riabilitative in un anno. E dietro ai numeri ci sono diagnosi dure: 47 casi di emiplegia, 13 di traumi cranici, 9 di sclerosi multipla, 6 di SLA, 4 di paraplegia. Ma soprattutto, dietro ci sono risultati: in molti pazienti, le scale di valutazione scientifiche hanno dimostrato un netto miglioramento dell’autonomia personale tra l’inizio e la fine del percorso. Non miracoli, ma progressi concreti, visibili, tangibili.

Per l’Asl TO4, il Day Service di Castellamonte è un orgoglio. Lo ricorda il direttore generale Luigi Vercellino, sottolineando come il servizio sia cresciuto negli anni, arricchendosi di esperienze e competenze, offrendo non solo cure ma anche un sostegno globale alle famiglie. Perché quando arriva la disabilità, non è solo il paziente a dover essere accompagnato: è tutto il nucleo familiare a dover trovare un nuovo equilibrio. E lo ribadisce anche l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi, che definisce questo servizio un’opportunità concreta di medicina territoriale, un modello che deve ispirare altre realtà.

Eppure, al di là delle parole ufficiali e dei dati statistici, resta la realtà dei volti. I volti di chi entra in quella struttura con il peso di una vita spezzata e ne esce con un passo in più, con un sorriso, con una speranza. Volti come quello di Sandro, che nonostante la fatica e le cicatrici continua a guardare avanti. La sua storia è la dimostrazione che la riabilitazione non è solo cura, ma resistenza. Non è soltanto un percorso sanitario, ma un atto di fiducia nella possibilità che qualcosa, anche di piccolo, possa cambiare. Perché dietro ogni passo conquistato, dietro ogni parola ritrovata, c’è un’idea forte: che la dignità non deve mai essere negata, nemmeno quando la vita decide di ribaltare le regole del gioco.

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