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Per chi suona la campana
14 Settembre 2025 - 07:00
Le colpe dei vescovi e i preti che abbandonano
Con il nome di Direttorio dei Vescovi sono state pubblicate le linee guida che dovrebbero ispirare il loro ministero di pastori e anche il loro modo di atteggiarsi verso i loro preti. Pensiamo che alcuni abbiano molto da riflettere su quel punto in cui si dice che il vescovo «si comporti con i suoi sacerdoti non tanto come un mero governante con i propri sudditi, ma piuttosto come un padre e un amico» (p.191) per cui non si chiede loro di essere dei cloni ma li accompagna a diventare ciò che sono, aiutandoli a sviluppare le loro potenzialità, a maturare nella libertà, a non annullare le differenze in un clima di fiducia e di ascolto che non ordina dall'alto ma coinvolge.
Soprattutto non comanda autoritariamente perché la sua autorevolezza nasce dalla relazione non dalla distanza. Le diverse sensibilità non vanno represse e uniformate ma valorizzate e guidate. Molte disaffezioni al ministero maturano e si aggravano perché i vescovi chiedono solo dipendenza e non coltivano relazioni con i loro preti. Dal mancato esercizio di un saggio ed equilibrato governo episcopale nascono spesso gli atteggiamenti patologici dei presbiteri.
Dopo i casi di don Alessandro Minutella e padre Giorgio Maria Farè, in questi giorni ha suscitato clamore, per reazione al pontificato di Francesco e, più in generale, all'indirizzo che la Chiesa ha preso negli ultimi decenni, l'abbandono della barca di Pietro di don Leonardo Maria Pompei. Molto attivi sui social, questi preti si sono portati appresso un discreto numero di fedeli creando lacerazioni e divisioni.
Altri poi, come se fossimo sul Titanic, continuano a ballare e a cantare sempre attivissimi come preti dee-jay o youtuber pensando che canzoncine e animazioni siano una novità e attraggano i giovani e che esporre il sacro sui media sia la soluzione. Molti poi credono che ciò che conta non sia la vita di fede ma i like e i follower che invece altro non rappresentano che fenomeni di narcisismo e di auto-celebrazione.
Spesso questi preti si sentono spiritualmente orfani, trattati come «funzionari del culto», senza un riferimento affettivo e paterno che li sostenga e con un duplice rischio: ripiegarsi su se stessi chiudendosi in una pastorale difensiva e solitaria, oppure cercare conforto sui social pensando di essere visti e stimati.
* Frà Martino
Chi è Fra Martino? Un parroco? Un esperto di chiesa? Uno che origlia? Uno che si diverte è basta? Che si tratti di uno pseudonimo è chiaro, così com’è chiaro che ha deciso di fare suonare le campane tutte le domeniche... Ci racconta di vescovi, preti e cardinali fin dentro ai loro più reconditi segreti. E non è una santa messa ma di sicuro una gran bella messa, Amen
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