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13 Settembre 2025 - 17:30
Pecco (foto Instagram)
Francesco Pecco Bagnaia non è più il dominatore che fino a pochi mesi fa guidava la MotoGP con la freddezza di un metronomo. Oggi il due volte campione del mondo si ritrova a inseguire, in affanno, dentro una stagione segnata da difficoltà tecniche e psicologiche che lo hanno relegato lontano dai fasti cui aveva abituato. I numeri raccontano la sua crisi con spietata precisione: al momento Bagnaia è terzo nella classifica generale con 228 punti, staccato di ben 227 lunghezze da Marc Márquez, leader a quota 455. Un distacco che fotografa meglio di ogni parola la portata della sfida che lo attende.
Per capire la portata della crisi basta un raffronto con il 2024. Dopo dodici Gran Premi, lo scorso anno Bagnaia aveva già conquistato 4 vittorie e 8 podi complessivi, con un bottino di oltre 280 punti che lo teneva pienamente in lotta per il titolo. Oggi, alla stessa altezza di campionato, i numeri parlano di una sola vittoria, pochi podi e un trend in continuo calo. Anche nelle Sprint, dove nel 2024 aveva raccolto piazzamenti preziosi, quest’anno il bilancio è desolante: zero vittorie e piazzamenti quasi sempre fuori dai primi cinque.
La sua Ducati GP25 è il cuore del problema. Una moto che sembra non parlare la sua lingua, incapace di offrirgli quel feeling perfetto con l’anteriore che aveva reso Bagnaia implacabile in ingresso curva. “Non riesco a fermare la moto dove voglio” ha confessato più volte, evidenziando come la mancanza di fiducia in frenata e nelle fasi di direzione lo abbia privato della sua arma migliore. I dati di gara lo confermano: in Catalogna è stato costretto a partire 21°, chiudendo settimo dopo una rimonta che ha mostrato la sua tenacia ma anche le difficoltà iniziali. A Misano, nella Sprint, dall’ottava posizione in griglia è scivolato fino al tredicesimo posto. In Ungheria, a Balaton Park, addirittura non ha centrato l’accesso alla Q2, evento che non gli capitava da due anni.
Il lavoro dei tecnici Ducati guidati da Gigi Dall’Igna è continuo: si parla di modifiche al telaio, di dettagli sulle forcelle e sul grip variabile, ma finora i miglioramenti sono arrivati col contagocce. Il paradosso è che, mentre Bagnaia fatica, altri piloti sulla stessa moto — a partire da Márquez — riescono a sfruttarla al massimo. Una situazione che amplifica il senso di isolamento del campione piemontese.
Non basta la moto: anche l’aspetto mentale conta. Bagnaia ha ammesso che confrontarsi con i tempi e i risultati del passato lo penalizza. È l’effetto “specchio”: ogni giro diventa un confronto con sé stesso, con l’ombra del campione che è stato. Non sorprende che nelle interviste appaia più teso, meno convinto. Il sorriso sicuro ha lasciato spazio a un volto che cerca risposte. Per chi ha vinto due mondiali consecutivi, la pressione oggi non è solo quella degli avversari, ma delle aspettative proprie e altrui.
Eppure, in mezzo a questa tempesta, non tutto è buio. Qualche segnale di ripresa c’è: a Brno ha conquistato la sua prima pole stagionale, dimostrando che il talento non si è smarrito. In più di un’occasione, quando è riuscito a mettere insieme feeling e concentrazione, ha mostrato lampi del pilota che conosciamo: sorpassi chirurgici, giri veloci, momenti in cui la sua guida torna a essere fluida e naturale. Non bastano ancora a trasformare la stagione, ma sono indizi di una luce che, in fondo al tunnel, non si è spenta. Un altro elemento positivo è che, a differenza di altri campioni crollati in blocco nelle stagioni di crisi, Bagnaia continua a rimontare posizioni. Anche partendo da griglie difficili, raramente chiude fuori dai dieci: la base di competitività rimane, il problema è la costanza al vertice.
Un ruolo non secondario lo gioca anche il legame con la sua città, Chivasso, che lo sostiene con affetto incondizionato. In quel pezzo di Piemonte che lo ha visto crescere, l’orgoglio resta intatto: per i chivassesi Pecco non è solo un campione, è “uno di casa”. Ogni gara diventa un motivo di tifo collettivo, un modo per stringersi attorno a chi porta il nome della città nel mondo. Questo radicamento, nei momenti di difficoltà, può trasformarsi in carburante emotivo.
La stagione 2025, almeno fin qui, non sarà ricordata per le vittorie, ma forse per la capacità di un campione di non arrendersi. Bagnaia dovrà reinventarsi, ritrovare fiducia in sé stesso e nel suo mezzo, accettando che confrontarsi ossessivamente con il passato non aiuta. È chiamato a una sfida nuova: non solo battere gli avversari, ma riconquistare il proprio equilibrio.
La classifica dice che la corsa al titolo è quasi compromessa. La pista, però, lascia ancora qualche spiraglio. Perché se è vero che i campioni si riconoscono quando vincono, è nei momenti di crisi che mostrano davvero chi sono. Bagnaia lo sa, e Chivasso con lui: la luce è lontana, ma non è spenta. E forse, alla fine, proprio da qui passerà la sua grandezza: non dalle giornate trionfali in cui tutto funziona, ma dalla capacità di rialzarsi quando sembra che niente vada per il verso giusto. È in questo silenzio pesante, tra partenze sbagliate e moto indocili, che si costruisce la prossima rinascita. E quando arriverà, sarà ancora più rumorosa.
Ecco la classifica aggiornata dei piloti MotoGP 2025 dopo la Sprint di Misano / GP San Marino
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