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San Grato a Favria: la festa che intreccia fede, memoria e comunità

Tre giorni di canti, riti antichi, processioni e momenti di convivialità hanno rinnovato la tradizione della borgata. Dalla novena con i biscotti tipici all’incanto delle trecce d’aglio, fino alla Messa solenne e alla lotteria, la comunità ha celebrato con devozione e amicizia

San Grato, la festa che unisce memoria e comunità

Puntuale come un rito che resiste al tempo, anche quest’anno Favria ha celebrato la sua festa di San Grato, l’appuntamento che chiude il ciclo delle celebrazioni religiose delle borgate cittadine. Non un evento qualunque, ma l’ultima manifestazione di un calendario che intreccia fede, tradizione e comunità, radicata attorno a quella cappella che da secoli custodisce storie e devozioni.

La cappella di San Grato, accanto al cimitero cittadino, un tempo fu persino chiesa parrocchiale della diocesi di Ivrea con il nome di San Pietro de Peza. “Peza”, nell’antico linguaggio longobardo, indicava un terreno comune: un richiamo a un passato in cui il sacro e il quotidiano si confondevano, proprio come accade oggi nella festa che unisce i favriesi sotto il segno della memoria.

La preparazione è stata scandita dalla novena, momento in cui musica e preghiera si sono intrecciate. Venerdì 12, la corale La Cantoira di Canischio ha elevato i suoi canti sacri nella cappella, restituendo al pubblico un’atmosfera intima e vibrante. A dare un tocco di dolcezza, i tradizionali biscotti di San Grato: fragranti, generosi, simbolo di un’offerta che sazia lo spirito ma non dimentica la gola.

Il sabato 13 settembre ha riportato in vita un rito antico e suggestivo: l’incanto delle trecce d’aglio. Con la voce calda e affabulatrice di Antonio e Marcella, si è rinnovata una tradizione che affonda nei secoli. L’aglio, alimento umile e insieme potente, simbolo di salute e prosperità, è diventato emblema di comunità e memoria condivisa. All’incanto hanno preso parte anche i commercianti di Favria, offrendo oggetti che hanno arricchito la raccolta fondi. E mentre i grandi seguivano con curiosità la ritualità dell’incanto, i più piccoli alzavano lo sguardo verso il cielo, illuminato dal volo di piccole mongolfiere luminose: preghiere colorate, leggere come i sogni dei bambini.

La domenica 14 settembre è stato il cuore pulsante della festa. Alle 11, la Messa solenne ha raccolto l’intera comunità in un unico abbraccio di fede. Subito dopo, la processione ha attraversato le vie di Favria, trasformando il paese in un respiro corale, fatto di passi, canti e silenzi carichi di devozione. Al termine, il rinfresco offerto dal Comitato di San Grato ha riaffermato un principio semplice ma potente: il cibo condiviso è la più antica delle liturgie, capace di rafforzare i legami più delle parole.

A concludere, la tradizionale lotteria, attesa con entusiasmo da grandi e piccoli. In palio una Smart TV da 43 pollici, una bicicletta e molti altri premi che hanno alimentato la gioia dell’attesa fin dalla vendita dei biglietti, iniziata già nei giorni della novena. Un momento ludico, certo, ma che si fa occasione per rinsaldare i fili sottili della comunità.

Un grazie speciale è stato rivolto alla Filarmonica Favriese, che con la sua musica accompagna sempre i momenti più importanti della vita cittadina, e al presidente del Comitato, architetto Adriano Martinetto, insieme a tutti i volontari che hanno reso possibile la festa. Un riconoscimento particolare anche a don Gianni Sabia, guida spirituale che ha condotto con intensità i momenti religiosi, e al comandante della Polizia Locale, dott. Ivan Ravalli, affiancato dai volontari della Protezione Civile comunale, preziosi nel garantire sicurezza e serenità durante la processione.

La festa di San Grato dimostra, anno dopo anno, che l’unione e la concordia sono una forza invisibile ma potente: capace di trasformare una piccola borgata in un grande cuore che pulsa all’unisono. Tra musica, fede, amicizia e tradizione, San Grato continua a insegnare che le feste non sono soltanto ricordi da custodire, ma semi di futuro da coltivare. Semi che germogliano ogni volta che una comunità sceglie di ritrovarsi, pregare, sorridere e camminare insieme.

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