Cerca

Attualità

Stop al maxi allevamento: a Poirino salta il progetto da 10 mila maiali

L’imprenditore cuneese Angelo Marchisone ritira l’iniziativa dopo mesi di ricorsi e polemiche. Possibile solo un piano ridotto da 4 mila capi, in linea con i limiti fissati dal Comune

Stop al maxi allevamento: a Poirino salta il progetto da 10 mila maiali

Stop al maxi allevamento: a Poirino salta il progetto da 10 mila maiali

A Ternavasso, piccola frazione di Poirino, cala il sipario sul progetto che aveva fatto discutere per mesi: il maxi allevamento di maiali da oltre ottomila capi. L’idea, firmata dall’imprenditore cuneese Angelo Marchisone, è stata ritirata e la Città Metropolitana ha archiviato l’intera pratica. Una conclusione che segna la fine di una vicenda iniziata due anni fa e che, passo dopo passo, è diventata terreno di scontro politico, giudiziario e ambientale.

L’impianto immaginato da Marchisone non era un allevamento qualsiasi. Il progetto depositato nel 2022 parlava chiaro: sei stalle lunghe quasi cento metri ciascuna, due vasche esterne da trentanove metri per la raccolta dei liquami e una capacità massima che poteva arrivare a diecimila animali. Numeri enormi, capaci di trasformare Cascina Bonavalle in uno dei più grandi centri di allevamento suinicolo della zona. Un’ipotesi che fin da subito ha sollevato preoccupazioni, sia tra i cittadini che tra le forze politiche locali, per l’impatto che un simile impianto avrebbe avuto sul territorio.

La tensione è esplosa nel novembre 2023, quando il Consiglio comunale ha bocciato la nuova perimetrazione urbanistica pensata per accogliere l’allevamento. Il no del Comune ha spinto l’imprenditore a rivolgersi al Tar, che gli ha dato ragione imponendo all’amministrazione di motivare meglio il diniego. La giunta di allora, guidata dalla sindaca Angelita Mollo, ha scelto di ricorrere al Consiglio di Stato, sperando di ribaltare il verdetto. Ma anche a Roma la risposta è stata la stessa: il Tar aveva deciso correttamente.

Nel frattempo, la partita politica non si era fermata. Ad aprile di quest’anno è arrivata la variante al piano regolatore, che ha fissato con chiarezza i paletti: massimo 4.000 capi per allevamento nella zona E3. La regola è diventata il punto fermo attorno a cui si è ricalibrato il confronto. A giugno, con l’elezione del nuovo sindaco Nicholas Padalino, il tema è tornato in Consiglio. L’amministrazione, obbligata dal tribunale a ribadire il proprio no al progetto originario, ha posto anche un aut aut: o un nuovo piano conforme alle regole, oppure – in caso di vittoria legale di Marchisone – la capienza massima sarebbe stata ridotta drasticamente a 500 capi. Una strategia di mediazione, ma anche un messaggio chiaro: niente maxi impianti a Ternavasso.

Di fronte a questa prospettiva, Marchisone ha deciso di fermarsi. Ha ritirato il progetto e accantonato, almeno per ora, l’idea di trasformare Cascina Bonavalle in un polo da record. Resta soltanto l’ipotesi ridimensionata: un allevamento da 4.000 capi, che rientrerebbe nei limiti urbanistici approvati e che non troverebbe particolari opposizioni, né da parte del Comune né dagli altri allevatori. Ma non è affatto certo che l’imprenditore voglia davvero riprendere l’iter, dopo mesi di battaglie legali e politiche che hanno già consumato energie e risorse.

allevamento

La vicenda lascia sul campo diverse letture. Da un lato, la soddisfazione del Comune che ha evitato lo scontro giudiziario più lungo e costoso, ottenendo la conferma di un tetto massimo considerato sostenibile per il territorio. Dall’altro, l’amaro in bocca per chi vedeva nell’investimento una possibilità di lavoro e di sviluppo economico. E poi c’è la questione ambientale, che resta centrale: gestire 10 mila maiali avrebbe significato far convivere un’area rurale con tonnellate di reflui, odori e traffico legato alla filiera.

A Ternavasso, per ora, il capitolo si chiude qui. Il mega allevamento non si farà e il progetto si ferma in archivio. Ma l’ombra di un nuovo piano, più piccolo ma comunque rilevante, resta. Perché se Marchisone decidesse di ripresentarsi con un progetto ridotto, le porte sarebbero già aperte. Questa volta, senza ricorsi e senza tribunali.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori