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Settimo Torinese in cammino per Gaza. La città nella rete nazionale della marcia per la pace

Da piazza della Libertà fino a Venaria, cittadini e istituzioni hanno aderito alla Local March for Gaza per chiedere il cessate il fuoco e corridoi umanitari. Un tassello del mosaico nazionale che unisce cammini, comunità e territori contro il massacro in corso nella Striscia

Settimo Torinese in cammino per Gaza. La città nella rete nazionale della marcia per la pace

Settimo Torinese in cammino per Gaza. La città nella rete nazionale della marcia per la pace

Questa mattina piazza della Libertà a Settimo Torinese si è riempita di cittadini e cittadine che hanno risposto all’appello degli organizzatori e del Comitato Comuni per la Pace per dare vita alla tappa settimese della Local March for Gaza. Una mobilitazione che non è solo locale, ma che si inserisce in un grande mosaico nazionale: decine di comunità, cammini e associazioni in tutta Italia hanno scelto di muoversi insieme, tappa dopo tappa, per chiedere la fine del massacro in corso nella Striscia di Gaza.

Il Comune di Settimo ha condiviso l’iniziativa anche a livello istituzionale, convinto che “sia giusto che la nostra voce si levi a tutti i livelli della comunità per porre fine alle terribili sofferenze di cui è vittima la popolazione civile di Gaza”. Nella Striscia da mesi il bilancio è drammatico: decine di migliaia di morti, tra cui moltissimi bambini, bombardamenti incessanti dell’esercito israeliano, denutrizione e malattie che dilagano. Una catastrofe umanitaria che spinge sempre più persone a mobilitarsi, anche nelle città e nei paesi italiani, per dire basta.

La tappa settimese è partita in mattinata e ha preso la strada verso Mappano e Borgaro, con arrivo previsto a Venariain serata. Un cammino simbolico, fatto di passi e volti, che vuole rompere l’indifferenza e ricordare che anche dalle periferie e dalle città di provincia può alzarsi un grido di pace capace di arrivare lontano.

La Local March for Gaza è un progetto nato per moltiplicare le occasioni di mobilitazione: piccoli e grandi centri, associazioni e comitati locali vengono coinvolti in un’azione corale. Non c’è un’unica regia centrale, ma una rete che si alimenta dal basso. Per questo gli organizzatori hanno messo a disposizione un vademecum, così che chiunque – cittadini, gruppi, parrocchie, enti locali – possa proporre e organizzare una marcia sul proprio territorio.

Il Piemonte è tra le regioni più attive. A fine settembre, inoltre, si svolgerà un’altra marcia a Trinità, nel Cuneese, con partenza da piazza Umberto I. Ma il movimento non si ferma qui: in tutta Italia si moltiplicano le iniziative, dal Cammino di Oropa da Biella a Milano al Cammino dei Briganti tra Abruzzo e Lazio, fino alle tappe in Toscana, Liguria, Emilia e in Val Maira. Ogni comunità si fa custode di un pezzo di strada e, insieme, il mosaico diventa un’unica grande marcia diffusa.

Gli obiettivi dichiarati sono chiari: chiedere un cessate il fuoco immediato, aprire corridoi umanitari, sospendere le forniture di armi e costringere le istituzioni nazionali e internazionali a misure concrete. Non basta, insomma, la diplomazia dei protocolli o le dichiarazioni di principio: serve un impegno reale per fermare la spirale di violenza e garantire il diritto alla vita.

in marcia

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L’idea alla base della mobilitazione è quella di marciare dalla periferia al centro: partire dai paesi, dalle città di cintura, dai cammini storici, per portare la questione di Gaza nel cuore dei capoluoghi e non lasciarla confinata nei palazzi della politica. Perché se i governi esitano, i cittadini scelgono di camminare.

La giornata di Settimo Torinese si inserisce quindi in questa cornice più ampia, mostrando come una comunità possa sentirsi parte di un movimento internazionale pur restando radicata al proprio territorio. I passi di oggi, lungo le strade che portano verso Venaria, sono un frammento di un racconto più grande: quello di un’Italia che non resta in silenzio, ma che cammina unita per la pace.

La tappa si chiude a Venaria con l’appello del sindaco Giulivi

L’arrivo a Venaria ha rappresentato non solo la conclusione fisica della tappa, ma anche un momento simbolico di forte partecipazione istituzionale. Dopo quasi 22 chilometri di cammino, i manifestanti sono stati accolti dal sindaco Fabio Giulivi, insieme ai rappresentanti della Giunta e del Consiglio comunale. Come nelle altre città attraversate, anche qui è stata consegnata una bandiera della pace con impressi i nomi di alcuni dei 12.611 bambini palestinesi e israeliani uccisi.

Il sindaco ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa: «Questa è una camminata spontanea importante in un momento così difficile, e la Città di Venaria è presente. A distanza di due anni è inaccettabile quello che stiamo vedendo, non si può affamare un popolo, distruggere ospedali, ammazzare bambini e tutto questo nel silenzio della comunità internazionale. Stiamo consentendo una strage quotidiana nel silenzio generale. Dire queste cose non vuol dire essere antisemiti o contro gli israeliani. Quello che condanniamo è la politica del governo di Israele e di Netanyahu che non ha interesse che si arrivi alla pace».

Un intervento che ha dato ulteriore forza al senso della marcia, trasformando l’arrivo a Venaria in un momento di testimonianza civile e politica.

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